foto Roberto Manderioli

È una fotografia impietosa quella che accompagna la liquidazione giudiziale della SPAL srl di Joe Tacopina nella sua fase decisiva. Lo stato passivo è ormai delineato nella sua ossatura e lascia intravedere pochissimo spazio di manovra, soprattutto per i creditori chirografari, ossia quelli che non hanno certezza di poter recuperare le somme che spettano loro. Nell’udienza di martedì 16 dicembre al tribunale di Ferrara sono state esaminate 199 domande: tutte sostanzialmente accolte dal giudice Mauro Martinelli, tranne quella più ingombrante, il credito da 3,4 milioni di euro vantato da Banca Ifis, che è stato rinviato per ragioni procedurali al 27 gennaio. Una somma legata ai mutui stipulati per la ristrutturazione dello stadio “Paolo Mazza”.

Il passivo complessivo – così come avevamo analizzato in un contenuto a parte – si attesta attualmente attorno ai 17 milioni e 900 mila euro, ma la cifra effettivamente ammessa è per ora più bassa: circa 13 milioni e mezzo, perché il curatore Aristide Pincelli ha proposto l’esclusione del credito di Banca Ifis. La cifra però è destinata ad aumentare: sono infatti in arrivo domande tardive, in particolare da parte dell’INPS, che inizialmente non aveva presentato tutte le istanze, e da alcuni tesserati che non avevano ancora agito, come nel caso di Eros Schiavon, Andrea Dossena e Francesco Baldini. Il giudice, insieme al curatore, sta passando al vaglio tutte le posizioni una per una, distinguendo tra crediti privilegiati e crediti chirografari. Ed è proprio su questi ultimi che il clima è il più cupo: secondo valutazioni condivise da più parti, dai chirografi non si recupererà nulla o quasi. Una previsione che riguarda fornitori, professionisti e procuratori sportivi, esclusi da ogni forma di privilegio in quanto la loro attività è considerata di mera intermediazione.

Diversa la situazione per calciatori, componenti degli staff e dipendenti, che godono di tutele maggiori. I calciatori sono stati ammessi con credito privilegiato e con il riconoscimento dell’equo indennizzo legato alla mancata iscrizione al campionato, che potrebbe coprire fino al 50% della differenza tra il contratto originario e quello attuale. Per i dipendenti si guarda invece ai fondi di garanzia, con INPS e FIGC che potrebbero coprire almeno parte del TFR, rendendo questa strada più concreta rispetto a un pagamento diretto da parte della società.

In questo contesto si inseriscono anche le posizioni degli enti pubblici. Il Comune di Ferrara ha ottenuto l’ammissione di un credito da circa 500 mila euro per l’IMU richiesta a partire dal 2020 su immobili concessi per attività sportiva: una richiesta che non sembra avere precedenti, ma sostenuta da una sentenza della Cassazione dell’agosto 2025, che ha riconosciuto la debenza dell’imposta anche sui beni in concessione.

Tra i rappresentanti dei creditori l’avvocato Gianni Ricciuti, che assiste tre massaggiatori e diversi ex dipendenti non nasconde le difficoltà di una procedura che, soprattutto per chi non gode di privilegi, rischia di tradursi in un nulla di fatto. La linea di demarcazione, ancora una volta, passa tra crediti privilegiati e crediti chirografari:
“Sui crediti chirografari nutro forti dubbi: mentre per i dipendenti, grazie al privilegio riconosciuto, il fondo INPS e il fondo FIGC sembrano in grado di coprire le tre mensilità e parte del TFR, per gli altri la difficoltà nel recuperare le somme sarà evidente, soprattutto se fosse solo la SPAL Srl a pagare.”.

È lo stesso Ricciuti ad allargare poi lo sguardo sul fronte penale, distinguendo nettamente i piani, ma segnalando le criticità della fase attuale:
“Per SPAL srl al momento non c’è nulla da valutare in termini di bancarotta fraudolenta, ma anche collaborare per arrivare a informazioni utili può creare una presunzione di responsabilità nei confronti del legale rappresentante (Tacopina, ndr) e della società, soprattutto se il curatore non trova riscontri patrimoniali”.

Sul piano strettamente procedurale interviene invece l’avvocato Carlo Alberto Costantino che fa il punto su l’istruttoria in corso e sul lavoro del tribunale:
“Il giudice, insieme al curatore, sta valutando tutte le posizioni una per una. L’incontro odierno non aveva tanto lo scopo di ottenere un effettivo recupero dei crediti all’interno della procedura, quanto piuttosto di ottenere una pronuncia di ammissione al passivo da parte del giudice, necessaria per accedere a un ristoro: dal fondo INPS per i dipendenti e dal fondo di solidarietà dell’associazione per gli allenatori. Un passaggio formale, ma comunque indispensabile. Quasi tutti i crediti sono stati ammessi come richiesto, sia privilegiati sia chirografari”.

L’indagine della Procura di Ferrara resta infatti aperta, ma coperta da segreto istruttorio, senza comunicazioni ufficiali. Il rischio, in astratto, è quello di contestazioni gravi come la bancarotta fraudolenta, con pene che possono arrivare a dieci anni, ma allo stato attuale non risultano elementi sostanziali tali da supportare ipotesi di questo tipo. 

Resta infine il nodo del marchio SPAL, che è ancora in alto mare. Prima di qualsiasi vendita sarà necessario mettere nero su bianco il valore che gli viene attribuito da una apposita perizia. Una valutazione – anche piuttosto alta – ci sarebbe già, ma il curatore Pincelli non ha ancora inteso scoprire le proprie carte nella speranza di governare in modo ordinato una procedura di grandissima complessità.

Lascia un commento