Con un netto 5-1 la SPAL piega un fragile Mesola mettendosi alle spalle la crisi da mancanza di vittorie nelle quattro precedenti partite e tornando almeno temporaneamente in vetta alla classifica. Per questo non può che essere felice il tecnico spallino Stefano Di Benedetto, anche se rimane un po’ di nervosismo latente per la coda di Sant’Agostino-SPAL. Di seguito le sue considerazioni nel dopo partita.

LA VITTORIA – “Siamo contenti per la vittoria, soprattutto per i ragazzi. Come nelle scorse settimane abbiamo lavorato con massima dedizione. Avendo avuto solo questo impegno durante la settimana la condizione di alcuni giocatori importanti è migliorata. I tifosi per noi sono importanti, non vorrei ci si ricordasse solo dello sfogo post partita di sabato scorso. Siamo tutti qui per questa piazza, un pubblico di altre categorie. Qui nessuno si tira indietro, se anche l’ambiente ci aiuta è meglio per tutti”.

CARBONARO – “Quel corner che non c’era forse ha lasciato il segno per 10-15 minuti nei quali abbiamo un po’ perso la bussola, poi il gol di Carbonaro ci ha dato la possibilità di chiudere il primo tempo in vantaggio, è stato l’episodio più importante all’interno della partita. Paolo sta meglio rispetto ai primi mesi, è un giocatore straordinario che andava aspettato con pazienza, ora che sta bene sta trascinando la squadra. Gli infortunati? Moretti è più avanti rispetto a Di Bartolo sui tempi di recupero”.

I CAMBIAMENTI TATTICI – “Apprezzo che Cavallari abbia sottolineato la differenza con la SPAL. Oggi abbiamo cercato di giocare palla a terra, abbiamo cambiato qualcosa a livello di modulo, giocando con due mediani e un trequartista. Volevamo avere più attenzione a centrocampo e liberare qualche giocatore capace di fare le giocate decisive. A me interessava la prestazione, poi il risultato è una conseguenza”.

LA DICHIARAZIONI DOPO SANT’AGOSTINO – “Le mie dichiarazioni hanno fatto discutere perché sono state strumentalizzate. Da quando sono qui ho sempre elogiato il pubblico. Poi se nelle chat o nei post ci mettiamo a fomentare e incendiare l’ambiente viene fuori questo. Va capito chi vuole bene alla SPAL e chi no. Io posso sbagliare, ma amo questa squadra e questa tifoseria anche quando mi fischiano o mi dicono uomo di merda, la amo lo stesso perché sono qui per questo e so che da noi ci si aspetta sempre tanto. Io sono qui per lavorare e non per mettere zizzania come fa qualcuno”.

“Poi posso essere un allenatore scarso e questo è opinabile, perché ci sta che nel calcio ci siano punti di vista diversi. Non ho mai puntato il dito contro la tifoseria, ho solo chiesto che l’ambiente stia vicino ai ragazzi perché per loro è importante. Se si perde o si pareggia ci prendiamo i fischi, ma con il Sant’Agostino non avevamo ancora perso e in campo arrivava di tutto con gente che cercava di scavalcare la recinzione. Dico solo: fateci finire la partita e se poi le cose non sono andate bene ci contestate. Questo pubblico ti può trascinare tantissimo per numeri, calore e affetto. La pressione è normale e la sentiamo, così come oggi sull’1-1 qualche rumore c’era. Più siamo uniti, più l’ambiente è compatto come squadra tifosi e addetti ai lavori e meglio è. L’obiettivo di tutti è riportare la SPAL dove merita”.

“Alla gente dico stateci vicini perché questa è la vostra squadra. Io spero di rimanere tanto ma questa è la vostra squadra, la SPAL siete voi. Perché dobbiamo farci la guerra o terra bruciata attorno? Capisco le dinamiche che tutto l’ambiente ha passato negli anni precedenti, ma questi ragazzi non ne hanno colpa, così come la nuova proprietà e i dirigenti. L’unica cosa che possiamo fare è riportare la SPAL subito in D e programmare per tornare nei professionisti”.

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