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Sabato per 75 minuti ho creduto di potermi dimenticare di un vecchio SPAL-Cagliari di Coppa Italia: loro in serie A, noi in serie B. Primo tempo sotto di due gol. Poi Bergossi, Giani (Pierluigi) ed ancora Bergossi a partita ormai conclusa mi diedero la più grande gioia calcistica dell’infanzia e forse di tutti i tempi, escludendo Terni 2017. Il ritorno a casa sulla Fiat 128 Sport di papà e l’ingresso in cortile, scortato da uno sciame di bambini che mi aspettavano come fossi un guerriero di ritorno dal fronte. Afono, come da allora mi capita spesso, dopo le partite, un sogno. Peccato, ci è mancato poco: Petagnone ed il Lupo ci hanno fatto impazzire. Sul goal di Ante7 gli schienali dei seggiolini della curva hanno fatto il danno temuto, siamo franati in una decina, felici e sepolti. Poco male. L’ala destra più forte d’Italia da una parte ed il bravo Fares dall’altra hanno fatto a fette gli isolani, per tre quarti di partita.

Nota di cronaca:  se ai miei tempi avessi subito un fallo come quello che ha subito Manuelito, a centrocampo, spallata cattiva sulla schiena, con il rischio reale di infortunio, l’avversario si sarebbe ritrovato, con il tatuaggio delle mie Benazzi sul quadricipite femorale. I ragazzi han lottato, per noi e noi per loro, la curva era tutt’altra cosa rispetto a quella vista col Frosinone, la SPAL pure era un’altra. La riunione di martedì scorso, in curva, con tanto di bar aperto, ha dato i frutti sperati. Un esempio di convivialità, unità e senso di gruppo che non credo abbia molti eguali in Italia. Attaccamento, passione e partecipazione. Solo così si possono ottenere risultati impossibili. I ragazzi in balaustra sono stati encomiabili, giovani e meno giovani … hanno intonato cori vintage, con un magnifico retrogusto di anni Novanta. Al centro ed ai lati un buon sostegno (si può fare meglio), e solo così potremmo tornare ciò che siamo. Cinquanta sono tanti ed anche per loro noi dobbiamo cantare ancora più forte. Chi non è da una parte o dall’altra della barricata, è la barricata (V. Lenin).

Ultimo, ma non ultimo, sabato in curva è stata diffusa una fanzine con il decalogo del curvaiolo. Argomento serio, che pur farà sorridere qualcuno, ed io con l’occasione vorrei riportarne i titoli:

  1. Il rispetto: la base di tutto
  2. La tradizione: il bene più prezioso
  3. La scelta del settore: falla con responsabilità
  4. La scelta del posto: sii intelligente
  5. Cori e battimani: il tifo vince sempre
  6. Le bandiere: sono tradizioni. Spostati tu
  7. Le sciarpe: un mare biancoazzurro
  8. Le coreografie: partecipa e contribuisci
  9. I colori avversari: c’è solo la S.P.A.L.
  10. L’aggregazione: sentiti parte della tua Curva

Concludo con le parole del signor G “La libertà non è star sopra un albero e nemmeno il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, la libertà è PARTECIPAZIONE”. E quindi, fai come Bill (cit.). Forza S.P.A.L.



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