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Anche se oggi deve indossare gli occhiali per vedere un po’ meglio, Giorgio Zamuner rimane un’icona sempre giovane e perfettamente riconoscibile della storia moderna della SPAL. Giunto alla boa dei 56 anni, la capigliatura fluente non l’ha abbandonato e la personalità rimane quella spigliata messa in mostra ormai trent’anni fa, quando Giovanni Botteghi decise di prelevarlo dal Modena per metterlo a disposizione di Gibì Fabbri, in una squadra che ancora oggi è tra le preferite di sempre del pubblico spallino.

Quello festeggiato mercoledì 18 novembre è il quarto compleanno che Zamuner ha trascorso assieme all’ambiente SPAL. Il primo risale al 1991 e coincide con uno dei momenti più difficili della vita dell’attuale direttore sportivo, alle prese in quei giorni col dolore per la perdita del fratello Roberto, vittima di un incidente stradale. L’allora centrocampista spallino saltò Vicenza-SPAL 0-0 del 17 novembre proprio a causa di questo grave lutto e rientrò in azione una settimana più tardi nello 0-0 del “Paolo Mazza” contro la Triestina. Nella stagione successiva le candeline della torta Zamuner le spense… a Empoli. Era stato infatti ceduto ai toscani a fine ottobre 1992, dopo le prime sette partite in serie B, per fare posto al più giovane Stefano Salvatori.

Il 1993 fu per lui l’anno del grande ritorno a Ferrara, con la SPAL reduce dall’amara retrocessione all’ultima giornata. Uno dei 7 gol di quell’annata Zamuner lo segnò proprio nella settimana del suo compleanno nel 2-2 casalingo contro lo Spezia (21 novembre). Certo, quello rimasto impresso nelle menti dei ferraresi fu il gol del 5 giugno 1994 al “Dall’Ara” di Bologna, ma quella è un’altra storia…

Fu proprio il Bologna a dargli un dispiacere nel novembre del 1994. La magia del “Dall’Ara” non si ripeté e quel giorno Zamuner uscì dal campo tutt’altro che soddisfatto dopo aver visto la squadra di Renzo Ulivieri imporsi per 2-0. In compenso si era tolto la soddisfazione di andare a segno il 13 di novembre nel netto 3-0 al Carpi. Al termine di quella stagione, chiusa fuori dalla zona playoff nonostante i 21 gol di Mino Bizzarri, Zorz fece la valigia e si trasferì a Como. Non poteva sapere che sarebbe tornato a Ferrara da avversario per due volte nella stagione 1995/1996, peraltro per segnare in entrambe le occasioni.

Da allora Zamuner ha festeggiato molti altri compleanni a Ferrara da privato cittadino, soprattutto dopo la sua ultima partita da calciatore nel 2002. La città l’ha adottato e lui non ha mai perso l’occasione per sottolinearlo, nonostante qualcuno nel frattempo gli abbia rimproverato di aver rifilato qualche giocatore mediocre alla SPAL durante i suoi tempi da procuratore. Questione di punti di vista, in ogni caso acqua passata da un bel po’ e sicuramente diventata umidità. Oggi Zamuner ha fatto 56 tra uffici e corridoi di un centro sportivo che porta il nome del suo maestro Gibì, l’allenatore che per sua stessa ammissione ha cambiato il corso della sua carriera. Basterebbe anche solo quello per spiegare quanto sia stato speciale un giorno così.



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