foto Filippo Rubin
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Non è un mistero che Walter Mattioli sia molto interessato alla partita per la nascita della prossima SPAL. Col bando del Comune di Ferrara dato in arrivo a metà settimana (pare giovedì 26) l’ex presidente ha confermato di essere quantomeno attento agli sviluppi futuri, pur senza sbilanciarsi troppo. Lo ha fatto con un intervento di una ventina di minuti alla “Serata di calcio, bocce e boccette” di lunedì 23 giugno organizzata dalla squadra del Final di Rero in collaborazione con il Circolo La Fenice.

L’intervento dell’ex presidente ha rappresentato il culmine della serata e, intervistato dall’ex responsabile della comunicazione della SPAL Enrico Menegatti, ha segnato un excursus dalla sua esperienza biancazzurro alla situazione attuale. Mattioli ha misurato attentamente le sue parole pur ribadendo di essere a disposizione di una nuova proprietà nel caso in cui qualcuno avesse bisogno di lui o cercasse una figura con l’esperienza giusta per ripartire.

“Nel 2021 è subentrata una nuova proprietà che non aveva bisogno di me. Io sono rimasto a casa, in assoluto riposo, pensando però sempre a cosa si poteva o si sarebbe potuto fare da lì in avanti. Ultimamente siamo tornati a ricevere telefonate e con la situazione attuale sono tornato a quei tempi con il telefono che scotta, forse anche di più di quando ero presidente”, ha detto Mattioli in apertura.

PRESENTE – “Tutti si aspettavano che la SPAL si potesse iscrivere e si iscrivesse in serie C, nessuno si aspettava quello che poi è successo. Da quel momento sono sorti problemi, paure, perché la SPAL non può fare i campionati dilettantistici. Io avevo in programma di parlare con la Curva perché con loro ho sempre avuto un legame profondo: negli otto anni di presidenza, una volta chiariti i rapporti, non hanno mai fatto mancare il sostegno e c’è sempre stata una bellissima sinergia. Se e quando uno vince non lo fa mai da solo, ma con l’apporto di tutti ognuno nel suo ruolo, e loro ci hanno trascinati verso questi grandi traguardi, perché come dico sempre la Curva è stata lo tsunami che ci ha trascinato a ottenere le vittorie che abbiamo raggiunto. Alla festa avremmo dovuto parlare di quei bei momenti vissuti insieme, ma con la scomparsa dal professionismo della SPAL nessuno di noi aveva voglia  ovviamente per cui si è parlato anche di un mio eventuale coinvolgimento futuro per la ripartenza”.

FUTURO – “Io mi metto a completa disposizione se qualcuno ha bisogno: ho l’esperienza e il curriculum per dare una mano, ma come ha scritto un quotidiano in questi giorni sono un ministro senza portafogli. Alle spalle servono persone in grado di finanziare. In questo periodo ci si sta guardando intorno: ci sono tante persone che vogliono bene alla SPAL e sono disposte a iniziare un determinato percorso, però chi prende oggi questo impegno deve sapere ed essere consapevole che si tratta di una responsabilità importante e per nulla semplice. Iscrivere una squadra nuova non è immediato né facile, servono sacrifici per mettere nelle condizioni un gruppo con un progetto serio di ricominciare un percorso che riporti in tempi brevi la SPAL dove merita. E il progetto serio non vuol dire solo prima squadra, ma comprende anche la ripartenza del settore giovanile, che così come è finito a giugno deve ripartire uguale. Non è facile perché si parla di Eccellenza, ma deve far tutto parte del progetto, così come assumere parte dei dipendenti che sono rimasti a casa”.

“Tutto è parte di un percorso finalizzato a far tornare la SPAL nei campionati che merita. Ripeto, non sarà facile, anche per ciò che sta succedendo oggi. Nessuno sa cosa vuol fare il presidente americano e i tempi si allungano, mentre chi vuole investire ha bisogno di fare le cose in tempi brevi: dove la squadra potrà allenarsi, se avrà lo stadio, se e come avrà il settore giovanile. L’iscrizione scade mi pare il 17 luglio, i tempi sono brevi, ma ora come ora bisogna aspettare e capire come andranno a finire le cose anche perché la SPAL dell’avvocato Tacopina esiste ancora”.

“La situazione ce l’ha in mano il sindaco che deve fare un bando e chi è interessato partecipa: leggo dai giornali che diverse persone sono interessate, e secondo me il sindaco valuterà il progetto migliore, un progetto con una SPAL che non potrà usufruire (perlomeno inizialmente) di nome e marchio che sono in mano al presidente americano. La politica ha in mano la situazione, il progetto che si sceglierà deve essere il migliore: una volta scelto, se quella sarà la nuova SPAL, serve l’aiuto e il sostegno di tutti per raggiungere traguardi importanti”.

STIMA – “Fa ovviamente piacere ricevere affetto ancora oggi perché vuol dire che ciò che hai fatto ha reso contente le persone. Ultimamente le cose non andavano bene, io giravo anche meno per Ferrara, ma stavo a casa e soffrivo comunque tantissimo. Non ho mai perso una partita, non andavo allo stadio ma per ripicca mia, perché sono venuti a casa delle persone mandate dall’avvocato americano a dirmi che sarebbe stato meglio se io fossi rimasto lontano, per cui cui non sono più andato allo stadio. Ma al di là di questo ho sempre ricevuto attestati di stima e sentirmi dire ‘Pres torna’ fa sempre piacere”.

SOFFERENZA – “Io sono un malato di SPAL, rimanere a casa mi è dispiaciuto tantissimo. Gli otto anni da presidente sono stati i più belli della mia vita: io mettevo al servizio della SPAL 14/15 ore al giorno, sabati, domeniche… ero a completa disposizione per la SPAL. Mia moglie aveva attaccato un quadro in cucina con una mia foto per parlare con quello dato che io non c’ero mai, ma per me era come una missione che dovevo portare a termine. Ho sofferto a stare a casa, ma ho accettato di farlo. Speravo che le promesse della nuova proprietà fossero portate a termine e sarei stato felice di rivedere la SPAL nei palcoscenici che merita. La mancata iscrizione mi lascia delusione, ma oggi, in questi giorni, quando mi è stato chiesto se eventualmente avrei voluto dare una mano ho detto sì, poi vedremo cosa si riuscirà a fare. Spero che il sindaco scelga dal bando il migliore dei progetti, perché non ci può essere il professionismo senza la SPAL”.

RISORSE – “Non conosco i costi dell’Eccellenza nel dettaglio, ma bisogna prepararsi perché sarà difficile: se a una squadra normale costa 4, alla Spal costerà 20, 25. Non sarà un campionato normale, perché per la SPAL dovrà essere un campionato super, e per fare un campionato super bisogna organizzarlo in modo diverso, per tornare il prima possibile dove Ferrara merita di stare”.

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