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Il 3-0 finale basta da solo a spiegare quanto successo al “Bentegodi” tra Hellas Verona e SPAL. La squadra di Di Biagio è andata sotto 2-0 già dopo undici minuti, senza mai entrare realmente in partita.

VOTO DI SQUADRA: 4 – Una prestazione che dimostra come non ci sia mai limite al peggio in questa stagione. La partita inizia male, con il Verona che entra come un coltello nel burro tra le maglie difensive spalline, trovando il doppio vantaggio nei primi dieci minuti di gioco. La reazione dei ragazzi di mister Di Biagio non c’è praticamente mai stata e un po’ di equilibrio in campo si è visto in campo solo quando gli avversari hanno rallentato i ritmi.

LETICA – Inizia con un’altra papera sul colpo di testa di Di Carmine che porta in vantaggio gli scaligeri. Poi qualche buona parata, una da pochi passi su Borini, ma non dà mai la sensazione di essere tranquillo.

TOMOVIC – Contro di lui Lazovic fa il bello e il cattivo tempo sulla sinistra. Non riesce mai a trovare i tempi giusti per accorciare sull’avversario. Vede meno fantasmi quando passa a sinistra, dopo l’ingresso di Iskra.

SALAMON – Schierato tra Tomovic e Bonifazi, pur con diverse incertezze, finisce per essere il meno impresentabile dei difensori messi in campo da Di Biagio.

BONIFAZI – Un’altra giornata da dimenticare. Conferma come questa sua terza esperienza a Ferrara sia da archiviare il prima possibile. Tra i tanti svarioni spicca quello in avvio: dopo nemmeno sette minuti lascia saltare indisturbato Di Carmine al suo fianco. Sul calcio d’angolo del 3-0 Faraoni stacca nella zona difesa da lui e Tunjov.

FARES – Ancora ri-adattato come terzino sinistro per mancanza di alternative, perde Di Carmine sull’azione del 2-0. Prova a rifarsi con qualche sortita in avanti, come al 24’ quando viene spinto da Amrabat, ma né Sozza né il VAR Giua giudicano il contatto da rigore (dal 1’ s.t. ISKRA – Una delle note più positive di questo periodo. Mostra buona personalità in fase di spinta e, in fase difensiva, approfittando anche del calo dell’avversario, non soffre più di tanto Lazovic).

DABO – Gira come una trottola in mezzo al campo contro il palleggio dei centrocampisti gialloblù. Un po’ per questo e un po’ per il fatto di essere stato sempre utilizzato nelle ultime partite la sua prestazione è lontana dalla sufficienza.

VALDIFIORI – Fatica in entrambe le fasi. Gli avversari gli arrivano un po’ da tutte le parti e quando può giocare il pallone i suoi compagni gli offrono pochissime soluzioni di gioco (dal 1’ s.t. MURGIA – Non fa meglio del compagno, anche se avrebbe almeno un paio di possibilità per accorciare le distanze, sia di testa, sia su punizione.

TUNJOV – Catapultato in campo in una situazione più grande di lui, non riesce a mettere in mostra le qualità di cui tutti parlano. Tanti gli errori tecnici e anche su calcio da fermo non crea mai pericoli (dal 30’ s.t. DI FRANCESCO – Si mette dietro a Petagna, ma non si vede praticamente mai, se non al 94′ quando prova a sorprendere Radunovic con un’azione personale)

STREFEZZA – Nel primo tempo lui e Valoti non riescono a dare il loro contributo né il copertura né in appoggio a Petagna. Qualcosa di meglio quando trasloca a sinistra da dove può accentrarsi e tirare, come a inizio secondo tempo: palla fuori di poco. (dal 39’ s.t HORVATH – Gioca tre o quattro palloni nel finale).

VALOTI – Alla sua prima partita da capitano della SPAL sembra ancora lontano da una condizione accettabile per poter scendere in campo e anche Di Biagio gli risparmia il secondo tempo (dal 1’ s.t. D’ALESSANDRO – Riesce a creare qualche patema alla difesa avversaria, come accaduto domenica scorsa, sempre da subentrato).

PETAGNA – Il 433 scelto da Gigi Di Biagio lo consegna alla marcatura dei tre difensori del Verona che, in quasi tutte le occasioni, lo anticipano senza grossi problemi. E’ comunque il più pericoloso grazie a una punizione, a un colpo di testa e a una girata svirgolata.

DI BIAGIO – Le belle parole della vigilia si infrangono ancora una volta alla prova del campo, stavolta dopo soli undici minuti a causa di un approccio a dir poco tragico. La squadra è in continua balia del Verona e lui non trova mai alcuna contromisura tattica all’altezza.



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