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Giorno dopo giorno la situazione in casa SPAL assomiglia sempre più a un odioso cubo di Rubik: un rompicapo in cui la frustrazione cresce in diretta proporzione ai tentativi di risolverlo. Nel frattempo Crocefisso Miglietta non si allena (pur presentandosi al campo), il Novara tace, la dirigenza collezione una lunga serie di certificati medici presentati dal giocatore e soprattutto nessuno parla con nessuno. Mattioli di sicuro non ha più parlato col giocatore dopo il durissimo confronto dello scorso venerdì e nemmeno lo ha fatto Davide Vagnati per sua stessa ammissione: “Non abbiamo avuto né comunicazioni da parte sua, né noi abbiamo comunicato niente a lui. Di sicuro se ha qualcosa da dirmi sa come trovarmi. Il fatto che il Novara non possa accedere al ripescaggio in B ha senz’altro rallentato la risoluzione del problema, ma in questa situazione la parte lesa  è la SPAL e quindi dobbiamo cercare di tutelarci in tutti i modi”.

In altre parole la soluzione del rompicapo è ancora lontana, anche perché il Novara si guarda bene dal presentare un’offerta ufficiale per Miglietta. La soluzione auspicata dal giocatore sarebbe la risoluzione contrattuale, cosa che la SPAL attualmente non intende concedere: “Qui si si tratta di rispettare contratti e persone”  ha detto ancora Vagnati. “Stare in serie B o meno fa la differenza anche in termini di capacità economica, ma non è cambiato niente rispetto a una settimana fa. Non credo riceveremo offerte e la risoluzione consensuale è solo una delle tante possibilità. Per come stanno le cose ora, Miglietta potrebbe finire qui la sua carriera da calciatore, anche se sarebbe un danno per ambo le parti”.

Il diesse si è soprattutto detto deluso sul piano personale: “Non sono deluso dal fatto che un giocatore abbia il desiderio di andare a giocare in serie B, ma dalla sua gestione della vicenda, perché non è un ragazzino. Se fosse venuto da noi a dire che c’era questa possibilità e di valutarla insieme avremmo ascoltato e lui avrebbe potuto continuare ad allenarsi da professionista. Siamo persone anche noi e avremmo compreso, ammesso ci fossero le possibilità economiche per accontentarlo. Invece si è messo nella posizione di esporsi in tutte le maniere”. Tuttavia Vagnati ha escluso che alla base del malcontento di Miglietta possano esserci fattori ambientali. Per esempio l’aver trovato una realtà diversa dalle sue aspettative: “Se fosse rimasto qui quattro o cinque mesi e poi avesse manifestato un malessere l’avrei capito, ma dopo dieci giorni uno non potrebbe lamentarsi della società o delle strutture. Anche perché qui tutto è di livello. La verità è che Miglietta è legato talmente tanto a Toscano da imporsi con questa idea del Novara”.

Decisamente meno diplomatico – per quanto più abbottonato del solito – il presidente Walter Mattioli: “Dispiace rovinare la vita ai giocatori, ma lui sta rovinando la mia. Se fosse stato disponibile avremmo avuto da subito una grande squadra. Al momento non si allena e pensa di stancarci con questo sistema. Mantiene questo atteggiamento nonostante il mancato ripescaggio del Novara. Temo sarà difficile ricomporre i rapporti dopo quello che è successo venerdì. Personalmente sarei per l’azione durissima, ma il problema è che c’è una proprietà che la pensa diversamente da me e quindi dovremo valutare attentamente cosa è meglio. Il sostituto? Sappiamo che serve uno esperto in quel ruolo, ci stiamo lavorando, ma per certi nomi dovremmo ipotecare il Castello…”.



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