La scelta della SPAL di riportare a Ferrara Mattia Finotto (1992) ha spento le fantasie dei tifosi che confidavano in un nome di maggior rilievo (ad esempio La Mantia), ma hanno anche acceso il dibattito sui criteri che hanno portato alla decisione. Finotto infatti è un giocatore reduce da una lunga assenza per infortunio (13 mesi) e che nel corso della sua carriera è riuscito solo due volte (2013 e 2016) a superare la barriera della doppia cifra in materia di gol segnati.
In attesa di conoscere il punto di vista di Massimo Tarantino e Giorgio Zamuner può essere opportuno ragionare sulle possibili ragioni di questo ingaggio, che quasi certamente completerà il quadro dei movimenti di mercato nel reparto d’attacco. Il pubblico di Ferrara ha già avuto modo di conoscere bene le caratteristiche di Finotto: un attaccante longilineo (186 cm per 73 kg), generoso, dotato di potenza e di buona velocità in progressione, capace di ricoprire sia il ruolo di centravanti classico che di seconda punta. Dà il meglio quando ha la possibilità di attaccare lo spazio davanti a sé, calcia prevalentemente di destro e sa farsi rispettare nel gioco aereo e acrobatico. Tra i suoi limiti possono essere inclusi una tecnica non di prim’ordine e un senso tattico non proprio raffinatissimo.
Il suo inserimento nell’attuale organico della SPAL non può che prescindere dall’opinione che ha di lui il nuovo allenatore Roberto Venturato. Il tecnico ha già lavorato in maniera proficua con Finotto nella stagione 2018/2019 a Cittadella (32 presenze, 8 gol), impiegandolo sia da centravanti, sia come da attaccante di supporto. La duttilità del ragazzo di Valdobbiadene sicuramente è tra le componenti che hanno contribuito a far salire le sue quotazioni, così come l’affinità con il calcio che Venturato intende praticare anche in biancazzurro.
A dirlo è soprattutto il passato del mister. Nel 4312 praticato a Cittadella, Venturato ha quasi sempre preferito utilizzare coppie di attaccanti tendenzialmente complementari, ma che avessero in comune la capacità di aggredire con efficacia lo spazio alle spalle dei difensori. Solo in rare occasioni questo principio è stato derogato.
[Un gol “alla Finotto”: palla lunga, spazio da attaccare, duello fisico col difensore]
[Finotto sfrutta lo spazio libero in zona esterna e poi serve il centravanti per il gol]
Al di là degli esempi visivi, a Cittadella Finotto è entrato nella fase decisiva della sua maturazione come giocatore, tanto da essere scelto come uno degli elementi-chiave per la risalita in serie B del Monza nell’annata 2019/2020.
Situazione diversa nello scorso campionato, con il possente Ogunseye (189 cm per 85 kg) ad aspettare dei cross all’interno dell’area e il più mobile Tsadjout a scompaginare le linee difensive. Il loro fatturato in materia di gol è stato piuttosto deludente (6 e 3 rispettivamente), ma ancora una volta Venturato ha potuto contare su un’organizzazione di prim’ordine che ha portato diversi centrocampisti o trequartisti (Proia 9, Gargiulo 8, Baldini 5) a segnare con discreta regolarità.
Sarà quindi interessante vedere che tipo di rotazione adotterà Venturato con le punte attualmente a disposizione. Melchiorri può garantirgli esperienza e scaltrezza negli ultimi 16 metri; Colombo può essere schierato sia da centravanti che da attaccante “totale” (alla Diaw?).