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Un giocatore nella storia della SPAL non era mai stato presentato in una maniera del genere, ma per l’acquisto più altisonante del mercato estivo, Marco Borriello, la società biancazzurra ha deciso di fare le cose in grande: aprendo le porte dello stadio “Paolo Mazza” di Ferrara del settore di Curva Ovest.

Prima del bagno di folla l’attaccante arrivato dal Cagliari si è presentato ai media nazionali e locali davanti ai microfoni della sala stampa, introdotto dal ds Vagnati: “Sono molto contento di avere portato qui un professionista che ha numeri che parlano per lui. Quando uno fa una certa carriera non serve parlare di qualità tecniche, ma dell’uomo. Ho sempre cercato di prendere uomini validi e Marco è uno di questi. All’interno del nostro gruppo sarà molto importante per la sua leadership e la sua esperienza. La trattativa era nata già prima del suo rinnovo col Cagliari, poi la sua scelta è stata quella di rimanere in Sardegna. Quando si è aperta la possibilità di un trasferimento ci abbiamo lavorato 24 ore al giorno, ma per un calciatore di questo livello bisognava fare di tutto. Mi ha trasmesso la sua voglia di continuare a fare il calciatore a grandi livelli e per noi sono fondamentali le motivazioni”.

Borriello ha raccontato di essere “Felicissimo di indossare la maglia della SPAL, ringrazio il direttore per questa possibilità, dimostrando di aver fiducia in me”. Prima della raffica di domande il centravanti ha commentato la partita di domenica scorsa all’Olimpico: “Siamo partiti come meglio non avremmo potuto, conquistando un punto contro una Lazio capace di battere i campioni d’Italia della Juventus. Bene, avanti così. Adesso testa all’Udinese”.

Era impossibile non chiedere a Borriello come si fosse evoluta la trattativa e i motivi per cui avesse scelto la SPAL: “Tutto quello che è successo l’ho scritto su Instagram, non sto a ripetermi ancora con il rischio di diventare ridondante. Semplicemente la SPAL è quella che mi ha voluto più di tutte: il direttore è stato il più veloce a contattarmi e il mister il più convincente al momento di spiegarmi la sua filosofia di gioco. Ho sentito anche il presidente con una telefonata. Il progetto tecnico mi ha convinto subito perché squadra di Semplici gioca a memoria e penso che abbia tutto quello che serve per poter esprimere al meglio le mie caratteristiche”.  Ecco cosa l’ha convinto: “Il modulo utilizzato dal mister: 3-5-2, con gli attaccanti vicini e gli altri che giocano per loro. Non potevo trovare di meglio. Un attaccante vive per fare gol. Adesso devo dimostrare che la società non ha sbagliato acquisto”.

La società dei Colombarini comunque lotta per la salvezza, e un acquisto del genere forse solo i più fiduciosi l’avrebbero potuto immaginare. Ma la pressione la punta napoletana ha detto di lasciarsela scivolare addosso, quasi come nulla fosse: “Alle responsabilità ci sono abituato, l’ho sempre fatto. E lo faccio volentieri anche qua. A 35 anni penso di sapere gestire situazioni del genere. La SPAL ha fatto un grande sforzo per prendermi, come ha fatto con altri. Semplici ha a disposizione un grande attacco, non so quante altre squadre possono contare su un potenziale di gol del genere”. Borriello non è parso preoccupato nemmeno dalla concorrenza: “La presenza di altri attaccanti forti è solo uno stimolo in più per allenarsi al massimo. Io sono venuto qui ma nessuno mi ha promesso nulla. La maglia da titolare va conquistata e mantenuta, allenamento dopo allenamento, domenica dopo domenica”.

La carica è quella giusta, ora servono i gol: “Almeno una decina per essere sicuri di raggiungere i quaranta punti”. E che non vi balenasse nel cervello di dubitare di lui: “A Cagliari ho giocato con continuità e ho segnato sedici volte. Adesso tutti parlano solo di questo. Ma dopo Roma, quando ho iniziato a girare per l’Italia in prestito perché la società non mi voleva, ho sempre fatto bene: prima a Genoa, poi a Carpi e infine a Bergamo”. Il segreto? “Mi seguono un fisioterapista e nutrizionista di fiducia che mi hanno fatto ringiovanire a livello fisico”.

E la Nazionale non è sembrata essere considerata dal nativo di Napoli così un’utopia: “Mi baso sulle parole di Ventura quando gli hanno chiesto di Balotelli. Il CT ha risposto, di sua spontanea volontà, ‘Perché non Borriello?”. Io adesso penso solo a mettermi a disposizione della SPAL e segnare dei gol per la salvezza. La maglia azzurra proverò a conquistarmela partita per partita”.
La chiusura è stata riservata al suo primo impatto con la città e i tifosi: “Ferrara la conoscevo già, anche se non sono stato qua mai più di due giorni. Mi ha sempre affascinato perché bella ed elegante. ho ricevuto una grandissima accoglienza dalle persone che ho incontrato per strada. Si è instaurato un feeling ottimo, così come con i compagni”.

Chiuso il confronto con la stampa, Borriello si è concesso al pubblico posizionato in curva Ovest. Sorrisi, pollici alzati, saluti e qualche pallone – autografato – calciato in curva. Gli unici che confida di mandare sugli spalti, visto il proposito di superare la doppia cifra anche in maglia SPAL.



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