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Non poteva certo mancare l’argomento calciomercato tra quelli trattati da Walter Mattioli nella conferenza stampa del 27 novembre. Il presidente non solo si è soffermato sulle possibili idee per gennaio 2021, ma ha anche voluto parlare di strategie a medio termine.

GENNAIO 2021 – “Il mercato di gennaio dipende da tante cose: dalla posizione di classifica a gennaio, dalle eventuali esigenze del mister, ma soprattutto dalla possibilità di far quadrare i conti. Retrocessione e Covid non hanno di certo aiutato e la situazione ha fatto sì che nascessero nuove esigenze anche sotto questo aspetto. La rosa della SPAL ad oggi richiede una spesa doppia rispetto a quella del Benevento che lo scorso anno ha dominato il campionato. Sono numeri importanti di una squadra che è scesa di categoria, ma ha stipendi da serie A. In estate non siamo riusciti a fare completamente ciò che volevamo: come avete visto se n’è andato solo Fares oltre a Bonifazi in prestito, gli altri sono rimasti tutti. Tra serie A e serie B gli introiti televisivi passano da 37-38 milioni a 5-6 milioni. Il paracadute aiuta, ma non è sufficiente“.

A gennaio cercheremo di fare le cose in modo da non mandare in sofferenza la società. Se qualche elemento ci viene richiesto, e questo non fa parte del progetto, potrebbe partire. Così come se ci sarà bisogno di un intervento per raggiungere il traguardo che tutti ci auguriamo, agiremo. Ma non bisogna trascurare l’aspetto economico che in questa situazione nazionale e globale è tutt’altro che tranquilla. Il discorso-mercato comunque vale un po’ per tutta la rosa, senza distinzione tra dentro e fuori dal progetto. Se arriveranno richieste dalla serie A penso faremo fatica a trattenere certi giocatori. Ad oggi non ci sono richieste, ma se dovessero arrivare le considereremo insieme ai giocatori interessati. La priorità rimane quella di provare a snellire il monte ingaggi, che pesa per l’85% sui costi societari, cedendo qualche giocatore che ha richieste e inserendo giovani di prospettiva“.

AUTARCHIA E PRUDENZA – “Per quanto riguarda l’idea della squadra giovane e italiana sono della stessa idea di Zamuner (il ds ne aveva parlato nel corso di una diretta con la nostra redazione). Già dai tempi della Giacomense e dei primi anni di SPAL il mio modo di operare è sempre stato quello di avere rose fatte di molti italiani e molti giovani e per questo abbiamo ricevuto molti complimenti. Poi la serie A ci ha portato a modificare il modo di agire e ad oggi, dopo quanto visto lo scorso anno, certi tipo di investimenti come 7-8 milioni per un difensore, 11-12 per un centrocampista, 14 per un attaccante, probabilmente non rappresentano il modo in cui la nostra società deve operare. Dobbiamo tornare a ciò che facevamo prima, lavorando sui giovani, dal nostro settore giovanile o da quello di altri, con prestiti e possibilità d’acquisto a prezzi contenuti e con la possibilità poi di rivenderli. Questa deve essere la politica della SPAL”.

FUTURE CONFERME – “Discorsi abbozzati per i giovani qui in prestito? Sì, i rapporti sono ottimi con tutte le società, in particolare con l’Atalanta: ho un rapporto quasi fraterno con Percassi e abbiamo già ragionato sulla possibilità di trattenere certi giocatori e di trattarne di nuovi. Dall’altra parte c’è grande stima e disponibilità nel mandare questi ragazzi che hanno la possibilità di diventare grandi giocatori qui a Ferrara, perché sanno che qui hanno l’ambiente giusto per maturare. Ranieri e Sala sono già in Under 21, Okoli ha il potenziale per stare nel giro della nazionale A, ma sono tutti uno più bravo dell’altro“.



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