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Nel giorno del suo ritorno di fronte alla stampa sportiva ferrarese con una conferenza durata oltre un’ora, Walter Mattioli ha affrontato una vasta gamma di argomenti, compreso il processo di costruzione della SPAL 2020/2021 e le aspettative che la società ripone sulla squadra nel contesto del campionato di serie B.

RICOMINCIARE E RICOSTRUIRE – “La retrocessione ha aperto grosse ferite per il modo in cui è arrivata, lo ribadisco. In questi anni la SPAL ha lavorato ad un programma che prevedeva la volontà di rimanere in A il più a lungo possibile. Per questo, se ricordate, i giocatori sono stati quasi sempre acquisiti ed il tredicesimo posto dell’anno precedente aveva dato l’impressione che fosse diventato tutto più facile. La retrocessione dell’anno scorso secondo me è stato un grandissimo campanello d’allarme: puoi avere giocatori di proprietà e con stipendi ingenti, ma la retrocessione crea delle problematiche. Sul rapporto con i giocatori posso dirvi che dopo la scadenza del mercato, il 6 ottobre, mi sono chiuso con i miei giocatori in una stanza, noi soli. Ci siamo detti tante cose. Avendo sentito tante voci di giocatori scontenti all’idea di rimanere a giocare in serie B ho spiegato loro diverse cose: per primo un dato di fatto, ossia che molti di loro erano lì perché nessuno li aveva cercati; secondo, giocare nella SPAL doveva essere una soddisfazione e non un ripiego; terzo, che dovevano dimostrare il loro valore che nell’ultima fase del campionato non si era vista. Con i giovani è stato più semplice, hanno tutti portato tanto entusiasmo e molti di loro sono bravi e pronti per fare i titolari in serie B“.

CLIMA DIVERSO – “Il mix di esperti e giovani è riuscito e oggi vedo finalmente lavorare un gruppo, una vera squadra. Lo si vede dagli allenamenti, da come parlano, da come stanno insieme. Mi spiace perché mister Marino aveva dato la disponibilità ad aprire le porte per gli allenamenti, ma la situazione non lo ha permesso. Sarebbe stato un bel vedere anche per tifosi e giornalisti. Questo è merito soprattutto del mister e di tutto il suo staff, di Mezzini, di Zamuner e De Franceschi che stanno vicini ai giocatori e li consigliano. Oggi allenarsi alla SPAL è un divertimento oltre che una fatica: si allenano con intensità, si abbracciano ed esultano ai gol in partitella. Il gruppo mi sta dando delle soddisfazioni, si allena in una certa maniera e fa ben sperare per il futuro. Se all’inizio avevo qualche dubbio, ora sono più convinto e un gruppo così mi fa ben sperare. Avete sentito anche Brignola sui suggerimenti dati dai più vecchi, Spaltro che entra e i più esperti gli danno consigli su come muoversi e posizionarsi. È quello che era successo anche qualche anno fa: sto rivedendo in questo gruppo le caratteristiche di quello della doppia promozione. Un nome in particolare faccio fatica a nominarlo, tutto il gruppo al momento mi sta piacendo. Se però devo citare qualcuno, dico Tomovic: a detta di tutti lo scorso anno non ha fatto bene e in estate aveva ricevuto una proposta importante dalla serie A per un ricco biennale. Lui però ha chiesto di poter rimanere alla SPAL perché moglie e figlie ci tenevano a rimanere a Ferrara. Mi ha chiesto di poter dimostrare sul campo di meritarsi una riconferma, anche se aveva un solo anno di contratto. Questi sono segnali che dimostrano come i ragazzi abbiano capito gli errori fatti nel finale dello scorso anno e cercano riscatto”.

MARINO – “Ad oggi abbiamo una rosa molto importante: in ogni settore del campo ci sono due o tre ricambi. Ci stiamo riprendendo dopo un inizio di campionato difficile, sapevamo che sarebbe stato un momento delicato per un fatto più psicologico che tecnico e abbiamo la fortuna di aver trovato un tecnico esperto, preparato e paziente nello spiegare a tutti i giocatori ciò a cui mirava. Marino è stato bravo anche nei nostri confronti nell’essersi messo a disposizione per quanto riguarda i moduli, perché ha modificato la sua idea di gioco a seconda dei giocatori a disposizione e questo dimostra grande intelligenza da parte sua. Piano piano ha introdotto la sua idea. I cambiamenti non sono stati facili perché la squadra veniva da cinque anni con un certo tipo di gioco: cambiarlo non è facile, e Marino è entrato in punta di piedi. Un po’ alla volta i ragazzi hanno iniziato a seguirlo attentamente, si sono messi a disposizione e qualcosa di importante lo stiamo già intravedendo. Siamo riusciti a lasciarci alle spalle la fase estiva più critica e imboccando la strada giusta”.

ZAMUNER – “Con tutti i miei collaboratori ho un rapporto di grande stima e tendo a dare loro grosse responsabilità perché se lo meritano. Sono molto contento di come sta operando Zamuner anche perché l’ho voluto io a Ferrara. Il rapporto che ho con lui è un po’ diverso rispetto a quello che avevo con Vagnati. Con quest’ultimo era quasi come fossimo padre-figlio, mentre con Giorgio il rapporto è basato più sull’amicizia, penso sia l’unico che mi dice ‘ciao Walter’ quando mi incontra. È una persona molto preparata sotto l’aspetto tecnico, calma e riflessiva sotto quello caratteriale. Conosce benissimo l’ambiente del calcio e le persone che ne fanno parte. Mi sento di poter dire che è iniziato un nuovo importante ciclo e per come stiamo impostando il lavoro, penso ci siano i presupposti affinché Zamuner possa restare a Ferrara per molti anni“.

PROGRAMMAZIONE – “La nostra programmazione è sempre di tipo triennale e la facciamo con costi certi e ricavi più o meno certi. I programmi di quest’estate erano quelli di ridurre il monte ingaggi che è davvero molto pesante, magari accontentando quei giocatori che avevano espresso il desiderio di tornare in serie A, ma non ci siamo riusciti per situazioni diverse. Sono rimasti costi importanti che portano a problematiche economico-finanziare su cui stiamo ragionando per cercare di risolverle. Se dovessimo tornare in serie A i problemi si risolveranno quasi in automatico, se rimarremo in serie B i problemi si aggraveranno. Questo è il tema all’ordine del giorno. Stiamo cercando di lavorare per mettere la famiglia Colombarini, che in questi anni ha sempre colmato le perdite di bilancio della società SPAL, nelle condizioni di fare interventi fattibili e non straordinari. Dobbiamo metterli nelle condizioni di lavorare al meglio. Noi ci impegniamo come sempre, anzi, io lavoro ancora di più degli altri anni perché la retrocessione mi ha davvero aperto una ferita che solo un’eventuale promozione rimarginerà completamente. Testardamente lavoro per riportare tutto quello che la tifoseria si aspetta e quello che la città si merita. So che è difficile, però la SPAL merita di fare campionati importanti: la serie A o una B sempre di vertice. So che è difficilissimo, anche perché ci sono tanti imprenditori e presidenti che lavorano e spendono per centrare certi obiettivi. Il rapporto con la famiglia Colombarini è quello di sempre: di collaborazione e amicizia. Ci siamo presi tutti assieme un impegno e lo porteremo avanti, credetemi“.

COSTI DEL COVID e L’IPOTESI DELLA BOLLA – “Avere in gestione cento ragazzi tra tutte le giovanili, con i campionati sospesi, comporta notevoli problemi perché le loro vite devono andare avanti e dobbiamo prestare attenzione alle loro esigenze. Noi li abbiamo sempre gestiti alla grande e penso che la SPAL sia una delle società che ha avuto meno contagi a livello nazionale. Tenete conto che da giugno, ossia da quando è stato introdotto il protocollo di sicurezza la SPAL ha speso 320mila euro di tamponi. Questo solo fino al mese di ottobre. Con la prima squadra da oggi al 4 gennaio avremo altre nove partite, tutte fondamentali per quello che può essere il risultato finale. Bisogna però tenere conto che in mezzo ci sono le festività natalizie e stiamo pensando a come tutelare il gruppo per evitare di incappare in problemi che si allarghino a macchia d’olio. La soluzione a cui stiamo pensando è quella della cosiddetta bolla, perché in questo mese ci giochiamo effettivamente tanto. Quindi potremmo anche decidere di fare un ritiro dal quale uscire solo per le partite. Però bisogna tenere conto anche di quello che vogliono i giocatori, giustamente. Ne stiamo discutendo con loro per affrontare nel migliore dei modi, ma giustamente non so quanti siano disponibili a farlo visto che tanti hanno una famiglia con la quale vogliono trascorrere del tempo”.

 



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