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La richiesta di giustizia per Federico Aldrovandi è da sempre una delle cause sostenute con maggior partecipazione e coinvolgimento dalla Curva Ovest Ferrara. In occasione della prima serata della festa organizzata al parco urbano “Giorgio Bassani”, i membri del tifo organizzato hanno voluto rendere omaggio ancora una volta a Federico e alla sua famiglia consegnando una targa commemorativa al padre, Lino Giuliano Aldrovandi. Proprio il papà di Federico è stato protagonista di un momento  commovente, in cui ha letto al pubblico presente una lettera scritta da lui stesso per l’occasione. Vi riportiamo il testo in forma integrale.

Dopo tre anni siamo nuovamente insieme. È una sensazione davvero bella per tutti, soprattutto per i bambini e per quei bambini che sono dentro ognuno di noi. Magari un pochino più grandi, con la presenza innata di quella voglia di vivere che mi ricorda qualcuno a cui un giorno gli spezzarono il cuore con tutti i suoi sogni e le sue speranze. Qui questa sera, come ogni volta che vi incontro, ritrovo una famiglia, ritrovo un attimo di serenità, ritrovo la vita, ritrovo l’unione. Ritrovo nei vostri sorrisi la mia fanciullezza con quei colori bianco e azzurro attaccati sempre al petto. Alle elementari ero in classe con il figlio di uno dei giocatori più prestigiosi che abbiano mai vestito la nostra maglia, ovvero Oscar Massei. Un fuoriclasse fuori e dentro dal campo di calcio, come anche penso lo abbia dimostrato un altro dei miei tanti idoli che in sessant’anni hanno indossato la maglia della SPAL e che è qui questa sera, ovvero capitan Sergio Floccari. Uno degli artefici di quella meravigliosa cavalcata da sogno di qualche tempo fa che ci ha riconsegnato la serie A di quegli anni Sessanta. Una festa a cui Federico non partecipò per i fatti, in parte, conosciuti. Non vorrei dilungarmi troppo, ma non posso non citare quella sera di un SPAL-Lecce, a 14 anni dal suo assurdo omicidio quando in una coreografia da brividi si spiegò, quasi come venisse dal cielo, un’imponente immagine di Federico con lo sguardo severo rivolto al mondo e con la scritta a tutta curva ‘ALDRO VIVE’.

foto Filippo Rubin

“Sono lusingato, onorato e orgoglioso di essere qui con voi a questa bellissima festa, in una delle vostre inesauribili idee che stasera è intrisa di cultura, ovvero la presentazione del primo romanzo creato da una curva. ‘Più di undici’ il suo titolo, un lavoro collettivo prezioso che dimostra che con l’eterogeneità si può costruire tanto e bene, se si è uniti. Non vedo l’ora di leggerlo, magari proprio qui in questo parco nei giorni a venire con assoluta calma. Magari, ogni tanto durante la sua lettura, guardando il cielo. Ricordo che nel 2020 Daniele Vecchi scrisse un libro intitolato ‘Federico Ovunque’, un libro che ha avuto la forza e il coraggio di raccontare, oltre che di Federico e di quella bandiera, anche dei tanti patimenti e ingiustizie subite dagli ultras. Una parola, ultras, che nel caso di Federico rispetterò sempre per gli alti valori dimostrati dalle tante realtà dal nord al sud di questa nostra Italia sui concetti dell’unità, della vicinanza e della solidarietà. Oltre alle miriadi di persone che nella storia di Federico ci sono state accanto. Voi avete saputo impreziosire con equilibrio e amore quel percorso di verità e giustizia che portò alla condanna di chi lo uccise senza una ragione. Penso che abbiate dato al mondo un esempio di grande intelligenza per tutto quello che avete fatto e continuerete a fare. Lo state facendo, in un certo senso, per noi tutti, ma soprattutto per i figli di tutti, perché ricordare a chi non vuole vedere e ascoltare i sentimenti dell’anima che la vita è unica e meravigliosa e va sempre rispettata e protetta, e questo vi e ci diversificherà dalle bestie con sembianze umane che abitano questo mondo”.

“Indietro, purtroppo, per le ingiustizie subite più o meno conosciute, nessuno potrà mai più tornare. Ma questo esserci con la mente e con il cuore credo che potrà servire, nel nostro piccolo, a farci crescere. Con affetto, ad ognuno di voi, vi giunga un abbraccio ed una carezza speciale al ‘Secondo Anello’, per ricordarvi com’erano e pensare che siano ancora con noi, a gridare ognuno dalla propria dimensione ma tutti rigorosamente insieme il nostro unico e meraviglioso ‘FORZA SPAL“.



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