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Abbandonata la speranza di riportare Grassi in biancazzurro (è vicinissimo al Parma), la SPAL ha individuato in Simone Missiroli l’alternativa numero uno per l’ultima casella libera a centrocampo. Il 32enne di Reggio Calabria, pilastro del Sassuolo fin dalla stagione 2011/2012, con l’arrivo di De Zerbi al Mapei Stadium è stato repentinamente messo da parte e pare proprio che la storia d’amore con la compagine neroverde sia giunta ai titoli di coda, nonostante le annate da indiscusso protagonista che lo hanno fatto diventare idolo dei tifosi e bandiera della squadra del patron Squinzi, soprattutto dopo la storica promozione in Serie A nel 2013. Missiroli ha trascorso in panchina tutti i novanta minuti della partita di Coppa Italia contro la Ternana e nella giornata di lunedì Gianluca Di Marzio di Sky Sport ha dato conto di un passaggio in biancazzurro ormai imminente, con relativo contratto triennale.

Chi lo ha visto allenarsi e giocare a Sassuolo lo descrive come un professionista serio ed esemplare, un leader silenzioso che grazie al suo carisma riesce a trascinare dietro di sé l’intero gruppo. Insomma, una figura fondamentale all’interno dello spogliatoio. Ma limitare il suo apporto solamente alle doti caratteriali sarebbe un errore, perché in quasi quindici anni di carriera Missiroli ha ampiamente dimostrato di fare della duttilità in campo il suo punto di forza: lanciato in A da Walter Mazzarri alla Reggina nel 2005 (squadra con la quale ha disputato 168 partite per un totale di sei campionati), dalla stagione successiva, quella della miracolosa salvezza nonostante il meno undici iniziale in classifica dopo i fatti di Calciopoli, il centrocampista calabrese si è subito messo in evidenza nella posizione di mezzala sinistra, ma negli anni ha saputo farsi trovare pronto anche quando chiamato in causa come trequartista o mediano d’ordine davanti alla difesa. Unico neo la retrocessione dalla B alla Prima Divisione nel 2009 con il Treviso.

Dal suo arrivo a Sassuolo è sempre stato uno dei titolari della formazione emiliana, eccezion fatta per l’annata 2016/2017, contrassegnata da un paio di fastidiosi infortuni. Nell’ultimo campionato disputato, invece, sono state ben 35 le presenze (e 1 gol), 33 delle quali da titolare, sia nel 4-3-3 di Bucchi che nel 3-5-2 di Iachini, e proprio nel ruolo che nel medesimo schieramento tattico spallino è stato di Grassi. Destro naturale, si esalta sul centrosinistra del centrocampo, dove riesce a sfruttare al meglio la sua innata capacità di inserirsi senza palla che in carriera lo ha portato a segnare 43 gol, 11 dei quali in serie A. Buona anche la capacità di mandare in porta i compagni, come testimoniano i 33 assist totali. La sensazione è che solamente gli infortuni gli abbiano impedito di fare il definitivo salto di qualità dopo un inizio incoraggiante.

Viene da chiedersi per quale motivo il Sassuolo abbia deciso di privarsi di un giocatore del genere e anche colleghi più vicini di noi alle vicissitudini del sodalizio emiliano faticano a dare una spiegazione precisa. Senz’altro l’arrivo di Locatelli dal Milan (ufficializzato proprio lunedì) ha definitivamente spinto Missiroli fuori dal 433 di De Zerbi, che a centrocampo dovrebbe includere Duncan e l’ex rossonero Kevin Prince Boateng. Nella rosa neroverde ci sono diversi giovani in rampa di lancio come Sensi (1995), Cassata (1997) e Boga (1997), per cui è possibile che il dg Carnevali voglia abbassare un po’ l’età media.

un esempio delle capacità di verticalizzazione di Missiroli

L’innesto di Missiroli permetterà a Semplici di avere più scelta e più qualità a centrocampo. Verosimilmente il “Missile” (questo il suo soprannome) partirà in prima linea nelle gerarchie delle mezzali, alternandosi con Mattia Valoti e affiancando Kurtic e il regista di turno.



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