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È un Leonardo Semplici entusiasta quello che si è presentato in sala stampa dopo la vittoria col Parma. Il tecnico spallino ha toccato tanti argomenti. Molta delusione, invece, per il collega Roberto D’Aversa.

LEONARDO SEMPLICI
Per Strefezza mi dispiace, ma devo fargli i complimenti perché sta crescendo, iniziando a capire quello che voglio da lui, facendosi trovare pronto sia dall’inizio che a partita in corso. E’ sicuramente un esempio del fatto che non contino solo gli undici titolari, ma anche quelli che subentrano, come successo oggi quando c’era da soffrire. Purtroppo ci vuole pazienza e ce n’è sempre poca, anche da parte dell allenatore. Alcuni ragazzi sono arrivati tardi, devono crescere, capire cosa vogliamo e capire io le loro caratteristiche, cercando di metterli insieme e di dare un equilibrio. Oggi abbiamo fatto una partita sopra le righe, contro una squadra di valore, in entrambe le fasi, creando i presupposti per vincere. Mettendo attenzione nelle coperture preventive per non prendere ripartenze che sono una loro grande qualità. In dieci abbiamo saputo soffrire, concedendo qualche palla sporca e poco altro. Sono contento, faccio i complimenti ai ragazzi. Si comincia a intravedere la squadra che vorrei vedere tutte le domeniche e da qui partiamo perché queste prestazioni dobbiamo cercare di farle con tutti. Poi ogni domenica sarà diversa, ma l’importante è essere squadra come oggi, mostrando voglia, agonismo, personalità, oltre all’organizzazione e l’idea di gioco“.

La vittoria di oggi può essere un passaggio importante, anche se di partite ne mancano ancora tante. Si inizia a vedere il lavoro fatto in questi mesi in cui purtroppo non eravamo al completo e sapevamo ci sarebbe voluta pazienza. Questa vittoria è venuta in un giorno particolare per me, dopo 200 partite con questa società, e ci voleva per tutto l’ambiente perché quest’anno si va sempre a cercare qualcosa che non esiste, mentre quello che esiste sono questi ragazzi che lottano su ogni pallone e così sarà fino a quando sarò io l’allenatore. Abbiamo grande rispetto per quello che facciamo, per la proprietà, per i nostri tifosi e la città che rappresentiamo nei migliore dei modi. Poi possiamo anche perdere, però noi ci siamo. Stiamo uniti, come abbiamo sempre fatto: sappiamo che è dura e che non abbiamo ancora fatto nulla, ma questo può essere l’inizio di un percorso sofferto che si potrà concludersi nella maniera migliore. In questi anni si è creato qualcosa di particolare e ora sono concentrato sul mio presente. Non so se arriverò a 400, ma cercheremo di coronare nuovamente questo cammino. Poi nei prossimi anni vedremo quello che accadrà. Sicuramente questa unità di intenti con la società e la curva è straordinaria e nessuno ce la può togliere. Possono inventare quello che vogliono, tipo che il mister che fa a cazzotti col presidente, ma queste cose mi fanno solo ridere. Dobbiamo essere più forti e smentire queste persone che non sono tifose della SPAL“.

La crescita di Tomovic, Reca e Valdifiori mi rende felice perché sono soddisfazioni per uno staff e una società che puntano su giocatori che in alcuni momenti possono essere sembrati fuori dal progetto e che con la loro voglia e professionalità stanno diventando utili. E’ dal precampionato che nomino Valdifiori: sembra il fratello diverso da quello dell’anno scorso e ogni volta che lo riterrò opportuno lo farò giocare. Per allenare la SPAL ci vuole coraggio, in tutti i sensi. Penso di averlo sempre dimostrato, anzi è un elogio che faccio a me stesso, quello di non pensare a troppe circostanze, ma di mettere in campo quello che vedo. Poi posso sbagliare, sbagliano anche gli allenatori bravi. Qui devi lanciare giocatori, prendere il meglio da loro e farli sentire importanti“.

La cravatta che ho lanciato nei minuti finali alla fine l’ho recuperata (ride, ndr). La tranquillità della squadra è un aspetto importante. Infatti col Lecce oltre alla sconfitta ho visto squadra non sicura delle proprie qualità e a inizio campionato non può accadere. Parlando ai ragazzi abbiamo analizzato la cosa per provare a metterli nelle condizioni di potersi esprimere meglio. Quando crescono l’autostima, la condizione fisica e la conoscenza reciproca si possono fare queste prestazioni“.

ROBERTO D’AVERSA
Si è vista nettamente la differenza tra una squadra che voleva portare a casa il risultato e una che ci teneva meno, nonostante una superiorità numerica per oltre venti minuti. Penso sia stata una giornata storta e può capitare. Ieri avevo cercato di spingere in conferenza stampa proprio sulle motivazioni, visto che affrontavamo una squadra ultima in classifica, ma oggi si è fatto veramente poco e cercheremo di capire il motivo. Non punto il dito contro qualche singolo, è stata la prova generale a deludermi, ma certamente ci sono grandi meriti della SPAL, perché quando c’era un pallone a metà strada arrivavano sempre prima loro. Nell’intervallo ho detto ai ragazzi che essendo ancora 0-1 eravamo stati fortunati e ci sarebbero state le possibilità per rimontare. Ma oggi non meritavamo di portare a casa un risultato positivo”.



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