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Arkadiusz Reca (1995) e Jacopo Sala (1991). Sono gli ultimi arrivati di casa SPAL. Tanto diversi in termini di impatto visivo quanto simili nelle aspettative. Quelle naturalmente di provare a dare più varietà e qualità in un reparto che al momento sembra essere il tallone d’Achille dei biancazzurri, quello delle corsie laterali.

Le prime parole sui nuovi arrivati in famiglia le ha spese come d’abitudine il ds Davide Vagnati, partendo da Sala: “Finalmente è finito il mercato (ride, ndr.). Come sapete nell’ultimo giorno è arrivato Jacopo. È un ragazzo che vanta una grande esperienza, anche all’estero. Già da giovanissimo ha vestito le maglie di Chelsea e Amburgo, esperienze a cui sono seguiti tanti anni in A. Ho visto in lui grande voglia di mettersi a disposizione, visto che alla Sampdoria il suo percorso era finito. Ci darà duttilità e mi preme dire che è un ragazzo che si è messo in discussione, accettando un contratto annuale con opzione sul rinnovo. Questo significa che è pronto a dimostrare coi fatti e non con le parole il suo valore. Sono contento sia entrato a far parte della famiglia”.

Parola che passa al diretto interessato: “Lo staff della SPAL con me è stato perfetto, introducendomi in squadra con i tempi giusti. Non ho problemi fisici, ma venivo da allenamenti differenti e non volevano forzarmi. Per quanto riguarda il mio ruolo sono a disposizione del mister. Quello che il mister chiede provo a farlo al 100% e ogni giorno lavoro dando tutto per aiutare la squadra. A Verona giocavo prevalentemente mezzala in un centrocampo a tre. A Mandorlini devo molto perché è stato il primo a credere in me quando sono tornato in Italia. A Genova all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà per entrare nei meccanismi di Giampaolo, ma poi le cose sono andate molto bene. Con lui ho giocato sia a destra, dove mi sono trovato meglio, sia a sinistra. Mi ha fatto crescere molto sia come calciatore che come uomo e lo ringrazierò sempre.
L’approccio con Semplici invece è stato veloce, per questioni di tempo. Abbiamo parlato poco, perché dovevo subito calarmi nelle sue idee di gioco. Dovrò giocare in un modulo diverso rispetto a quello usato negli ultimi tre anni. Quindi poche chiacchiere e tanto campo. Io faccio il mio, cercando ogni giorno di capire e captare quello che lui mi chiede, sperando di riuscirci il più velocemente possibile. Nel corso della mia carriera ho avuto qualche infortunio muscolare che mi ha stoppato, ma non guardo al passato. Pensiamo ora ad arrivare il prima possibile alla salvezza, perché abbiamo tutte le qualità per farlo”.

Dopo un attimo di pausa, riprende quindi la parola Vagnati, questa volta per presentare Reca: “Finalmente ci vediamo, visto che l’avevamo seguito già un anno fa. Penso che questo sia il momento migliore per questo matrimonio sia per noi che per lui. Reca ha grandi qualità per quello che è il nostro modulo: forza, corsa e spunto nell’uno contro uno, sposando perfettamente le nostre necessità nel 3-5-2. Ha fatto un anno in una squadra importante come l’Atalanta, accumulando un bagaglio significativo, anche dal punto di vista di lingua e cultura, visto che per uno straniero ci vuole sempre un periodo di adattamento. Ci darà una mano per l’infortunio di Fares e sono convinto regalerà a questa piazza grandi soddisfazioni. Ora concediamoli il giusto tempo per assimilare i dettami di Semplici”.

E Reca, parlando in italiano, parte subito ringraziando per la fiducia: “Sono stato molto contento quando ho saputo che sarei potuto arrivare qui. A Bergamo ho lavorato tanto e imparato tanto pur giocando poco, accumulando esperienza. Ora sono qua per aiutare. Semplici in campo mi ha detto come devo giocare e cosa devo fare. Tatticamente è un po’ diverso da Bergamo e sta a me imparare presto. Non so perché là ho giocato poco. Gasperini mi parlava poco, non mi ha mai detto perché, anche se mi spiegava dove sono bravo e dove invece migliorare. Diceva che in fase offensiva facevo bene, ma mostravo qualche carenza in fase difensiva. In Polonia ho giocato solo un anno come difensore perché ero un esterno offensivo. Ora però voglio aiutare questa squadra perché, come ho detto, pur non giocando tanto ho comunque imparato molto. L’anno scorso la SPAL mi cercava. Con il mio procuratore abbiamo parlato tanto su cosa fosse meglio per me e in quel momento Bergamo sembrava la scelta migliore. Domenica so che, qualora giocassi, potrei trovarmi di fronte Lazzari. Lui è fortissimo e cercherò di fare del mio meglio. Qui ho stretto un ottimo rapporto con Cionek. È importante per me nello spiegarmi quando non capisco con la lingua e nel dirmi come funziona questa squadra. In questo weekend ho avuto anche l’opportunità di essere convocato con la nazionale, anche se ero la terza scelta. Devo affermarmi prima qua, poi potrò giocare di più in nazionale”.

Per gli appassionati di numerologia, Reca ha scelto la maglia numero 13 mentre Sala la 26, numero già portato sulle spalle durante la sua esperienza triennale a Verona.



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