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SPAL-Como (9^ giornata di serie B) è finita 1-1, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
Giacomo Gattuso sceglie la stessa identica formazione rispetto alla vittoria casalinga per 2-0 contro l’Alessandria. Il capocannoniere della squadra Cerri con tre reti (ed ex-SPAL) parte inizialmente dalla panchina, confermata la coppia La Gumina-Gliozzi per dare continuità ai tre risultati utili consecutivi. Stessi punti in classifica e gestione simile delle risorse tecniche per le due squadre: anche l’allenatore comasco, nonostante gli impegni ravvicinati, ricorre poco alle rotazioni portando avanti il proprio sistema e idee di gioco a prescindere dall’avversario.

Formazione
1-4-3-3
Gori;
Vignali, Scaglia, Varnier, Cagnano;
Iovine, Arrigoni, Bellemo, Chajia (63′ Parigini);
La Gumina (70′ Cerri), Gliozzi (70′ Kabashi).
Allenatore: G. Gattuso

LA SPAL
Tutti disponibili tranne Da Riva e anche Clotet conferma in blocco la formazione reduce dal pareggio di Cittadella, dove addirittura il primo cambio era arrivato al minuto 88.

Formazione
1-4-2-3-1
Thiam;
Dickmann, Vicari, Capradossi, Tripaldelli;
Esposito (77’ Crociata), Viviani;
D.Seck (77’ D’Orazio), Mancosu, Latte Lath (60’ Melchiorri);
Colombo (87’ Mora).
Allenatore: J. Clotet

LA PARTITA
Ancora una volta i numeri parlano di una SPAL che sembra controllare il gioco, ma che fatica però a raccogliere i tre punti. Nonostante lo svantaggio incassato dopo appena un minuto, gli spallini hanno disputato una gara coerente con le loro idee e il loro atteggiamento, contrapposti come spesso accade ad avversari molto più chiusi e prudenti. Da un lato la percentuale del possesso palla può essere accentuata dal progressivo abbassamento del baricentro del Como, che specialmente nel secondo tempo si è profuso nella difesa del vantaggio, riservandosi di essere pericoloso esclusivamente in contropiede. Dall’altro lato ancora il maggior numero di tiri conferma la tendenza a sviluppare le azioni offensive sfruttando le qualità balistiche dei propri interpreti, che hanno trovato di fronte un portiere avversario autore di un’ottima prova.

La SPAL, anche a causa della generosità e nel numero di giocatori portati a ridosso dell’area avversaria, è stata in difficoltà a chiudere sulle transizioni positive avversarie, ma i pericoli più grossi sono arrivati durante due momenti di blackout di squadra. Nel secondo tempo infatti, tra il 51’ e il 52’, il portiere Thiam sbaglia due volte in maniera identica ad avviare l’azione, regalando di fatto il possesso agli avversari sulla trequarti offensiva. Deve poi intervenire lui stesso sulle conclusioni avversarie che ne scaturiscono per mantenere il risultato sullo 0-1.

Pochi minuti prima del pareggio della SPAL, tra il 72’ e il 73’, il Como colpisce due legni con Arrigoni e Kabashi. In entrambe le occasioni la SPAL si è trovata molto lunga, con la linea difensiva che ha dovuto temporeggiare fino ai pressi dell’area, concedendo agli avversari di trovare spazio per le conclusioni arrivate da fuori.

Sotto viene proposto il momento del tiro-cross dell’esterno Chajia, non trattenuto da Thiam e ribadito in rete da Gliozzi per il vantaggio del Como. Si può osservare come nonostante la superiorità numerica in zona laterale, all’esterno belga avversario sia stata lasciata la possibilità di tirare verso lo specchio della porta, dopo essere rientrato sul piede forte. Successivamente per quanto il presidio dell’area di rigore fosse corretto in caso di cross, l’imprevedibile traiettoria della respinta del portiere spallino ha favorito Gliozzi, in foto alle spalle di Vicari.

Sempre nella fase iniziale della partita la SPAL in fase di costruzione e sviluppo ha faticato a coinvolgere Dickmann e Tripaldelli, sistematicamente contrapposti agli esterni di centrocampo avversari.

Nell’immagine seguente è rappresentato il tentativo di passaggio rasoterra di Vicari al terzino opposto. Questo viene intercettato a centrocampo dall’esterno Iovine, che chiudendo una triangolazione con Gliozzi riesce ad effettuare un cross dopo essere arrivato sul fondo. Qui il tentativo si esaurisce dopo aver attraversato l’area di rigore, con La Gumina che non riesce di poco a sfruttare l’occasione sul secondo palo.

Confrontando i sistemi delle due squadre, è chiaro l’intento della SPAL di utilizzare i trequartisti esterni per contenere i terzini avversari e le relative sovrapposizioni.

Nell’immagine successiva si nota la differenza di posizionamento tra Latte Lath e Seck. Su situazione di rinvio dal fondo avversario, mentre il primo si posiziona in pressione a metà tra l’esterno e il terzino del Como, sulla destra Seck è ancora alto sul diretto avversario.

Nel frame successivo, dopo 8 secondi, sugli sviluppi dello stesso rinvio dal fondo, il Como sviluppa il gioco servendo la sovrapposizione del terzino sinistro Cagnano. In un primo momento La Gumina e Chajia (in conduzione) puntano centralmente la difesa spallina, costringendo Dickmann a stringere verso Vicari e a lasciare scoperta la zona laterale, dove può inserirsi proprio Cagnano che non viene seguito da Seck. L’azione si conclude con un cross del giocatore del Como deviato da Vicari in calcio d’angolo.

Sul finire del primo tempo si registra una delle occasioni più favorevoli agli spallini per il pareggio. Dopo un tentativo riuscito di attirare la densità avversaria in zona laterale, il pallone giunge a Viviani che prova il tiro da fuori, in uno dei numerosi tentativi della serata. La conclusione deviata involontariamente con la schiena da Seck diventa di ancor più difficile lettura per Gori, costretto a concedere il calcio d’angolo con un intervento sopra la traversa.

In queste situazioni ricorrenti la SPAL riesce a liberare lo spazio al limite dell’area grazie al numero di giocatori (spesso quattro) con cui attacca la profondità: nell’immagine si può vedere come nell’occasione, creando una superiorità numerica quattro contro tre al limite dell’area, venga allungata la squadra avversaria e si determini una situazione ideale per tentare la conclusione.

All’inizio della seconda frazione nuovo momento di difficoltà per la SPAL che rischia di subire il secondo gol per due volte nel giro di un minuto. Thiam rimette in gioco un pallone con le mani, cercando di velocizzare la fase di costruzione nel momento in cui gli avversari concludono un’azione senza aver modo di organizzare la pressione. Qui però la scelta di passaggio ricade su Esposito, che mal orientato per giocare avanti viene raggiunto da due avversari nel momento in cui controlla il pallone, immediatamente perso. L’azione si finalizza con la rovesciata di Gliozzi, parata centralmente da Thiam.

Appena parato il tiro di Gliozzi, Thiam cerca nuovamente di avviare velocemente la costruzione, il suo passaggio però non sembra avere un destinatario preciso (Esposito ancora a terra sul contrasto precedente) e il pallone finisce direttamente a Vignali senza opposizione. Stavolta è Chajia a finalizzare l’azione in area, trovando sempre l’intervento del portiere spallino che riesce a chiudere lo specchio della porta con il corpo.

Dopo che il portiere avversario Gori è stato costretto quasi sempre ad intervenire su conclusioni da fuori da parte della SPAL, deve concedere il pareggio a seguito di un autogol. Per evitare il tiro di Colombo è Cagnano a calciare sui piedi del compagno Vignali, nel tentativo di liberare l’area.

Nonostante la modalità del gol risulti fortunosa, l’azione si sviluppa ancora una volta con delle costanti che contraddistinguono il gioco spallino. Esposito si abbassa incontro a Vicari e Capradossi per ricevere il primo passaggio nella propria metà campo, poi verticalizza immediatamente su Mancosu sulla trequarti che a sua volta riceve davanti alla linea di difesa dove si innesca un quattro contro quattro. Da Mancosu il pallone giunge a Seck che cerca di servire Colombo. Questa modalità ricorrente di sviluppo porta sempre numerosi giocatori nei pressi dell’area di rigore, può quindi capitare come in questo caso di creare facilmente scompiglio nella difesa avversaria.

Nel momento finale si può notare come ci siano tre giocatori della SPAL all’interno dell’area di rigore e altri tre all’esterno, in pochissimi metri.

SPAL IN POSSESSO PALLA
1-4-2-4
Come di consueto non si è rinunciato a mantenere quattro giocatori sulla linea difensiva avversaria. Questa volta sono stati molto meno propositivi Dickmann e Tripaldelli rispetto ad altre occasioni, più impegnati in marcatura preventiva sugli esterni di centrocampo avversari. Specialmente nel primo tempo si è faticato a sfruttare le zone laterali per iniziare l’azione, tentando costruzioni dirette per guadagnare campo. Nel secondo tempo invece si è cercato maggiormente di abbassare un giocatore dalla trequarti in zona centrale, in modo da creare superiorità numerica rispetto al centrocampo a due avversario. Oltre a favorire il mantenimento del possesso questa scelta è stata dettata dal progressivo abbassamento della difesa del Como, che con il passare dei minuti ha lasciato sempre meno profondità da attaccare. Ulteriore motivo della sistematica ricerca del tiro da fuori: è una soluzione che inevitabilmente porta gli avversari ad essere attirati in avanti per coprire lo specchio della porta.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
1-4-2-3-1
Si è dovuta mantenere una pressione moderata, con la squadra corta per dare la possibilità a Latte Lath e Seck di partecipare alla fase difensiva. Il pericolo maggiore era rappresentato dalla possibile inferiorità numerica sugli esterni: qui il Como ha creato i maggiori pericoli sulle ripartenze in contropiede, con i trequartisti esterni in transizione negativa scavalcati e senza più possibilità di intervenire. Nelle rare occasioni in cui gli avversari hanno provato a costruire dal basso si è portato comunque un pressing aggressivo, che ha garantito anche un paio di recuperi palla in zona favorevole, poi non concretizzati. Contro due punte i centrali Vicari e Capradossi hanno sempre mantenuto la linea difensiva, senza seguire i movimenti degli avversari tra le linee. Qui specialmente La Gumina ha potuto spiccare nei duelli aerei rispetto ai due mediani spallini, risultando importante per la sua squadra nel mantenimento del possesso su costruzioni dirette o palle lunghe.

Sergio Restano ha 31 anni, è allenatore UEFA B e ha la qualifica di match analyst professionista.