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SPAL-Ascoli (34^ giornata di serie B) è finita 1-2, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
La classifica dell’Ascoli poteva indurre a pensare che per la SPAL potesse trattarsi di un impegno semplice, ma l’andamento del girone di ritorno dice che i marchigiani hanno portato a casa 23 dei loro 37 punti nella seconda parte di campionato. La SPAL nello stesso arco di tempo s’è fermata a 17. Reduce dalla vittoria casalinga 1-0 contro il Monza, per l’Ascoli gli unici cambi di formazione nel solito 4-3-1-2 sono D’Orazio al posto di Kragl come terzino sinistro e Bajic al posto di Bidaoui in attacco ad agire accanto a Dionisi. Proprio quest’ultimo è il capocannoniere dei bianconeri con 8 gol, mentre il trequartista Sabiri alle sue spalle segue con 6 gol e 3 assist.

Formazione
4-3-1-2
Leali
Pucino, Brosco, Avlonitis (60’ Quaranta), D’Orazio;
Buchel (70’ Danzi), Saric (73’ Eramo), Caligara;
Sabiri;
Bajic (70’ Bidaoui), Dionisi.

LA SPAL
Dopo Lecce c’è la conferma per il 4-3-1-2, in contrapposizione ancora una volta ad una squadra che notoriamente utilizza lo stesso sistema di gioco. Un cambio per reparto con Tomovic di rientro dalla squalifica che consente di schierare Ranieri a sinistra al posto di Sernicola, anche lui squalificato. Al centro invece Missiroli al posto di Murgia e Floccari in attacco al posto di Strefezza.

Formazione
4-3-1-2
Berisha
Dickmann (80’ Asencio), Okoli, Tomovic, Ranieri;
Segre (73’ Sala), Viviani (46’ Murgia), Missiroli;
Valoti (46’ Strefezza);
Di Francesco (73’ Moro), Floccari.

LA PARTITA
L’Ascoli ha impostato una gara d’attesa e ha lasciato alla SPAL l’iniziativa nella propria metà campo, aspettando compatto dietro la linea del pallone per poi sfruttare eventuali ripartenze negli spazi aperti. Dall’altro lato i biancazzurri hanno faticato a superare in costruzione la prima linea di pressione avversaria: da un prolungato giro palla orizzontale deriva la statistica generosa alla voce possesso palla: 30:38 minuti che corrispondono al 65%, con 544 passaggi contro i 319 dell’Ascoli.

Con la linea d’attacco dell’Ascoli compatta al centro per schermare le linee di passaggio in zona centrale, la SPAL ha cercato di passare per vie laterali con Dickmann a destra e Ranieri a sinistra. Qui la pressione avversaria si è fatta subito forte con le mezzali sempre puntuali ad uscire larghe, lasciando due possibili soluzioni: tornare indietro sui centrali oppure provare a verticalizzare su Floccari che cerca di essere lato palla.

Le verticalizzazioni laterali con la difesa avversaria schierata spesso hanno prodotto palle perse in maniera diretta (nella foto sopra Dickmann si libera del pallone non trovando alternative) o costretto Floccari ad abbassarsi per ricevere, allontanandosi dalla porta per ricominciare lo sviluppo. In alternativa quando si è provato a forzare la palla al centro ci sono stati errori individuali come quelli di Okoli al 20’ (Missiroli salva intervenendo in scivolata in area piccola) o al 50’ (Bajic senza avversari in area non ha un buon controllo palla) che hanno concesso agli avversari due tra le migliori occasioni della partita.

Nel primo tempo, per riuscire a superare la metà campo per vie centrali senza forzature, Valoti si è abbassato sistematicamente sulla stessa linea di Viviani. Così facendo ha avuto la possibilità di ricevere molti palloni, con gli attaccanti avversari più impegnati a schermare Viviani stesso. Di contro però è mancato il suo apporto in zona di rifinitura, anche se in questi casi Segre è andato ad occupare lo spazio rimasto libero sulla trequarti. Nel secondo tempo invece, con l’uscita di Valoti per infortunio e il baricentro degli avversari più basso, è stato Strefezza sulla trequarti a catalizzare i passaggi in zona centrale.

In una delle rare occasioni in cui l’Ascoli si è trovato scoperto, la SPAL è riuscita a realizzare il gol del vantaggio. In questo caso sfruttando una palla persa in costruzione da Pucino (poi scivolato a terra). La transizione positiva iniziata poco oltre il centrocampo ha portato a creare un 4 contro 4 in area, dove Floccari è stato abile a servire Valoti rimasto solo al limite.

Il gol del pareggio dell’Ascoli è giunto dopo un’azione partita su rimessa dal fondo del portiere, che ha evidenziato la qualità del lavoro delle punte avversarie. In questo caso prima Bajic sulla corsia esterna e poi Dionisi dentro l’area, lavorando spalle alla porta, hanno creato spazio per gli inserimenti dei compagni. Oltre che nell’azione del gol, la superiorità nei duelli dei due attaccanti dell’Ascoli è stata dominante lungo tutto il corso della partita, con Tomovic e Okoli che in uscita dalla linea difensiva hanno dovuto interrompere fallosamente diverse iniziative avversarie.

Dopo il vantaggio l’Ascoli ha ulteriormente lasciato iniziativa alla SPAL che ha cercato di rifinire le proprie azioni principalmente con Di Francesco e Strefezza sul centro-sinistra, sfruttando le loro qualità nello stretto e la tendenza a rientrare sul piede destro. Nonostante l’atteggiamento difensivo a palla chiusa, gli avversari non hanno rinunciato all’aggressione come in questo caso in cui escono forte in tre rubando palla a Strefezza girato spalle alla porta.

SPAL IN POSSESSO PALLA
2-5-3
Superata l’iniziale pressione avversaria, sono Tomovic e Okoli a rimanere in marcatura sulle punte avversarie, con Dickmann e Ranieri che si alzano per creare ampiezza. Con Valoti più basso perché spesso impegnato in fase di costruzione, è Segre ad occupare il suo posto nei tre che la SPAL tiene alti sulla linea difensiva. A gestire il possesso è invece una linea a cinque piuttosto piatta, che trovando difficoltà ad imbucare per vie centrali senza uomini tra le linee, cerca di portare palla sulle corsie laterali. Con Ranieri propositivo e più volte sul fondo, dallo stesso lato sinistro è Di Francesco sempre molto mobile a cercare di puntare l’avversario convergendo al centro per cercare il tiro o un assist al centro.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
4-3-1-2
In fase difensiva la squadra è rimasta alta per portare pressione sin dalla costruzione bassa avversaria. Floccari e Di Francesco più bloccati al centro e Valoti/Strefezza a schermare il regista avversario. Alle loro spalle le mezzali pronte ad uscire sui terzini larghi. Una pressione impostata con movimenti molto simili a quelli avversari, eppure anche il secondo gol dell’Ascoli (in foto) arriva su una costruzione iniziata dal portiere. L’aggressività della SPAL porta ad uscire anche con i terzini che lasciano spazio alle spalle sulle corsie laterali, zona privilegiata per gli sviluppi avversari. Nello specifico proprio sul secondo gol viene attaccata la zona lasciata sguarnita dall’uscita di Dickmann, che anche ripiegando velocemente non può opporsi al cross del terzino D’Orazio che si sovrappone a Dionisi.

Sergio Restano ha trent’anni, è allenatore UEFA C e ha la qualifica di match analyst professionista.



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