foto Manderioli
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Nulla da fare per una SPAL sbatte contro un Sant’Agostino arrembante e compatto: il pareggio incendia l’aria attorno ai biancazzurri che non vincono da quattro giornate e rischiano di cedere la testa della classifica.

Il doppio pareggio con le reti di Cozzari e Mazza, peraltro entrambe arrivate negli ultimi minuti dei rispettivi tempi di gioco, fanno intravedere uno spiraglio di resilienza e di carattere da parte dei biancazzurri, che però non basta per vincere le partite. Un aspetto che mister Stefano Di Benedetto ha sottolineato nel postpartita, lamentando però il poco supporto dell’ambiente verso la squadra e le forti pressioni che quotidianamente appesantiscono il clima generale.

PARTITA – “Mi dite che si è inceppato qualche meccanismo, ma quella di oggi non era una partita semplice da giocare viste le condizioni del campo. Non voglio elencare degli alibi, perché sono qui a metterci la faccia, però bisogna evidenziare che siamo venuti qui dopo aver già disputato una partita due giorni fa e dovevamo recuperare le energie. Poi è vero, siamo la SPAL e dobbiamo continuare a sopportare queste pressioni ogni giorno che ci mettiamo anche noi da soli, ma non è stato semplice preparare la partita e far recuperare i ragazzi in così poco tempo. In più dopo cinque minuti, sullo 0-0, veniamo contestati e infamati: non è facile giocare in questo clima. I ragazzi hanno dato tutto, ma so bene che non è sempre sufficiente per vincere una partita”. A

Io sono la guida di questa squadra e come tale accetto le critiche e gli insulti che mi arrivano, ma questo capita già da inizio stagione, non solo oggi. Continuiamo, andiamo avanti anche se siamo duramente criticati. Ho visto ragazzi farsi delle infiltrazioni pur di giocare. Ci dicono ‘vergogna’ per i pareggi con Solarolo e Sant’Agostino ma non è che siamo una squadra di invincibili, siamo esseri umani. Il periodo è negativo sotto il profilo dei risultati e delle prestazioni, però fino alla fine i ragazzi ci hanno provato e hanno recuperato il risultato, andando vicini anche alla vittoria. Ma ci prendiamo lo stesso le critiche”.

RECUPERO – “Dobbiamo riposarci un giorno e recuperare la condizione migliore per proseguire il nostro campionato. Ancora oggi ci sono dei giocatori sotto tono che sono ancora sulla via del recupero completo. Quando sono sei o sette diventano tanti. Dopo la prestazione di oggi li ho visti giù di morale: li ho voluti rassicurare perché in ogni caso non è semplice giocare in questo clima infuocato, seppur i tifosi abbiano tutto il diritto di esprimere il loro dissenso. Io non vedo nessuno che tira la gamba indietro o che manca di rispetto alla maglia. I ragazzi si stanno impegnando al massimo dal primo giorno. Ora siamo entrati in questo ciclo negativo di quattro partite ma continueremo a lavorare”. 

ASPETTATIVE – “In queste ultime quattro prestazioni non si possono guardare solo alle negatività. Nel match contro il Solarolo c’è stata tanta sfortuna, con circa 25 palle gol non sfruttate e un rigore nettissimo non fischiato in nostro favore. A Budrio, contro il Mezzolara, abbiamo fatto un pareggio con sette giocatori indisponibili, contro la squadra che tutti definiscono come la nostra vera contendente. Eppure nemmeno lì siamo contenti. Ammetto che contro il Pietracuta abbiamo fatto una partita di merda. Oggi non era semplice giocare su un campo in cui era impossibile giocare al calcio e noi abbiamo quelle caratteristiche lì. 

CARATTERE – “Io non credo che manchi il furore agonistico in questa squadra, ma rispetto l’opinione di chi la vede così. Lavoreremo anche su quello e lavoreremo sulle situazioni sporche, sulle seconde palle. Mi sono confrontato coi ragazzi anche su questo argomento e sono d’accordo che dobbiamo trovare nuove soluzioni. Perché se scappiamo e ci deprimiamo non ci stiamo comportando da uomini”.

SINGOLI – “Malivojevic è rientrato, come ben sapete, da un periodo di malattia piuttosto difficile. Ora sta cercando di ritornare al suo miglior livello, però non è brillante. Oggi Ricci ha giocato con una coscia fasciata a causa di un’infiltrazione, perché aveva una forte contrattura, così come Carbonaro e Iglio. Immagino che questo succederà anche al rientro di Di Bartolo e Moretti, anche loro assenti oggi. Non cerco scuse, dico solo le circostanze in cui lavoriamo quotidianamente. Eppure siamo la SPAL e cercheremo di fare di più nonostante la forte pressione che abbiamo attorno a noi”.

“Per me la squadra non è in crisi, perché li vedo allenarsi tutti i giorni. Questi ragazzi ci credono: anche oggi Dall’Ara ha giocato nonostante avesse i punti di sutura, così come Gaetani, Leo Mazza o Senigagliesi stesso, che è uscito perché l’ho visto spento, non così a caso perché lo so anch’io che al meglio è un giocatore devastante in questa categoria. La gente ha criticato tanto questa scelta, ma in quel momento ho pensato che Barazzetta potesse portare un po’ di brillantezza in più. Il nostro problema, però, è recuperare bene dai problemi e dagli infortuni avuti in queste settimane”.

PUBBLICO – “Ce la stiamo mettendo tutta: comprendo la gente e le loro aspettative su di noi, ma il campionato è lungo e anche in serie A è difficile reggere certe pressioni. Questa aspettativa di vincere sempre pesa. Ci crediamo tutti nell’obiettivo e non ci nascondiamo dalle responsabilità. Però io la buona volontà la vedo. Non è una passeggiata guidare una squadra seguita da un tifo che sin dal primo minuto ti critica e ti dice di andare via, ma questa storia va avanti già da molto prima di oggi”.

PANCHINA – “Non mi dimetto perché io credo nei ragazzi e non ne faccio una questione di soldi, che per quanto mi riguarda possono anche togliermi. Sono i deboli che si dimettono. A meno che io faccia cagare in quello che faccio. Ma visto che dal primo giorno vado al centro sportivo alle 8 di mattina e torna a casa dopo le 8 di sera io non mi sento in questa situazione. Chi non fa niente e critica senza logica non ama la SPAL: questo non è affetto, dopo due minuti a massacrare tutti. Sappiamo che questa piazza è abituata ai fuoriclasse e alla serie A, ma noi cosa centriamo? Io ho strappato un contratto con la Sampdoria per venire qui, perché credo nella città, nella società e nel progetto. So che posso dare ancora tanto, per cui non mi tiro indietro. Se si vuole bene alla squadra non bisogna criticarla, perché è fin troppo facile tifare quando si vince. Mi prenderò io gli insulti, ma la squadra sta facendo tutto quello che può fare in termini di impegno ed è forte mentalmente, perché anche oggi ha provato a vincere. I ragazzi vanno sostenuti”. 

L’arrivo della stagione invernale e del freddo contribuirà a rendere i terreni di gioco sempre meno praticabile. Un aspetto su cui Di Benedetto sta già lavorando: “Anche oggi abbiamo provato ad avvicinare Cozzari alle punte, perché mettere un trequartista permetteva di accorciare le distanze tra centrocampo e attacco. Una mossa necessaria perché non era facile giocare su questo campo, se così si può definire. Anche le due punte contro il Solarolo sono state inserite per sopperire al campo sconnesso su cui abbiamo giocato”. 

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