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Parma-SPAL si è giocata ormai 74 giorni fa, ma l’eco di quella partita surreale continua a produrre effetti. Lo dimostra l’attenzione che hanno suscitato le considerazioni di Daniele Faggiano, direttore sportivo del club crociato, in qualità di ospite della puntata di “Tutti Convocati” su Radio 24 di lunedì 18 maggio.

Parlando esplicitamente di “partita falsa”, Faggiano ha fornito materiale ideale per dei titoli ad effetto che poi sono stati effettivamente realizzati, spesso assieme a sintesi piuttosto sintetiche del suo ragionamento. Tuttavia le parole del dirigente del Parma vanno inquadrate nel loro complesso per essere comprese a fondo.

Se mio padre va al lavoro o mio zio va al lavoro non vedo perché non possa farlo chi è nel calcio professionistico, anche quello è lavoro. Se i risultati si ottengono giocando, quelli che non vogliono farlo lo dicessero. Io ho giocato una partita finta, Parma-SPAL. E’ stata una partita finta e tra dieci anni dirò cos’è successo in spogliatoio dalle 12 alle 12.30. E non mi sembra giusto. Non posso farlo ora perché è meglio che io faccia il direttore sportivo se no poi dopo… Mi hanno fatto giocare e perdere una partita finta. Il signor Petagna, che rispetto come giocatore e come uomo, ha detto che è stato un brutto allenamento. Però queste frasi le vedo poco in giro. E’ stato un brutto allenamento e se non ci fosse stato quel rigore la partita sarebbe stata da 0-0. Ma non tanto per il pubblico o non pubblico: quello manca a tutti. Manchiamo noi al pubblico e loro a noi, anche durante gli allenamenti. Però era una partita finta, perché non si può arrivare dalle 12 alle 12.30, con la squadra pronta da due giorni con colazioni alle 9 e tutto il resto, e poi decidere di non giocare. Non solo per le istituzioni del calcio, perché se no sembra sempre che si tratti di politica… qualcuno pure non voleva che si giocasse quella partita. Ci può stare che qualcuno non volesse giocare, non sto dicendo che avesse torto. Però siccome già non avevamo giocato le due partite precedenti (con Torino e Genoa – ndr), ci sono stati 15 giorni e cosa fanno? Ci mandano i messaggi a mezz’ora dalla partita? Ma io vi ammazzo tutti… Si fa per dire eh, ci mancherebbe“.

Il sunto del discorso è: alle 12.30 di quel giorno, mentre scendiamo in campo, succede questo. Dopo due mesi tutti pronti che si doveva andare in ritiro il 18 maggio e due giorni prima non se ne fa più nulla. Allora non è cambiato niente: sono stati due mesi di stallo. Io non so chi rema contro, parlo per quel che riguarda il Parma: il 18 puntavamo a essere pronti e siamo pronti“.

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