Sulla sorte della disgraziata SPAL di Tacopina e Follano rimangono ancora molti misteri. Misteri che riguardano non solo i concitati giorni di inizio giugno che hanno portato alla mancata iscrizione in serie C, ma anche quelli dei presunti progetti di continuazione dell’attività sbandierati da Tacopina in almeno un paio di occasioni. Zone d’ombra in cui è difficile puntare un po’ di luce senza la voce di chi è direttamente coinvolto.
Nel cast di questa tragedia sportiva è ancora da comprendere del tutto il ruolo di Marcello Follano. Il 40enne investitore del New Jersey presentato a gennaio 2024 da Tacopina era presente anche nella decisiva settimana del playout col Milan Futuro (peraltro assieme alla madre) e aveva assicurato a più di qualcuno (Carra, Casella, Baldini) di voler mettere a disposizione almeno un’altra decina di milioni di euro nella stagione 2025/2026 per migliorare i risultati di una SPAL arrivata in fondo col brivido della retrocessione.
Di lui Francesco Baldini ha detto: “Penso sia stato fregato“, peraltro innescando immediatamente le ire di Tacopina. “Quando mi aveva visto piangere dopo la salvezza – ha raccontato il tecnico a La Nuova Ferrara – mi era venuto incontro dicendomi che questo sarebbe stato l’ultimo anno di sofferenza per la SPAL. L’ha detto anche davanti a Casella. Per me quelle parole, risentite ora, valgono tantissimo“.
Oggi, dopo tante insistenze, Marcello Follano ha accettato di dire qualcosa. Non tantissimo, ma almeno qualcosa. “Non sarà un’intervista, ma Ferrara merita di sentire ciò che posso dire pubblicamente“. Le parole suonano pesate con cura e arrivano dopo settimane descritte come molto pesanti sotto il profilo personale, non solo dallo stesso Follano ma anche da chi ha avuto modo di sentirlo regolarmente nei giorni più caldi. Tutte le fonti concordano nel descriverlo moralmente a pezzi dopo l’epilogo con cui tutti stanno ancora facendo i conti.
“Spero che nei prossimi giorni il sindaco Fabbri e la città possano essere così gentili da guardare la situazione dalla mia prospettiva e ascoltare cosa vorrei fare nel corso dei prossimi cinque anni. Da parte mia vorrei prendere le distanze dal tono e dai contenuti del comunicato stampa pubblicato il 7 giugno. Quelle parole non riflettono lo stato d’animo col quale sto attraversando questa esperienza e il rispetto che ho per tutti coloro che fanno parte della famiglia SPAL“.
“Vorrei fare le mie scuse più sincere a tante persone. Ai lavoratori della SPAL, che ci mettono professionalità e passione ogni giorno, spesso dietro le quinte. Ai giocatori e allo staff tecnico. Perché la stagione non è andata come speravamo, ma tutti hanno lottato col cuore per conquistare la salvezza sul campo, onorando la maglia fino all’ultimo minuto di quella partita del 17 maggio. Considero quella serata una delle più belle della mia vita. Ai giocatori del settore giovanile e alle loro famiglie, che sognano di crescere con la maglia biancazzurra. All’amministrazione comunale di Ferrara che è sempre aperta al dialogo e ha sempre supportato la SPAL. Spero possano capire qual è il mio ruolo e cosa vorrei fare per la città. A tutti i tifosi della SPAL che in una stagione difficilissima non hanno mai smesso di far sentire la loro voce, riempiendo lo stadio nel momento cruciale del campionato come se fossimo stati in serie A“.
“La verità è tanto dolorosa quanto semplice. Sono arrivato a Ferrara come un investitore senza conoscere la città, la sua gente e la passione che anima i tifosi della SPAL. Mi sono fidato di chi mi ha coinvolto nel progetto e ho sempre avuto in mente l’obiettivo di tenere viva la SPAL. Ho convogliato investimenti per 15 milioni di euro nel giro di un anno e mezzo. La scadenza del 6 giugno è arrivata in un momento in cui c’erano dei giorni festivi sia in Italia sia negli Stati Uniti e questo ha reso molto più difficoltoso del solito spostare del denaro. Con tutto il rispetto, c’era anche la questione relativa ad alcuni investitori che non volevano partecipare ulteriormente a causa dell’incertezza causata da una potenziale retrocessione. Quando ho capito che le cose stavano così ho fatto tutto il possibile per trovare i fondi necessari per rispettare questa difficile scadenza per le iscrizioni, ma purtroppo non ci sono riuscito“.
“Volevamo negoziare una proroga con la FIGC e sono rimasto scioccato quando ho appreso che mancare la scadenza del 6 giugno avrebbe significato ripartire due categorie più in basso. Tutti i miei piani per far conoscere la SPAL negli Stati Uniti e aumentare il valore del suo brand sono stati condizionati pesantemente dalla situazione. La mia intenzione è quella di presentare un piano al sindaco Fabbri, che è già al corrente delle idee che ho, per aprire maggiormente la società alla partecipazione dei tifosi, anche attraverso un ingresso diretto nel capitale sociale. Nel frattempo voglio rinnovare la mia gratitudine a tutti coloro che fanno parte della famiglia SPAL“.
Le considerazioni di Follano espresse in questi termini sollevano più interrogativi di quanti ne risolvano. Perché confermano che tra lui e Tacopina si è creata una distanza significativa, ma non elaborano a sufficienza cosa è andato effettivamente storto con quei misteriosi investitori che avrebbero dovuto svolgere un ruolo decisivo per la continuazione in serie C. Se tutto dipendeva dal loro coinvolgimento perché non elaborare un piano B da attivare entro una certa scadenza? Per stessa ammissione di alcuni tra dirigenti e consulenti della società ci sarebbero stati diversi modi per mettere una pezza con un minimo di tempo a disposizione. Invece pare quasi si sia voluto andare all-in senza aver ben chiare le conseguenze di un evento avverso.
Inoltre non è affatto chiaro quale possa essere il piano per il presente e il futuro al quale Follano allude un paio di volte nel suo scritto. Con le messe in mora dei dipendenti ormai pronte a partire, l’avversione del sindaco, la mancanza di strutture sportive (a meno di contenziosi legali), i possibili risvolti di giustizia sportiva, una massa debitoria enorme in chiave futura e una perdita di credibilità pressoché totale, come pensa Follano di poter avere ancora un futuro calcistico a Ferrara? La sensazione che ne deriva è che molto rimanga ancora da chiarire e che dalle mosse di Follano e di Tacopina possano scaturire potenziali ostacoli per la ripartenza dai dilettanti.
ha collaborato Alessandro Orlandin