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“Andiamo a salutare Mino”. E’ l’intervallo di SPAL-Pontedera, prima di campionato della stagione 2014/15. Girolamo “Mino” Bizzarri firma autografi e scatta fotografie con i tifosi, come se non fossero passati quasi vent’anni dalla sua ultima apparizione in biancazzurro, come se il tempo si fosse fermato, come se non se ne fosse mai andato. Quei 43 gol in 61 presenze non si dimenticano, non si dimentica un giocatore così, che ha entusiasmato i tifosi come pochi altri. E lui, Mino, non dimentica la sua Curva, quella sotto la quale ha gioito tante volte, quella che ha esaltato e che l’ha fatto esaltare, quella con cui ha litigato per poi chiarire tutto, come si fa nei grandi amori.

bizzarri in curva2

Un amore ancora intatto, quello tra Bizzarri e la SPAL. La gente lo cerca, lo ringrazia ancora, dopo tanto tempo. Qualcuno lo presenta ai bambini, a chi allora non c’era, e si raccontano le gesta di Mino. L’ex attaccante ha la voce rotta dall’emozione, guarda i gradoni della Ovest, di nuovo piena come quando giocava e prova a descrivere a parole quello che si sente dentro: “E’ un’emozione immensa. Ho la pelle d’oca. Perché…” Si interrompe e poi riprende: “Perché la curva è la curva. Qua sotto ne ho fatti tanti io, ma tanti tanti”. E ci svela un dettaglio fondamentale: “E’ la prima volta che metto piede in uno stadio di una squadra in cui ho giocato. Capito? Ferrara per me ha significato tanto”. Girolamo Bizzarri ha giocato in serie A, ha indossato maglie importanti (Brescia, Cesena, Ravenna, Reggina, tra le altre), ha segnato, a Brescia, contro il Milan di Weah e Capello, svettando sopra un certo Paolo Maldini. Ma quando si è trattato di rompere la barriera del ricordo che separa una vita dall’altra, un’epoca dall’altra, Mino ha deciso di tornare proprio qui, solo qui: a Ferrara, in Curva, al “Paolo Mazza”. E l’ha fatto a modo suo, in un giorno non casuale: “Oggi ricorre l’anniversario di Giuseppe Campione (nato a Bari il 31 agosto 1973, ndr) io mi ricordo la corsa, quando ho fatto gol dall’altra parte contro lo Spezia, sono venuto qui sotto a appoggiare lo striscione di Campione. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente quando sono entrato oggi, e ho avuto i brividi”.

E da allora a oggi, Mino non ha perso d’occhio la sua SPAL, l’ha seguita anche nei momenti più bui. E di quest’anno conosce personalmente Togni, per il passato a Pescara, e mister Brevi, incontrato da avversario in tante battaglie da giocatore: “Non mi sembra un cattivo allenatore, è giovane, ha la voglia di emergere, bisogna dargli il tempo. Ci vuole la calma”. A fine primo tempo il Pontedera conduce già per uno a zero e Mino dice la sua: “La SPAL è una squadra all’inizio, è pesante. Il Pontedera è più brillante, finora ha meritato”.
Arriva un tifoso con un calendario, sopra c’è la figura intera di Bizzarri. “Questo lo prendo io però…”, fa Mino, ma non c’era nemmeno bisogno di dirlo: “Questo è tuo” risponde il tifoso “te l’ho tenuto apposta. Sono passati quasi vent’anni”. Sì, sono passati, ma Bizzarri non si dimentica.



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