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Nel corso di una conferenza stampa durata oltre un’ora, Walter Mattioli ha affrontato una vasta gamma di argomenti, compreso il recente passato della SPAL.

IL LUNGO SILENZIO – “Se io e gli altri dirigenti abbiamo parlato meno è perché ci è venuto meno di poter rilasciare dichiarazioni dopo le partite. Per il resto la retrocessione ha lasciato profonde ferite in tutti noi, sia sotto l’aspetto tecnico finanziario sia sotto l’aspetto psicologico. In questi mesi ci siamo concentrati principalmente sul lavoro, abbiamo lavorato giorno e notte per risolvere tantissime problematiche. Una parte di queste siamo riusciti a sistemarle, mentre una parte ancora è da fare. La depressione dell’ambiente, accentuata anche dalla situazione sanitaria in Italia, mi ha fatto pensare che fosse più il momento dei fatti piuttosto che quello delle parole. In ogni caso posso essere d’accordo con chi dice che avrei potuto farmi sentire prima di tre mesi: da qui in avanti cercherò di mettermi a disposizione più frequentemente. Sicuramente non potrò tutte le settimane come prima, ma in accordo con l’ufficio stampa possiamo trovare una soluzione che accontenti tutti. Preferisco comunque che parlino più stesso allenatore e direttore perché sono loro i principali protagonisti dell’area tecnica“.

LE RESPONSABILITA’ DELLA RETROCESSIONE – “Vorrei evitare di tornare indietro e dire cose che possano creare inutili polemiche. Però visto che mi è stato chiesto vi fornisco il mio punto di vista. Le colpe della retrocessione, così come i meriti in altre circostanze, devono essere distribuiti tra tutti. Vagnati e Semplici devono essere ringraziati per il lavoro straordinario che hanno fatto con noi e onestamente mi meraviglia un po’ che Semplici sia ancora senza squadra. Vagnati ci ha chiesto di poter andare in una società importante e dopo essermi confrontato con la proprietà abbiamo deciso di lasciarlo andare perché lavorare con persone che non hanno voglia di rimanere non sarebbe stato facile. Ha trovato questa grande opportunità e l’ha colta al volo. La sua partenza mi ha provocato dispiacere, anche se non gliel’ho mai detto. Era un punto di riferimento ed avevamo lavorato sempre fianco a fianco, prendendo giocatori importanti, ma anche facendo errori che possono capitare in tanti anni di lavoro“.

La scorsa stagione per noi è partita con degli handicap, primo tra tutti la vicenda dello stadio. Per quanto riguarda Semplici, all’inizio della stagione secondo me non era convinto al cento per cento di ricominciare con noi. Se vi ricordate si è preso un po’ di tempo prima di darci la sua disponibilità: anche quello per me è stato un segno negativo perché il modo di lavorare della SPAL è sempre stato quello di portare avanti in maniera unita il progetto accettando qualsiasi circostanza si fosse presentata. Devo ammettere anche errori miei, perché dopo aver iniziato con mister Semplici non avrei dovuto esonerarlo in quanto conosceva l’ambiente, i ragazzi ed avremmo continuato a giocare con il modulo che tutti conoscevano. Ritengo quindi che questo sia stato un errore mio e di chi mi ha consigliato questa soluzione. È stato globalmente un anno disgraziato, cominciato con la questione stadio e qualche infortunio pesante. Non voglio dare la colpa a qualcuno in particolare, le colpe sono di tutti e in particolare di chi dirige la società, quindi soprattutto mie“.

MORA – “È stato molto vicino a tornare a vestire la maglia della SPAL. C’era in ballo uno scambio di giocatori, ma non è andato in porto perché non ci siamo trovati tra società, più che altro per esigenze dello Spezia. A me ha detto che sarebbe tornato anche a piedi. Luca è molto legato al nostro ambiente, non è un mistero“.



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