Gianmarco Piccioni ha debuttato con una ventina di minuti di gioco nell’ultima trasferta vincente della SPAL contro il Sanpaimola, facendo intravedere le sue caratteristiche principali: fisicità in area di rigore e grande esperienza nel ruolo. Il suo arrivo di sembra completare l’organico a disposizione di mister Di Benedetto, che ora dovrà cercare di preparare al meglio le ultime due partite del girone d’andata contro Sampierana e Faenza e il quarto di finale di Coppa Italia del 21 dicembre.

Come sempre ci ha pensato il direttore sportivo Sandro Federico a fare gli onori di casa, presentando dunque il 28° giocatore della rosa biancazzurra e anticipando le prossime mosse di mercato: “Aggiungiamo un’altra freccia al nostro arco. Gianmarco ha le qualità tecniche e caratteriali adatte per questa squadra, poi è stata un’opportunità perché il suo arrivo era inaspettato. Tuttavia siamo sempre attivi sul mercato e lavoriamo ogni settimana, quindi dove c’è l’opportunità giusta noi affondiamo il colpo. L’importante è conoscere bene il ragazzo quando si va a inserire un nuovo tassello in una rosa già completa da quattro mesi. A tal proposito io e lui abbiamo vissuto un’esperienza a Teramo qualche anno fa, quindi lo conosco bene. Deve darci una mano e fare quello che abbiamo fatto nelle ultime nostre due partite, magari soffrendo meno”.

È chiaro che andando avanti sfoltiremo un po’ la rosa, perché quando si arriva in questa fase cominciamo a fare un’analisi e a tirare le somme di ognuno dei calciatori presenti qui. Tuttavia noi siamo la SPAL e come tale abbiamo necessità di avere un organico di livello e competitivo. L’obiettivo della Coppa Italia poi ci fa riflettere sulle mosse da fare, anche perché dobbiamo e vogliamo competere su entrambi i fronti”. 

Così come per molti altri, anche per Piccioni l’arrivo a Ferrara non può che essere una grande soddisfazione: “Mi fa piacere aver ricevuto questa accoglienza, non me l’aspettavo, perché ultimamente non mi era mai successo. Sono onorato di essere qui e darò il 100% per questa esperienza. In pochi giorni, ammetto, mi è tornato l’entusiasmo che non provavo da tanto tempo. Per me rappresentare una tifoseria e una squadra del genere è e deve essere un motivo d’orgoglio”.

SPAL: “Il legame della gente con questa maglia è unico in tutta Italia. Nella mia carriera avevo bisogno di stimoli forti e l’arrivo alla SPAL è la cosa migliore che mi potesse accadere. Io mi sono messo a disposizione, trovando un gruppo di bravi ragazzi che sa quello che vuole e che sono predisposti al lavoro. Mi rendo solo disponibile sempre per il bene della squadra e non vedo l’ora di giocare al Paolo Mazza”. 

GOL: “Premetto che a livello fisico sto bene, serve solo allenarsi quotidianamente e giocare partita dopo partita per riprendermi al 100%. Per quanto riguarda il gol, inevitabilmente sono cresciuto calcisticamente con le mie esperienze all’estero. Tra i 22 e i 25 anni ho vissuto stagioni di calcio vero, specie in Romania dove sono stato benissimo. Con il passare degli anni si acquisisce più consapevolezza dei propri mezzi e quindi sento di essere migliorato”.

Doppia cifra di gol? Sono stati due anni travagliati dopo l’esperienza di Matera, in cui sono stato il capocannoniere del campionato. L’anno dopo sono partito per Nocera, carico per questa nuova avventura, ma ho dovuto far fronte a un infortunio che mi ha tenuto un mese e mezzo fuori dal campo. In più lo ammetto, ci sono state delle vicende personali che mi hanno poi portato a rescindere il contratto. Personalmente, quando sento di non riuscire a dare qualcosa alla squadra preferisco lasciare il posto a qualcun altro. Poi non dimentichiamoci della mia parentesi alla Fidelis Andria dove ho incontrato un personaggio che per poco non mi ha fatto smettere di giocare a calcio. Ecco perché il mio arrivo qui lo vedo come un modo per riscattarmi da anni difficili: ho tanto entusiasmo e tanta voglia di tornare com’ero un tempo”.

ECCELLENZA: “Sinceramente non la conoscevo, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso del livello. Ho visto che ci sarà da battagliare, perché chiunque giochi contro di noi dà più del massimo per fare bene. Nel calcio nessuno ti regala niente: non pensiamo che tutte le partite saranno facili da vincere e lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. Bisogna essere consapevoli di avere una squadra fortissima, ma non è così scontato riuscire a collezionare tre punti a ogni partita”. 

FIGLIO D’ARTE: “Ho avuto la fortuna di avere sia mio zio (Bruno Piccioni, ndr.) sia mio padre (Enrico Piccioni, ndr.) come riferimenti nel mondo del calcio, visto che entrambi hanno giocato la srie A negli anni 90′ con Genoa e Cremonese. Mio padre stesso mi ha portato a Malta quando ho cominciato la mia carriera: ero appena 17enne”. 

STILE DI GIOCO: “Sono un centravanti a cui piace fare gol, ma mi piace anche giocare con la squadra a 360 gradi. Io penso che in questo momento, nel calcio di oggi, l’attaccante deve essere un po’ il regista offensivo. Sono un centravanti di manovra e mi piace dare una mano: so che nel mio ruolo si guarda solo il numero di gol, lavoro ogni giorno per migliorare anche quel dato”. 

Lascia un commento