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L’Aquila-SPAL è stata una partita decisamente brutta e spigolosa, condizionata da un terreno di gioco non esattamente impeccabile. Nonostante questo è comunque possibile segnalare le prestazioni più convincenti tra i biancazzurri, oltre a quelle non proprio esaltanti

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GASPARETTO – Col passaggio alla difesa a quattro eredita la fascia di capitano e i gradi di ministro della difesa, confermando i notevoli progressi fatti nel corso della sua esperienza spallina. Non sbaglia praticamente niente, sia quando è ora di metterci la testa, sia quando c’è da anticipare Perna sulla pericolosa sortita di Ceccarelli nel secondo tempo.

CECCARONI – Collabora alla perfezione con Gasparetto e gli esterni per mantenere al sicuro l’area presidiata da Branduani. Anche lui, come il suo compagno di reparto, mantiene la calma e legge bene ogni situazione. Se la cava anche da terzino nel finale.

BRANDUANI – Probabilmente sconta un minimo di concorso di colpa sull’episodio che porta Giani all’espulsione, offrendo al compagno un pallone non facilissimo da gestire, ma per il resto mantiene inviolata la porta con la solita sicurezza. Non si fa sorprendere sui tiri da lontano dei rossoblu e contribuisce alla guida del reparto con la consueta personalità.

IN OMBRA

GIANI – Sarebbe ingiusto e fin troppo facile buttargli la croce addosso, ma è altrettanto chiaro che la sua incertezza costa cara alla SPAL, cambiando la partita. Cose che succedono, soprattutto se il campo è messo male. Peccato, perché veniva da un periodo estremamente positivo.

SCHIAVON – Gioca un solo tempo, poi viene sacrificato da mister Consumi in favore di Gentile. Non la si deve leggere come una bocciatura, ma probabilmente come un’esigenza tattica in un momento in cui era richiesto particolare dinamismo. Qualità che al momento sembra ancora fare difetto al mediano di Piove di Sacco.

ZIGONI&FINOTTO – Li mettiamo insieme semplicemente perché oggi si sono dovuti preoccupare quasi esclusivamente di pressare e chiudere, anziché stazionare negli ultimi venti metri e concludere. A causa dell’atteggiamento generale della squadra toccano un numero limitatissimo di palloni, di fatto senza mai riuscire a trovare uno spazio per concludere in porta.



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