Walter Mattioli prova a mantenere la calma. Al termine dell’incontro disputato al “Morgagni”, dove i biancazzurri hanno faticosamente portato a casa un misero punticino, il Presidente prova ad analizzare con estrema lucidità e raziocinio i novanta minuti dei suoi ragazzi: “Dalla cintola in su questa è una buona squadra e può giocarsela tranquillamente con tutte le altre, penso sia una considerazione che si possa fare. Mi dicono che devo sempre stare calmo e misurato nelle parole, perché altrimenti i giocatori si offendono. Va bene, ci provo: le ho fatte anche io, ormai tanti anni fa, le formazioni alla domenica. Dovevo metterne in campo undici e ancora la figura del direttore sportivo non esisteva. Allora sapete cosa vi dico? Che se io avessi avuto tre difensori così a disposizione, come quelli che hanno giocato oggi, non li presentavo neanche in Eccellenza. Sia chiaro, voglio molto bene a tutti loro. Lo sanno, mi sento un padre, non un Presidente. Per me loro sono dei figli acquisiti e come tali hanno il dovere di prendersi le loro responsabilità quando è ora. Un buon padre è questo, non certo chi si nasconde dietro alibi e scuse. Non ce ne sono. Non è mai venuto meno niente da parte nostra, da parte della Famiglia (i Colombarini) hanno tutto quello che è giusto abbiano, lavorano e sono pagati, puntualmente, ogni mese. Vivono in una città bellissima e tranquilla con un tifo splendido che ogni giocatore vorrebbe avere in queste categorie. Però è assolutamente necessario continuare a fare quella riflessione che abbiamo iniziato qualche settimana fa: sono giocatori adatti, questi, oggi, in questo preciso momento storico, alla Spal? Me lo chiedo. Cosa devo dire? Pensano che mi sia divertito oggi? A Ferrara si dice ‘gnanc un poc’, in dialetto. Mi dicono che devo cercare di usare equilibrio nelle affermazioni. Che devo stare attento a dire certe cose perché magari i ragazzi si offendono. 








