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Come esce il Napoli dal match casalingo contro la Lazio? I partenopei si sono imposti per 4-1 sugli ospiti, dopo essere andati inizialmente in svantaggio al terzo minuto del primo tempo. Gli azzurri rimangono così in cima alla classifica, tenendo la Juventus a una lunghezza di distanza.

LA FORMAZIONE
Il Napoli è sceso in campo col consueto 433, ma a Sarri spettava il compito di sistemare la difesa. Con Albiol out per problemi muscolari (dovrebbe rientrare proprio contro la SPAL) e Ghoulam alle prese con un altro infortunio serio, a proteggere Reina ci hanno pensato Hysaj, Tonelli – alla sua prima da titolare in questa stagione -, Koulibaly e Mario Rui. A centrocampo i soliti Allan e Hamsik a supporto di Jorginho; in attacco il trio dei titolarissimi Callejon, Mertens e Insigne.

LA PRESTAZIONE
Nonostante il risultato, è stato sicuramente un duello a lungo alla pari quello tra Napoli e Lazio. Durante la fase iniziale della gara i partenopei hanno sofferto lo strapotere fisico di Milinkovic-Savic e compagni. A causa di un pressing alto e deciso, la squadra di Sarri ha manifestato diverse difficoltà nell’uscire palla al piede, complice sopratutto la gabbia costruita attorno a Jorginho. Tuttavia non sono mancati i guizzi in avanti soprattutto di un Insigne ispiratissimo, e appena la squadra di Inzaghi ha abbassato di un millimetro la guardia è stata infilzata da uno dei classici movimenti di Callejon dietro ai difensori, proprio nelle battute finali del primo tempo. Una volta venuta meno la brillantezza fisica degli avversari, complici le continue manovre verticali cercate con ostinazione, gli azzurri hanno potuto dare i propri tempi alla partita imponendosi col possesso palla e con un gioco qualitativamente unico nel nostro campionato. Fondamentale per le manovre del secondo tempo è parso Zelinski, subentrato al posto di Hamsik alla prese con un fastidiosissimo mal di schiena. Il talento polacco ha sostanzialmente offerto maggiore dinamismo e fantasia ai meccanismi offensivi della squadra, fornendo nuove soluzioni di gioco: è gran parte suo il merito sul gol di Mertens valido per il 4-1 definitivo, nato da una straordinaria azione corale. Gli azzurri hanno inoltre mostrato una grandissima determinazione anche sul finale, andando ulteriormente alla ricerca del gol nonostante un avversario francamente inerme.

LA CHIAVE TATTICA
A rendere speciale il gioco del Napoli è sicuramente la varietà e l’alta coesione del trio offensivo Callejon-Mertens-Insigne. I tre si completano e offrono diverse alternative ai propri compagni: lo spagnolo si contraddistingue soprattutto per i suoi inserimenti, la capacità di lettura delle azioni e per l’incredibile diligenza tattica; il belga – oltre a essere quello che meglio vede la porta – è forse il giocatore più versatile dei tre essendo capace sia di finalizzare, sia di fornire palle ai compagni quando le difese avversarie non gli concedono troppe libertà (esempio perfetto lo schieramento a tre dei laziali nel match di sabato sera); Insigne infine ha il compito di portare fantasia e imprevedibilità a un impianto tattico di qualità sopraffina.
In assenza di Ghoulam – giocatore fondamentale per le ripartenze offensive della catena di sinistra – le recenti modalità di aggressione dell’area avversaria sono principalmente da considerarsi due. La prima è sicuramente quella più ragionata e che parte da più lontano. A dare il La ai compagni è Jorginho che, protetto dalle due mezzali, può impostare l’azione sfruttando spesso gli inserimenti dei suoi compagni. Perfetta rappresentazione di quanto detto è sicuramente l’azione del pareggio firmata Callejon: finalmente libero dalla pressione di Luis Alberto, il regista italo brasiliano può andare a pescare lo spagnolo – uno specialista – inseritosi perfettamente sul filo del fuorigioco.
L’altro modalità invece si basa su un pressing altissimo e incessante. I reparti avanzati tendono così a effettuare un recupero veloce della palla e a rimarcare il predominio territoriale che i napoletani esercitano già più che bene con le solite triangolazioni a memoria.
Quanto detto risulta lampante al 9′ del secondo tempo, quando l’autogol di Wallace regala il vantaggio per 2-1 ai padroni di casa. In tale occasione a Lucas Leiva e Lulic non viene concesso nemmeno il tempo di ragionare, grazie alla gabbia Hysaj-Callejon-Allan e alla marcatura di Jorginho su Milinkovic-Savic. Da lì palla subito a Mertens che legge benissimo l’inserimento sulla fascia del collega di reparto spagnolo. Il cross al centro poi mette in apprensione Wallace che, forse anche destabilizzato dall’improvviso capovolgimento di fronte, non si intende con Strakosha e interviene sgraziatamente sul pallone.
Unico modo per mettere in difficoltà questa squadra – come già accennato – sembra quello di provare a impostare la partita su un piano prettamente fisico, cruccio da sempre degli uomini di Sarri. Tuttavia forzare i partenopei all’errore si è dimostrato alla lunga deleterio per i biancocelesti, risultati poi quasi in disarmo nel secondo tempo, a causa dell’esagerato dispendio energetico.

CHI TENERE D’OCCHIO
Se da un lato non è sicura la presenza di Hamsik visti i problemi alla schiena, con molta probabilità domenica prossima contro la SPAL dovrebbe fare il suo ritorno in campo Albiol. Per il resto segnalare qualcuno da tenere d’occhio in un’avversaria del genere è esercizio retorico. Dalla pericolosità nel gioco aereo di Koulibaly alla capacità in area di rigore di Mertens, il Napoli di Sarri può contare su una gamma di soluzioni offensive che molte squadre si sognano. Insigne e Callejon hanno già dimostrato di saper colpire in qualunque momento nel match d’andata, mentre il match-winner Ghoulam stavolta non ci sarà.
A Ferrara si spera che l’impegno di Europa League contro il RB Leipzig possa togliere un po’ di brillantezza agli uomini di Sarri, anche se il tecnico toscano progetta un turnover molto ampio che dovrebbe tenere a riposo i suoi uomini migliori. Finora gli unici risultati diversi dalla vittoria sono arrivati proprio al San Paolo, con i pareggi strappati da Inter e Fiorentina e la vittoria della Juventus. Fa eccezione il solo pari del “Bentegodi”, sponda Chievo, risalente a novembre.
Al tempo della partita d’andata (giocata a Ferrara il 23 settembre) il Napoli soffrì la tenacia della SPAL soprattutto nei ribaltamenti di fronte e lamentò l’impossibilità di giocare palla a terra su un terreno di gioco non proprio perfetto come era quello del “Mazza” in quel momento della stagione.

 

L’ANDAMENTO RECENTE (5V, 0N, 0P)

NAPOLI – LAZIO 4-1 (Callejon, aut. Wallace, Rui, Mertens)
NAPOLI – BENEVENTO 0-2 (Mertens, Hamsik)
NAPOLI – BOLOGNA 3-1 (aut. Mbaye, Mertens, Mertens)
ATALANTA – NAPOLI 0-1 (Mertens)
NAPOLI – H.VERONA 2-0 (Koulibaly, Callejon)



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