foto Rubin

L’arrivo improvviso di Sandro Federico al posto di Mirco Antenucci alla direzione sportiva della SPAL ha fatto molto discutere. Non solo perché la proprietà argentina ha dato rapidamente il benservito a una leggenda biancazzurra, ma anche perché il nuovo dirigente era sotto contratto già dal mese di maggio con l’Union Clodiense in serie D e questo ha inevitabilmente sollevato delle perplessità anche dal punto di vista regolamentare.

Federico infatti ha apertamente ammesso di aver collaborato con l’Ars et Labor nel ruolo di consulente esterno per tutto il tempo e quindi viene spontaneo chiedersi: poteva davvero farlo? La risposta è sì, almeno per quanto concerne i codici in vigore.

Per chiarire la questione, abbiamo interpellato Alfonso Morrone, presidente di ADICOSP (Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi) e presidente di FIDS (Federazione Internazionale Direttori Sportivi), che già ci aveva aiutato a giugno nell’interpretare le possibili mosse di Tacopina dopo la mancata iscrizione alla serie C.

Alfonso Morrone, presidente di ADICOSP e FIDS

Presidente veniamo subito al dunque: Federico può essere direttore di due squadre dilettantistiche nella stessa stagione sportiva?
“Sì, da regolamento può farlo, perché si tratta di categorie diverse. L’articolo 10, comma 2, del regolamento dice infatti che un direttore sportivo che abbia svolto l’incarico per una società dilettantistica non può svolgere nella stessa stagione sportiva la medesima attività per un’altra società dilettantistica partecipante a un campionato della stessa categoria. Quindi, se le categorie sono diverse, come nel caso di Sandro Federico, che è passato dalla Clodiense (serie D) alla SPAL (Eccellenza), la norma non lo vieta”.

Con la recente riforma dello sport la situazione è cambiata: dal 1° luglio 2023 il direttore sportivo, insieme ad altre figure come allenatori, calciatori, preparatori atletici e arbitri, è stato riconosciuto come lavoratore sportivo. Questo significa che la distinzione rigida tra professionismo e dilettantismo è stata annullata, e un direttore sportivo qualificato come tale può sottoscrivere contratti di lavoro anche con società dilettantistiche, come ha fatto Federico con la Clodiense. Può quindi operare tranquillamente fino alla categoria dell’Eccellenza. L’unico limite previsto dal regolamento riguarda, appunto, il divieto di lavorare nella stessa categoria nella medesima stagione”.

Noi, come associazione, abbiamo già proposto, e lo inseriremo sicuramente nel nuovo accordo collettivo, di riconoscere la possibilità di cambiare squadra anche all’interno della stessa categoria, in momenti diversi della stagione. C’è già l’intenzione, anche da parte della Lega Nazionale Dilettanti, di accogliere questa modifica. In fondo oggi un calciatore può fare fino a tre trasferimenti l’anno, e un allenatore può cambiare squadra fino a dicembre: non si capisce perché un direttore sportivo non debba avere la stessa possibilità. Per questo motivo, la situazione di Federico rientra pienamente nelle regole attuali, e la sua scelta è del tutto legittima”.

E invece per quanto riguarda la consulenza fatta alla SPAL mentre era sotto contratto con la Clodiense?
“Non ho sentito di preciso i contenuti della conferenza stampa, quindi parlerò solo in astratto. Da un punto di vista deontologico una situazione del genere non sarebbe del tutto corretta. Si creerebbe infatti una confusione di ruoli e di interessi. Però bisogna capire quanto effettivamente Federico è intervenuto nelle operazioni dell’Ars et Labor. E quanto la sua precedente società può essere risentita al riguardo. Non conosco la situazione nel dettaglio e quando Federico ha parlato di ‘consulenza’, intendeva qualcosa di più informale o amichevole, cioè dare consigli personali a chi glieli chiedeva. Faccio un esempio: a me capita spesso di ricevere telefonate da presidenti, allenatori o altri direttori che mi chiedono un parere su un giocatore, magari un attaccante bravo che posso aver visto in giro. Credo, e mi auguro, che Sandro Federico intendesse questo tipo di consulenza, cioè un semplice scambio di opinioni, non un vero e proprio incarico professionale”.

Ci vuole spiegare come cambia il regolamento e il contratto collettivo a cui lei stesso ha partecipato?
“Il 28 ottobre avrò una riunione a Reggio Emilia con tutti i direttori sportivi dell’Emilia-Romagna. Il nuovo accordo collettivo introduce tutele federali: se un direttore sportivo non viene pagato, non deve più rivolgersi al tribunale del lavoro, ma può agire tramite la Federazione. Le controversie economiche saranno gestite da un collegio arbitrale, rendendo la giustizia più rapida e meno costosa. In sostanza, il direttore sportivo ha strumenti più rapidi ed efficaci per tutelarsi. È previsto anche un controllo semestrale sui pagamenti: senza liberatorie regolari, le società non potranno proseguire. Per la prima volta, queste garanzie valgono anche per i direttori sportivi, con norme più chiare su ferie, cambi di squadra e rapporti contrattuali.”

Sul tema Federico si è espresso anche lo stesso presidente dell’Union Clodiense, Ivano Boscolo Bielo, in un’intervista realizzata da Marco Lanza de Il Gazzettino di Venezia-Mestre: “Ad agosto avevamo parlato con lui riguardo alla sua amicizia con i dirigenti della ex SPAL e ci aveva confermato che si trattava solo di quello e che quella consulenza si era limitata a qualche consiglio elargito per qualche giorno e poi il definitivo stop. Dopo quello che è successo possiamo invece ipotizzare che amicizia e collaborazione non si sono mai stoppate ed ora tutto si è trasformato in un rapporto ufficiale dopo le dimissioni che abbiamo ricevuto per suoi motivi personali“.

Se Boscolo Bielo intenda agire con altri strumenti nei confronti di Federico al momento non è dato a sapere. Scrive ancora Lanza su Il Gazzettino: “Si limita ovviamente a questi due punti ufficiali la dichiarazione del presidente che ora sembra ancor più a stretto contatto con il resto della dirigenza e le vicende della squadra affidandosi alla serietà e alla competenza del direttore generale Edri Tiozzo e il resto dello staff. Al momento sembra assolutamente da escludere la possibilità che ci sia l’ingaggio di un altro direttore sportivo, questo è dovuto non solo all’aspetto repentino della decisione di Sandro Federico che non ha dato certo modo di procedere con dei contatti, ma anche perché il presidente sembra orientato a non avere fretta per andare a colmare la lacuna di questo ruolo vacante ed ulteriormente responsabilizzare i suoi attuali collaboratori impegnati a pieno titolo in tutte le iniziative del presidente e della società”.

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