foto Paola Garbuio
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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul pareggio senza gol tra Cittadella e SPAL, che ha segnato l’inizio dell’esperienza in panchina di Daniele De Rossi.

Nuovo allenatore, vecchi fantasmi

Ci sarebbe stato un qualcosa di comico, o forse è meglio dire di grottesco, nel veder segnare Antonucci dopo meno più di un minuto di gioco, con quell’azione costruita con un rinvio a casaccio sugli sviluppi di un calcio d’angolo a favore della SPAL. Perché sarebbe stata una formidabile dimostrazione di (sgradevole) continuità dopo giorni in cui non si è fatto che parlare di una squadra pronta a svoltare grazie all’entusiasmo portato da De Rossi. Fortunatamente l’attaccante del Cittadella ha calciato alto e la SPAL ha saggiamente evitato di concedere altre occasioni simili, che erano costate care contro Como e Frosinone. Restano però diversi punti di connessione con le prestazioni dell’ultimo mese, a dimostrazione che non basta l’arrivo di un giovane tecnico rispettato e carismatico per correggere certi difetti.

Si è visto ancora il calcio di Venturato (fatto dal Cittadella)

Un altro aspetto piuttosto paradossale della giornata di sabato è che abbiamo visto eccome il calcio di Roberto Venturato, ma fatto dal Cittadella. Quella veneta rimane sempre la solita squadra fastidiosa, che non fa giocare, che se è necessario usa le maniere forti (Danzi, Branca, ma non solo) e riesce talvolta a far male con un piano molto semplice: lancio lungo sulla punta e aggressione sulle seconde palle. Concetti che probabilmente sarebbero stati favorevolmente accolti se li avesse mostrati la SPAL. Che invece si è preoccupata più che altro di non prendere gol (pur rischiando) e non è riuscita ad alzare la sua intensità anche quando ha avuto a disposizione un tempo intero di superiorità numerica.

Probabilmente il modulo non sarà un dogma

Tra le cose che De Rossi ha fatto nella sua prima partita c’è stato anche lo scardinamento di un paio di narrazioni comuni sui sistemi di gioco. Primo: questa squadra è costruita per la difesa a quattro e farà fatica ad adattarsi con una configurazione diversa. Falso, a quanto pare. Secondo: cambiando il modulo spesso cambia anche l’interpretazione da parte dei giocatori. Falso anche questo, perché alzi la mano chi ha visto sostanziali differenze con quanto prodotto dalla SPAL a Frosinone in materia di qualità della manovra. È ancora presto per dire se il nuovo mister intenda adottare il 352 (o 532, o 3412) come base da qui in avanti, ma quello che è certo è che voglia segnare una forte discontinuità rispetto a quanto fatto finora. Meno palla lunga e più fraseggio, innanzitutto. C’è qualche numero a dimostrarlo: a Cittadella la SPAL ha tentato 486 passaggi: record stagionale. Ma ha anche fatto registrare il minimo di tiri tentati, appena 3.

C’è qualche problemino fisico

Tra le cose sottolineate da De Rossi nel postpartita c’è stata anche una certa preoccupazione per la condizione fisica della squadra. La sensazione che la SPAL sia andata abbastanza piano, senza mai riuscire a pareggiare l’intensità degli avversari, è stata netta sia per chi era al “Tombolato” sia per chi ha assistito da casa. A qualcuno quella del mister è sembrata una critica implicita al lavoro del predecessore e del suo staff. Anche se la chiave di lettura fornita dallo stesso De Rossi è stata abbastanza eloquente: “è tutto collegato: la condizione fisica ti aiuta a giocare meglio, ma essere più lucido ti permette di correre meno. Dobbiamo continuare a lavorare così, i ragazzi sono stati fantastici, hanno spinto molto, forse per il cambio di metodo e di allenatore. Anzi, come avevo detto nei primi giorni, i giocatori in settimana sono andati anche troppo forte e abbiamo dovuto un po’ bilanciare le sedute successive”.

Aspettative mediatiche in aumento

Lo spettacolo di Cittadella-SPAL è stato inversamente proporzionale al dispiegamento di forze mediatiche visto dalle parti del Tombolato. Ogni singolo aspetto del pomeriggio di De Rossi è stato minuziosamente sezionato, dalla scelta dell’abbigliamento (a proposito: belle scarpe) ai continui colloqui col quarto ufficiale di gara. Peccato sia poi toccato commentare una gara del tutto dimenticabile e priva di spunti tecnici apprezzabili. Ovviamente non sarà sempre così, ma bisognerà abituarsi a un livello di attenzione completamente diverso rispetto a prima. Nel bene o nel male. In base al manuale dei media generalisti si procederà con giudizi sbrigativi, di tipo usa-e-getta: se la SPAL di De Rossi farà bene diventerà una squadra-simpatia, se non funzionerà verrà presa come esempio di un contesto infelice nel quale far iniziare la carriera di un predestinato della panchina. Se questo stimolerà ulteriormente il senso di responsabilità dei calciatori lo scopriremo presto.



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