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E’ lui per primo a non essere soddisfatto delle reti segnate fino a questo momento. Solo tre. Perché un attaccante vive per il gol e sì, va bene, a volte può ritenersi soddisfatto della prestazione, dei movimenti, del lavoro per la squadra, ma le reti danno tutt’altra carica a un bomber d’area di rigore come Giordano Fioretti. Uno che nella sua carriera professionistica ha quasi sempre superato la doppia cifra.

L’attaccante biancazzurro classe 1985 è nato a Roma ed è cresciuto proprio nel settore giovanile della “Magica”. “Nella Roma – racconta lui – ho iniziato a giocare a pallone e sono cresciuto molto nei dieci anni (dai 7 ai 17) di giovanili prendendo consapevolezza di me stesso. Con me c’erano anche Curci e Galloppa che tutt’ora stanno facendo cose importanti nel calcio italiano”. A sorpresa però l’As Roma non è la squadra del cuore di Fioretti che ci ha detto di non averne una in particolare. Ci ha detto anche di non avere soprannomi come hanno un po’ tutti i suoi colleghi, ma facendo qualche ricerca qua e la abbiamo trovato il nomignolo “Terminator” probabilmente acquisito ai tempi di Gavorrano e Catanzaro. Ma ecco che ci racconta in prima persona qualcosa in più di lui: “Se avessi dovuto fare un altro sport avrei sicuramente sognato di giocare a poker (ride). Nel tempo libero conduco una vita molto tranquilla e rilassata a casa con mia moglie. Stiamo apprezzando molto la città di Ferrara, la scopriamo sempre di più e devo dire che qui si vive davvero bene”.

L’arrivo di Fioretti nella città estense è stato favorito anche dalla presenza di Oscar Brevi, ma senza nulla togliere all’attuale tecnico spallino, Fioretti ci ha confidato qualcosa su altri allenatori: “Mi piacerebbe essere allenato da uno come Zeman perché è uno che vive per il gioco d’attacco, ma anche da Carletto Ancelotti perché mi piace davvero tanto come persona e ha doti umane davvero rare”. Il suo attaccante modello è Cavani (sarà anche per la pettinatura?), mentre il gol più bello mai visto dagli occhi di Fioretti è la rovesciata pazzesca da trenta metri di Ibra con la nazionale svedese contro l’Inghilterra. Molti sicuramente ricorderanno, ma nel caso qui c’è il video.  Il gol firmato Fioretti che invece non si dimentica? “Non so nemmeno io come ho fatto, ma in un Paganese-Gavorrano mi è venuto il gesto dello scorpione e ho messo la palla all’incrocio dei pali. Non ci credevo nemmeno io (ride)”.

Intanto alle porte c’è la partita sul campo della Pro Piacenza: “Stiamo preparando al meglio questa sfida. Dobbiamo avere una mentalità diversa per non ripetere la brutta gara con L’Aquila dove non abbiamo fatto nemmeno un tiro in porta. Sappiamo che i nostri avversari nonostante la posizione in classifica avranno molta carica agonistica per cui penso sia davvero un partita da prendere con le molle”. E’ un Fioretti molto politically correct quando ci dice che giocare con Germinale o Finotto non gli fa differenza: “Mi trovo bene con entrambi”, ma è molto interessante quando ci parla di un traguardo ben fissato nella mente: “Mi mancano diciotto reti per arrivare ai cento gol tra i professionisti”. Che dire, noi ci auguriamo che il bomber romano possa raggiungere questo traguardo con la gloriosa maglia della SPAL.



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