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A poco più di due settimane dalla sua risoluzione di contratto con la SPAL, Marko Jankovic (1995) ha trovato squadra: giocherà in Israele, nel Beitar Gerusalemme. Il trequartista montenegrino ha firmato un accordo fino al 2023.

מרקו מגיע לירושלים: שחקן נבחרת מונטנגרו מרקו יאנקוביץ׳ סיכם במועדון.
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Pubblicato da ‎מועדון הכדורגל בית”ר ירושלים – F.C. Beitar Jerusalem‎ su Mercoledì 3 febbraio 2021

 

Il trasferimento è arrivato dopo che Jankovic non era riuscito a convincere i polacchi del Legia Varsavia a metterlo sotto contratto. Tra venerdì 29 gennaio e lunedì 1 febbraio il giocatore ha sostenuto due sessioni di test medici e atletici che hanno portato la dirigenza del Legia a fare marcia indietro. “Non è una questione di infortuni, ma di condizione fisicaspiegano i colleghi di Sport.ple il Legia ha bisogno di acquisti in grado di giocare fin da subito“. Tra l’altro lo stesso allenatore del Legia, Czeslaw Michniewicz, aveva speso pubblicamente parole d’elogio per Jankovic: “Si tratta di un giocatore di attitudine offensiva e dotato di grande tecnica. Sa risolvere situazioni difficili in maniera creativa e questa è una caratteristica che manca alla nostra squadra“.

Il Legia è in piena lotta per il titolo in Polonia (29 punti in 15 partite, secondo posto dietro il Pogon Szczecin a 31) e se avesse messo sotto contratto Jankovic si sarebbe potuto verificare un incrocio con un altro ex spallino, Bartosz Salamon, che attualmente gioca nel Lech Poznan (decimo con appena 18 punti).

Il Beitar è invece al nono posto nella Premier League israeliana, a 21 punti di distanza dalla capolista Maccabi Haifa ed a soli 5 dal fondo della classifica occupato dall’Hapoel Tel Aviv. Il club non vince il titolo dal 2008 ed è noto soprattutto per l’orientamento ultra-nazionalista della propria tifoseria. Come spiegato di recente su Rivista Undici: “La tifoseria è storicamente schierata all’estrema destra, al punto che numerosi gruppi di tifosi intonano spesso il coro ‘Morte agli arabi’ quando occupano gli spalti dello stadio Teddy Kollek, impianto da 34mila posti inaugurato nel 1991. In virtù di questa ideologia, nella rosa del Beitar non c’è mai stato un solo giocatore arabo, ed è l’unica squadra israeliana a non averne mai acquistato uno“. Il principale gruppo ultras del Beitar, ossia La Familia, nel corso degli ultimi 15 anni si è reso protagonista di diversi atti violenti tra cui un rogo agli stessi uffici del club dopo l’ingaggio di due calciatori di origine cecena nel 2013.

Nello scorso dicembre aveva fatto notizia l’acquisizione del 50% delle quote societarie da parte dello sceicco Hamad bin Khalifa Al Nahyan, uno degli eredi delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti. Questa svolta inaspettata ha inevitabilmente attratto l’ostilità delle frange più radicali della tifoseria del Beitar, alcune delle quali hanno minacciato una sorta di boicottaggio permanente.

A favorire il passaggio di Jankovic al Beitar ha provveduto l’attuale allenatore degli israeliani, il serbo Slobodan Drapic. Il tecnico ha infatti lavorato al Partizan di Belgrado tra il 2012 e il 2013, proprio nel periodo in cui il trequartista di Cetinje stava emergendo dai ranghi delle giovanili.



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