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Sommariamente, cosa ci portiamo dietro dall’esito di Bologna-SPAL oltre al risultato? Dopo mezza giornata di riflessione, questo è quanto.

*Le buone notizie*

BERISHA / 17 parate, di cui una mezza dozzina di decisive, nelle prime due partite. Se c’era bisogno di allontanare il fantasma di Viviano, il portiere albanese c’è riuscito immediatamente. Solido, attento, coraggioso, freddo quando è ora di giocarla con i piedi. Su questo fronte la SPAL può stare tranquilla.

L’ATTEGGIAMENTO / Al di là dei limiti tecnico-tattici che sta palesando in questa prima fase, la squadra è compatta, motivata, determinata a lottare. Come d’altra parte dovrebbe essere ogni squadra a inizio stagione. In quest’ultimo periodo Semplici non ha perso occasione di sottolineare come nello spogliatoio si respirino grande serenità e coesione. Fattori che devono essere preservati per lavorare al meglio sui correttivi da apportare.

SEMPLICI SA COSA SERVE / Criticatelo quanto volete per il modulo (…) e per i cambi (!), ma se c’è un allenatore in grado di superare gli ostacoli di questa stagione e portare la nave in porto anche stavolta, quello è lui. Con una squadra orfana di Bonifazi, Lazzari e Fares deve ridefinire l’identità di gioco della sua SPAL con uomini dalle caratteristiche e dalle attitudini diverse. Il tutto in poco tempo, visto che il campionato (iniziato a mercato ancora aperto) non aspetta nessuno. Per lui si tratta di un’altra sfida difficile, ma conoscendolo sarà altrettanto determinato a a vincerla.

*Le cattive notizie*

LA TENUTA DIFENSIVA / Attenzione, non è questione di buttare addosso la croce  a Cionek, Vicari e Felipe. Il problema allo stato attuale sta nell’interpretazione generale. Nelle distanze, nei tempi delle uscite e nella solidità degli esterni che sono chiamati a proteggere le corsie laterali. Da una parte D’Alessandro mostra qualche limite negli uno contro uno (anche a livello fisico), dall’altra al momento c’è una soluzione temporanea (Igor) che ha mostrato tutti i suoi effetti collaterali nel confronto del Dall’Ara. Non è un caso che la SPAL stia cercando di portare a casa un altro esterno (Sala della Sampdoria) nelle fasi finali del mercato, in modo da avere più alternative.

MANCA QUALCOSA. ANZI, QUALCUNO / Inutile girarci attorno: la SPAL, per stare un po’ più tranquilla di quanto non sia ora, necessiterebbe di un paio di ulteriori innesti. In difesa, dove il vuoto lasciato da Bonifazi è difficilmente colmabile, e sul settore esterni per i motivi menzionati precedentemente. Qualcuno potrebbe osservare: e la punta? Beh, inserire qualcuno in quel settore sarebbe un vero e proprio lusso, considerati i limiti imposti dal budget e lo stallo del mercato in uscita.

LA ASPETTATIVE / La rincorsa del girone di ritorno della scorsa stagione ha alimentato, in parte dell’opinione pubblica, l’idea che il futuro della SPAL avrebbe previsto ulteriori passi avanti in termini di risultati e piazzamenti. Potrebbe essere una buona idea ragionare in termini completamente diversi, perché le squadre di calcio non seguono percorsi lineari e basta poco per far franare le poche certezze faticosamente costruite. L’orizzonte della SPAL è la permanenza in serie A: che questa arrivi col 17° posto all’ultima giornata o col 13° posto con tre turni d’anticipo deve interessare solo per gli almanacchi.

 



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