La storia sportiva della SPAL srl è finita lo scorso 6 giugno 2025, mentre la sua vita come soggetto giuridico dovrà passare attraverso diversi altri capitoli dentro le aule di un tribunale. A due mesi esatti dalla mancata iscrizione si è tenuta a Ferrara la prima udienza presieduta dalla giudice civile Anna Ghedini. Un incontro per la verità piuttosto breve – poco meno di venti minuti – per verificare assieme ai rappresentanti dei creditori della società presieduta da Joe Tacopina la sussistenza degli elementi per l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale, ossia quello che una volta veniva chiamato più sbrigativamente fallimento.

Per conto della SPAL srl non si è presentato nessuno, mentre per i tanti (oltre 70) creditori  – calciatori compresi – erano presenti gli avvocati Matteo Pancaldi, Gianni Ricciuti e Filippo Sabbatani per conto dell’avvocato Alessio Piscini che rappresenta la AIC (Associazione Italiana Calciatori). Fuori dall’aula c’era anche l’avvocato Carlo Alberto Costantino come “osservatore” per alcuni assistiti – soprattutto tesserati del settore giovanile – che con tutta probabilità si inseriranno nella procedura di liquidazione una volta che verrà avviata per tentare di recuperare ciò che gli spetta.

E ci sono pochi dubbi che la giudice Ghedini intenda muoversi in questa direzione vista la gravità della situazione e secondo i legali presenti mercoledì non è da escludere che la sua sentenza possa arrivare a strettissimo giro, forse già all’inizio della settimana che va dall’11 al 17 agosto. Questo significa che una volta disposta la liquidazione giudiziale della SPAL srl ci sarà la nomina di un curatore che dovrà governare l’intero procedimento.

Come spiegavamo lo scorso 16 luglio in un approfondimento su questo tema: “Aperta la procedura con una sentenza, il tribunale stabilirà il luogo, il giorno e l’ora dell’udienza in cui si procederà all’esame dello stato passivo, entro il termine perentorio di 120 giorni-150 giorni e nominerà un curatore fallimentare. Tale curatore redigerà l’inventario, una relazione iniziale entro circa 60 giorni e provvederà alla liquidazione dell’attivo in un procedimento che può durare anche anni. Per gli standard italiani prima che il curatore presenti il rendiconto finale e il giudice pronunci il decreto di chiusura si parla infatti di un processo con durata media tra i 3 e i 6 anni“.

L’avvocato Pancaldi, che rappresenta una quarantina di dipendenti della SPAL srl, ritiene che la prossima udienza potrebbe essere fissata tra novembre e dicembre. L’avvocato Ricciuti invece ha fatto un commento piuttosto amaro, rievocando la sua precedente esperienza come rappresentante dei creditori nel procedimento che portò al fallimento della SPAL 1907 di Cesare Butelli: “Sembra ieri che eravamo qui a parlare delle stesse identiche cose. Pare non si impari mai dagli errori precedenti e oggi come allora nessuno si è presentato in rappresentanza della società. Sulla base del colloquio che abbiamo avuto con la dottoressa Ghedini ci aspettiamo la dichiarazione di liquidazione giudiziale in tempi brevi e quindi che libri contabili e documentazione vengano presto consegnati dalla SPAL. L’indagine avviata dalla Procura procederà su un binario parallelo perché comunque vanno accertati, anche attraverso il lavoro del curatore, i profili di responsabilità penale e vale la pena di ricordare che se venissero ravvisati reati si parlerebbe di bancarotta fraudolenta, con pene detentive che vanno dai 3 ai 10 anni. La pubblico ministero (Isabella Cavallari) si è mossa in anticipo e quindi vedremo quali sviluppi ci saranno. Ma per il momento non credo che questa indagine avrà un effetto sui tempi della liquidazione giudiziale, però è un aspetto molto spinoso per Tacopina“.

Secondo le stime degli avvocati si potrebbe arrivare a un buco compreso tra i 10 e i 15 milioni di euro comprendendo anche i debiti con l’erario, ma stabilire precisamente l’ammontare dei debiti spetterà unicamente al curatore che verrà nominato. Peraltro dall’udienza di mercoledì è emerso che già diversi fornitori della società si erano mossi con decreti ingiuntivi già a fine 2024 e nei primi mesi del 2025 c’erano stati diversi pignoramenti di beni del club. Non è stato specificato di cosa si sia trattato nello specifico, ma è stato spiegato che c’erano ben due pagine di decreti ingiuntivi sulla scrivania della giudice.

Tra le pratiche più delicate che il curatore dovrà senz’altro esaminare ci sarà senz’altro quella del marchio SPAL, ossia nome e simbolo della società. Quello sarà un bene che verrà necessariamente messo all’asta con un prezzo stabilito dopo un’accurata analisi, ma per quelli che sono i tempi standard delle procedure di liquidazione giudiziale è improbabile che possa tornare utilizzabile prima di fine 2026 o inizio 2027.

 

ha collaborato Federico Taddia

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