Le 16.49 del 12 luglio 2013. Ferrara, piazza Municipale. Fa caldo. Molto caldo. E non solo per la stagione. Da oltre due mesi, in città, si vede e si sente di tutto. I protagonisti si susseguono in un via vai di porte girevoli incredibile. Nel panico sportivo più totale si giocano due partite allo stesso tavolo: da un lato Roberto Benasciutti, forte della maggioranza, sembra avere il pallino del gioco in mano e, insieme a Vincent Candela – nominato addirittura Presidente il 16 maggio – Marco Pontrelli e Giampiero Guarracino, pianifica da mesi un domani che mai vedrà nascere il giorno; dall’altro c’è Roberto Ranzani, socio di minoranza ma combattivo come il leone dei bei tempi andati, pronto a tutto pur di far valere i propri diritti fino in fondo insieme ad Andrea Cani, Giulio Pinzi e la Wind 4 Win. La situazione vive un momento di stallo tanto irritante quanto assurdo, le voci si rincorrono allo sfinimento: in ballo c’è il futuro del calcio a Ferrara, ma nessuno sembra curarsene più del dovuto.






Passeranno pochi giorni, il tempo di scrivere, stampare spedire, scartabellare e faxare le solite scartoffie: la S.P.A.L. ufficialmente non esiste più, la matricola biancazzurra viene cancellata per sempre dalla storia del calcio italiano ma c’è una nuova pagina da scrivere sul campo a Ferrara. Si apre così la nuova stagione: grazie al sacrificio della Giacomense e alla Famiglia Colombarini torna l’ovetto, tornano i trofei. Resta l’indignazione, eterna, per chi ha saputo prendersi gioco di una città e vituperare nel giro di dodici mesi un secolo e passa di gloriosa storia spallina.
Il martedì successivo, nel tardo pomeriggio, Mattioli da Roma annuncerà emozionato: “Per quest’anno ci chiameremo S.P.A.L. 2013, tra un anno torneremo a essere a tutti gli effetti solo S.P.A.L.: siamo in Seconda divisione, è ufficiale anche questo, e per questo ringrazio la Lega, il dottor Macalli e il dottor Ghirelli che ci hanno fortemente sostenuto. Sarò io il Presidente di quella che voglio diventi una Famiglia vincente. E per farlo, da adesso in poi, dobbiamo solo pensare a lavorare duro per conquistare la Prima divisione. Il tempo è poco e siamo in grave ritardo, ce la dovremo sudare la promozione e avremo bisogno dei nostri tifosi, di tanta fiducia e pazienza. Stateci vicini, ne avremo bisogno. Uniti ce la faremo”. Avrà, come spesso accade, ragione lui.



Cresce di giorno in giorno la voglia incredibile di mettersi al lavoro: il pubblico, mano a mano, ritrova la voglia di sognare. L’ambiente d’un tratto è compatto e unito per l’obiettivo finale.
Come ai bei tempi.











Pronostico rispettato, ma solo in parte: pur non vincendo il campionato, la S.P.A.L. raggiunge il traguardo più importante conquistando il salto alla Lega Pro unica pur soffrendo più del previsto; per entrare nel tabellone della Coppa Italia ‘dei grandi’, invece, bisognerà attendere ancora: come inizio va più che bene così.









