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Galvanizzata dalle tre vittorie consecutive, la SPAL di Leonardo Semplici vola a Cagliari con la chiara intenzione di dare seguito a quanto di buono messo in mostra nelle ultime settimane. Impresa non facile, se si considera che alla Sardegna Arena i rossoblù hanno fatto 24 dei loro 33 punti, cadendo solo con Napoli, Atalanta e Juventus. Per capire che aria tira nel capoluogo sardo abbiamo interpellato di Giancarlo Cornacchia di Calcio Casteddu.

Giancarlo, mancano ancora otto giornate alla fine del campionato: matematica a parte, c’è ottimismo per la salvezza del Cagliari?
“Diciamo di sì, specie perché le vittorie contro Inter, Fiorentina e Chievo hanno indotto la piazza a sviluppare una certa fiducia verso questa squadra. Dopo la vittoria contro il Chievo i ragazzi di Maran hanno anche rotto la maledizione delle partite in trasferta, perdendo però contro la Juve in un gara in cui sinceramente si poteva fare molto di più. Viste le assenze della capolista, unite al loro attacco quasi ai minimi termini, mi aspettavo che il Cagliari riuscisse quantomeno a metterli un po’ in difficoltà, spinto come sempre da una grande Sardegna Arena che quest’anno ha rappresentato un vero e proprio valore aggiunto. Diciamo che non si credeva nel colpaccio, ma si sperava almeno di strappare un punticino ai più forti in Italia. Calendario alla mano, comunque, le sensazioni sono buone: il Cagliari affronterà due squadre blasonate come Roma e Lazio, ma per il resto tutte le partite possono considerarsi abbordabili. La prima è sicuramente quella di domenica con la SPAL: tre punti contro i ferraresi darebbero una bella scossa lì dietro e potrebbero collocare i sardi in una posizione abbastanza tranquilla, sperando chiaramente che non capiti qualche sorpresa lungo la strada”.

Elemento chiave nel 4-3-1-2 di Maran è il ruolo del trequartista, un ruolo che quest’anno è stato ricoperto da più interpreti. Chi giocherà dietro le punte domenica e come si schiererà in generale il Cagliari nella sfida coi ferraresi?
“Nelle ultime partite sulla trequarti è stato schierato Barella, un esperimento perfettamente riuscito perché il ragazzo ha qualità, corsa, idee e soprattutto pressing, una peculiarità quest’ultima fondamentale nelle idee di calcio di Maran. Bisognerà capire le reali intenzioni del mister in vista della sfida di domenica, dove presumibilmente si potrebbero vedere dei cambi rispetto alla sconfitta contro la Juventus. Birsa può essere rilanciato dal primo minuto con il conseguente arretramento di Barella sulla linea a tre dei centrocampisti, andando a ricoprire il ruolo di mezzala che è la sua posizione naturale. In regia Bradaric può far rifiatare Cigarini, mentre l’unico certo del posto sembra essere Ionita, un elemento che con la sua energia può far sicuramente comodo in virtù del forte centrocampo spallino. Dietro, Srna è squalificato ma avrebbe giocato comunque Cacciatore, mentre sulla fascia opposta Lykogiannis sta deludendo parecchio e Luca Pellegrini si riprenderà il suo posto. Il terzino arrivato a gennaio è stata una delle migliori novità e avrebbe dato vita ad un bel duello sulla fascia se ci fosse stato anche Manuel Lazzari. Chiaramente, l’assenza del laterale biancazzurro fa solo comodo al Cagliari”.

Cagliari e SPAL tra le ultime dieci squadre vantano la miglior difesa (42 reti subite) e praticamente lo stesso numero di reti messe a segno. Visti però i precedenti e il fattore campo, consideri favoriti i rossoblù?
“La SPAL è in un momento positivo e vincere aiuta a vincere: partita dopo partita acquisisci sempre più sicurezza nei tuoi mezzi e in quello che puoi veramente fare. Sarà una gara combattuta, non mi aspetto una partenza guardinga e credo che entrambe le squadre faranno di tutto per portarsi a casa i tre punti. La SPAL, senza dubbio, ha tutte le carte in regola per poterlo fare. Sarà una partita aperta ad ogni possibile risultato, molto diversa da quella della scorsa stagione in cui il Cagliari ottenne una vittoria tranquilla, agevolata da una SPAL con poche idee. I ragazzi di Semplici hanno un anno d’esperienza in più e vincere sarebbe importantissimo anche per loro. Nessuna delle squadre dall’undicesimo posto in giù può ancora considerarsi salva”.

L’uomo simbolo di questo Cagliari è Niccolò Barella, ora anche punto fermo della nazionale. Come e quanto è cresciuto nell’ultima stagione il gioiellino del vivaio?
“Barella ha avuto una crescita quasi esponenziale. Prestazione dopo prestazione ha dimostrato di essere ormai un giocatore maturo, che sta completando la sua formazione tattica e sta diventando quel tipo di giocatore definito ‘tuttocampista’, in grado di giocare in qualsiasi posizione con risultati sempre eccellenti. Forse solo in regia sarebbe limitato e sprecato. È migliorato sotto l’aspetto disciplinare, mostrando più equilibrio, e ricopre un ruolo di grande spessore dentro lo spogliatoio rossoblù. Sarà lui l’uomo mercato del Cagliari per l’estate. La sua partenza è praticamente certa e direi anche scontata, vista la crescita sia a livello di club che in nazionale. La base di prezzo si aggira intorno ai cinquanta milioni e sembra ci sia già un accordo con l’Inter, ma il mercato è imprevedibile e staremo a vedere chi riuscirà ad offrirgli il miglior progetto”.

Due parole sul polverone sollevato dai presunti cori razzisti contro Kean nell’ultima sfida con la Juve. È stato secondo te un episodio eccessivamente strumentalizzato?
“Ci sono state delle indagini da parte della procura federale, la quale ha sentenziato che i cori sono stati pochi e provocati. Gli ululati razzisti devono ovviamente essere condannati a prescindere, senza distinzioni, però dico anche una cosa: Kean è giovane e deve forse ancora capire cosa vuol dire essere un professionista, perché un atteggiamento come quello da lui tenuto nei confronti del pubblico sardo non è stato certamente professionale. I giocatori devono dimostrarsi superiori al pubblico di fronte ad ogni insulto o provocazione, senza mettersi sullo stesso piano di qualche delinquente che viene allo stadio solo per combinare dei guai. Credo che alcune situazioni vengano forse riproposte in maniera eccessiva, mentre la cosa migliore sarebbe dare meno visibilità possibile ad episodi che fanno solo del male al gioco del calcio”.

Petagna e Pavoletti: una sfida nella sfida tra due bomber con l’azzurro della nazionale sullo sfondo. Pavoletti è già nel giro, il rivale può entrare a farne parte?
“Petagna è quello che io definisco un centravanti ‘atipico’, uno che non ha mai avuto un grandissimo istinto da bomber, anche se quest’anno sembra stia invertendo notevolmente la tendenza. Non so se per il gioco di Mancini possa essere il più adatto, forse se il CT cambierà le sue vedute perché no? Sicuramente è un giocatore che sta dimostrando appieno il suo valore: il lavoro che fa per la squadra spalle alla porta è di fondamentale importanza per l’economia del gioco della SPAL, e pur non avendo una qualità tecnica eccezionale si sta dimostrando decisivo con i gol. La differenza con Pavoletti sta proprio nel modo di attaccare l’area avversaria: il centravanti del Cagliari guarda sempre la porta davanti a lui, mentre lo spallino ce l’ha quasi sempre dietro. In comune hanno che entrambi sono imprescindibili per le proprie compagini. Vedremo chi dei due avrà segnato più gol a fine campionato”.



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