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Può sembrare strano, ma con il rinnovo di contratto al quasi 39enne Sergio Floccari la SPAL ha fatto una mossa rivolta alla costruzione del proprio futuro. Con la firma apposta martedì la dirigenza non solo ha assecondato la legittima fame di calcio giocato del suo capitano, ma ha anche fatto capire di voler condividere con lui un eventuale percorso fuori dal campo. La vena aurifera del potenziale di Floccari come giocatore è in via d’esaurimento, ma quella di risorsa per la crescita del club è tutta da scoprire.

Evidentemente non è servito molto tempo a Giorgio Zamuner e Pasquale Marino per vedere in Floccari una delle pietre angolari della ricostruzione. Non tanto per una questione di leadership dura e pura, perché non stiamo parlando di uno che attacca i compagni al muro, ma per la sua capacità di essere figura rassicurante, coscienziosa, logica, saggia. Un esempio e un riferimento per i compagni che hanno la voglia e l’intelligenza non solo di ascoltare, ma di seguire l’esempio di chi ha una cura rigorosa di sé e non si risparmia mai neanche di fronte alle sfide dell’età.

Le proposte alternative, nonostante la carta d’identità, non gli sono mancate. Tanto dalla A quanto dalle categorie inferiori. Ma l’idea di andare via non deve essergli mai sembrata davvero realistica, né desiderabile. Per tanti motivi. Sergio in fondo è diventato emiliano, pur restando profondamente legato alla sua Calabria. Di 23 stagioni da calciatore 11 le ha vissute in regione: Faenza, Rimini, Parma, Sassuolo, Bologna e Ferrara. Una città nella quale lui e la sua famiglia hanno trovato amicizie, serenità e un affetto quasi incondizionato da parte di tifosi e opinione pubblica. Pensare di chiudere la sua parentesi alla SPAL senza neanche un ultimo giro d’applausi, senza neanche un abbraccio – di quelli veri – avrebbe rappresentato un epilogo ingiusto, oltre che tristissimo.

Floccari nell’ultima stagione non ha sbragato nel finale, a differenza di tanti (troppi) colleghi più o meno illustri. Assieme a Vicari, che non a caso è stato il suo vicecapitano, avrà il compito di riportare un clima sereno in uno spogliatoio che inevitabilmente riserverà ancora tracce di depressione, inquietudine e menefreghismo. Almeno fino a che il mercato da porte girevoli che attende la SPAL avrà fatto pienamente il suo corso, portando lontano da Ferrara quelli che da tempo hanno già fatto sapere di non credere più nel loro tempo in biancazzurro. La B che Floccari ritrova sarà molto diversa da quella conosciuta più di tre anni fa: allora c’era un gruppo compatto, motivato, lanciato con entusiasmo verso un’impresa impensabile. Ora ci sono parecchi cocci da raccogliere e probabilmente non riusciranno a stare insieme neanche con la più tenace delle colle. Sarà un’altra sfida per il ragazzo partito 23 anni fa da Nicotera. Le altre le ha vinte quasi tutte, basterebbe questo per dargli fiducia ancora una volta.



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