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La suggestione di un possibile ritorno alla SPAL di Luca Mora, lanciata su Il Resto del Carlino da Mauro Malaguti, ha un indiscutibile fascino per chi ha a cuore i colori biancazzurri. Il veterano dei cronisti sportivi ferraresi ha riferito di “serie e fondate speranze” nell’edizione del 19 agosto:

“E’ a lui, o anche a lui, che il presidente Mattioli sicuramente si riferisce quando parla di contatti con giocatori che sappiano essere anche leader, cosa che è mancata molto nel gruppo della retrocessione. […] La SPAL fa sul serio ed è pronta a formulare una proposta pluriennale ad ampio raggio”.

Mora (1988) è un giocatore dello Spezia dal gennaio 2018, quando venne ceduto dalla SPAL (da capitano) dopo due anni e mezzo straordinari per fare spazio a Jasmin Kurtic. Ha giocato alle dipendenze di Fabio Gallo, Pasquale Marino e Vincenzo Italiano, accumulando 77 presenze complessive e 7 gol. Giovedì 20 agosto giocherà la sua ultima partita della stagione contro il Frosinone, nel ritorno della finale playoff di serie B. Se tutto dovesse andare come lo Spezia si augura (all’andata è finita 0-1 in Ciociaria), Mora potrebbe festeggiare la sua seconda promozione in serie A nel giro di tre anni. Ma in qualunque caso non farebbe parte della lista dei giocatori incedibili, tanto che già a gennaio 2020 la stampa sportiva spezzina era arrivata a ipotizzare un suo congedo anticipato. Il suo contratto con scadenza giugno 2020 era stato esteso di un anno nello scorso mese di dicembre 2019.

Perché potrebbe aver senso: 

– Mora fa parte di un ristretto gruppo di giocatori rimasto quasi unanimemente nel cuore della tifoseria dai tempi del doppio salto dalla serie C alla A. Nel corso della sua esperienza ferrarese si è distinto non solo per prestazioni spesso eccezionali, ma anche per la sua figura facilmente riconoscibile e un profilo umano interessante e di spessore, soprattutto se comparato alla media della categoria. Rimettergli addosso la maglia biancazzurra dopo una stagione in cui è stata indossata da parecchi giocatori privi di qualunque legame con essa rappresenterebbe senz’altro una mossa particolarmente eloquente da parte di una dirigenza alla ricerca di certezze morali, prima ancora che tecniche.
– La SPAL, se dovessero andare in porto le cessioni progettate dal ds Zamuner, dovrà rifare il centrocampo quasi da zero. Castro, Murgia e Valoti sono nella lista dei partenti e anche la partenza di Viviani è come minimo auspicata, per quanto complicata da un contratto pesantissimo. Inserire un giocatore come Mora nella posizione di mezzala sinistra nel 433 di Marino avrebbe senso, seppure non necessariamente per un ruolo da titolare inamovibile.
– Il contratto di Mora probabilmente sarebbe in linea con i nuovi parametri di bilancio e un accordo favorevole, oltre che flessibile, potrebbe essere agevolato dal legame che il giocatore ha con il club.
– Il centrocampista di Parma conosce perfettamente l’ambiente, è legato alla SPAL e rappresenterebbe una presenza importante nello spogliatoio che verrà grazie alla sua leadership un po’ atipica che ha riscosso consensi anche a La Spezia.
– Mora ha lasciato la SPAL malvolentieri a gennaio 2018 e seppur a distanza di due anni e mezzo potrebbe ricavare motivazioni forti per un riscatto di quell’epilogo non proprio ideale.
– Per quanto la sua produzione in zona-gol non sia più quella mostrata nella memorabile stagione 2016-2017, resta un giocatore di grande affidabilità per la serie B. Nel corso degli ultimi tre anni il suo minutaggio è diminuito, ma i numeri (riportati nella tabella in basso) dicono che la sua efficienza è rimasta intatta e in alcuni aspetti è addirittura migliorata grazie ad un’ulteriore maturazione.

[alcuni numeri di Luca Mora messi a confronto grazie ai dati rilevati da WyScout. Gli xG sono i gol potenziali a partita, gli xA sono gli assist potenziali a partita]

– Conosce già Pasquale Marino, i suoi metodi, la sua idea di calcio. Con il tecnico siciliano Mora ha vissuto una stagione (2018-2019) da titolare, risultando il settimo giocatore di movimento più utilizzato nella rosa dello Spezia. Con l’attuale allenatore della SPAL ha giocato da mezzala sinistra in un centrocampo a tre, presidiando zone di campo che ormai da anni sono il suo territorio di caccia.

[le zone di campo calpestate più spesso da Mora nelle stagioni con Semplici e Marino, via WyScout]

Perché potrebbe essere un rischio eccessivo:

– A maggio 2021 la carta d’identità dirà 33 anni. Età che per un calciatore contemporaneo non è più sinonimo di ritiro imminente, ma che rappresenta comunque l’ingresso nella fase finale di carriera, almeno ad alti livelli. Mora è integro e per quanto non abbia mai fatto di struttura e vigore fisico le sue armi principali, potrebbe pagare maggiormente un inevitabile divario contro avversari più giovani e dotati di maggiore energia, oltre che la necessità di tempi di recupero più lunghi. Può sopperire con la sua intelligenza tattica e con la conoscenza del gioco, ma molto dipenderà dall’intensità che Marino vorrà adottare per la sua SPAL.
– Il contesto in cui tornerebbe sarebbe radicalmente diverso da quello in cui ha costruito le proprie fortune. Mora ritroverebbe una SPAL formato cantiere, con tanti giocatori pronti ad andarsene e altri indotti a rimanere solo dalla mancanza d’alternative. Non ci sarebbe lo slancio emotivo che il gruppo del doppio salto seppe cavalcare alla perfezione, né la spensieratezza che contraddistinse il nucleo centrale di quella squadra. Brillare, o anche solo incidere significativamente, di fronte a premesse simili potrebbe essere davvero complicato, oltre che frustrante.
– Raramente i ritorni di giocatori così popolari riservano soddisfazioni equiparabili a quelle riservate nelle precedenti esperienze e le aspettative del pubblico potrebbero essere eccessive rispetto alle reali possibilità del giocatore.
– Andrebbero verificate le sue motivazioni profonde e si tratta di un’opera difficile per qualunque ds o tecnico. In passato non sono mancati esempi di giocatori validissimi invogliati al ritorno in un porto sicuro e con un ampio credito da spendere con l’opinione pubblica. Mora non sembra caratterialmente incline a questo genere di pigrizia, ma per uno dei capitoli finali della sua carriera potrebbe inevitabilmente cedere alla tentazione di dire sì condizionato da uno scontato senso di nostalgia, più che da un reale appetito di nuove vittorie.



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