foto Paola Garbuio
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Vigilia di frenetica attesa per Daniele De Rossi, che si è detto impaziente di esordire al ‘Mazza’ davanti al suo nuovo pubblico. Nella consueta conferenza prepartita in vista di SPAL-Cosenza il mister ha lasciato trasparire ottime sensazioni per una partita in cui i biancazzurri cercheranno di interrompere un digiuno di gol e vittorie che dura ormai da troppo tempo.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI: Varnier e Arena rimangono gli indisponibili di lungo corso. A loro si aggiungono Proia (per cui non si hanno al momento informazioni dettagliate, anche se pare non essere nulla di preoccupante) e Zuculini, il quale rimarrà a riposo per un lieve affaticamento.

DOPPIA IN CASA – “Avremo due partite di straordinaria importanza, ma affrontiamole una per volta perché vincerne due insieme è difficile (ride, ndr). Metteremo tutto quello che abbiamo per vincere sfruttando le nostre potenzialità. Il Cosenza è un’ottima squadra, ma sarà una partita alla nostra portata come lo sono tutte le altre. L’abbiamo preparata bene e d’ora in poi avremo più tempo per recuperare e affrontare al meglio ogni partita: questo mi fa ben sperare per il futuro per avere più tempo per spiegare alcuni concetti e per avere maggior partecipazione fisica dato il recupero totale. Siamo contenti e personalmente non vedo l’ora di giocare in casa”.

AVVERSARIO – “Loro vengono da due sconfitte, ma con due formazioni di vertice. È una squadra che sarà difficile da affrontare a maggior ragione perché ha perso due partite, perciò la loro asticella dell’attenzione sarà ancora più alta. È un ottimo gruppo che era partito fortissimo: non ci sono partite facili e lo dimostra il fatto che con il Genoa hanno perso solo di misura”.

LAVORO SETTIMANALE – “È stata una settimana un po’ particolare: dopo Genova chi aveva giocato doveva riposare, chi non aveva giocato doveva comunque riprendersi dopo le otto ore di pullman. Non è stata una preparazione regolare, ma il calcio è anche questo: se vogliamo guardare al futuro e sognare tutti quanti vorremmo allenare o giocare in una squadra che gioca le coppe europee. Quelli fortunati sono quelli che si riposano poco perché vuol dire che hanno tante competizioni da giocare. Abbiamo lavorato fondamentalmente a gruppi un po’ separati in base ai recuperi. Oggi è stato il primo vero approccio alla gara dal punto di vista tattico dopo averlo fatto ieri in maniera blanda. Saremo ancora più felici quando avremo l’intera settimana per allenarci”.

FILOSOFIA DI GIOCO – “Se i ragazzi riescono ad andare in porta con due passaggi a me va benissimo, non è che mi offenda o che io sia legato ad un numero di tocchi prima di concludere. Quello che penso è che gli attaccanti che abbiamo siano di altra categoria e siano talmente forti in area che è necessario portarli il più vicino possibile a quella avversaria, dandogli palle giocabili però, non tirandogliela da lontano come viene. Sono stili di pensiero, magari un domani allenerò altri tipi di giocatori e affronterò le partite in maniera diversa. Non sono ossessionato dalla costruzione dal basso, però penso che noi siamo capaci di uscire dalla pressione ed è positivo perché la matematica ci insegna che se esci dalla prima pressione di cinque uomini dopo ne troverai massimo altri cinque, creando una superiorità numerica che va sfruttata anche in base alle qualità dei giocatori”.

STERILITÀ – “C’è da dire che abbiamo trovato le due squadre che pressano meglio, almeno secondo i numeri. Con il Cittadella abbiamo fatto molta confusione. Con la superiorità numerica una squadra come la nostra deve arrivare al tiro almeno cinque-sei volte in 45 minuti. Dobbiamo arrivare con più qualità e scorrevolezza negli ultimi sedici metri. Forse abbiamo lavorato poco: se prepari subito la finalizzazione e ti manca il resto esce un cavallo senza gambe (ride, ndr). Perciò bisogna partire dalle basi e secondo me per tanti versi i ragazzi lo stanno recependo in maniera incredibile. Dovremo ancora lavorare sul discorso degli ultimi passaggi e movimenti, di come riempire l’area, ma sono tutte cose che con il tempo inseriremo”.

CALCI PIAZZATI – “È un elemento su cui stiamo lavorando e siamo fortunati perché è un qualcosa che si può affrontare senza grande sforzo fisico: bastano i posizionamenti anche in maniera didattica. Trovare il tempismo giusto è una cosa su cui si può lavorare e l’abbiamo fatto in questi giorni anche nel pre-gara: abbiamo fatto una buona giocata a Genova che non è andata a buon fine. In squadra ci sono ottimi colpitori di testa e non vedo perché non potremo sbloccarci anche da questo punto di vista secondo me fondamentale”.

EFFETTO TACOPINA – “Joe è una persona seria. Io l’ho conosciuto per questo e i risultati che ha ottenuto sono da vincente. Abbiamo un progetto e un processo da seguire: sarebbe stato folle ridiscuterlo o andarlo ad analizzare dopo solo una settimana. È sempre molto gentile, siamo stati ad una cena in cui si è conosciuto reciprocamente con lo staff in un’atmosfera molto positiva. Lui ovviamente vuole vincere le partite ma nessuno più di me lo vuole altrettanto. Stiamo lavorando in simbiosi con lui come con i direttori e c’è grande scambio perché loro conoscono cose che su YouTube o WyScout non si trovano: mi aiutano molto perché a me ovviamente mancano dei mesi qui alla SPAL. Ci danno sempre una mano e una parola di conforto e per me è molto improntante sentire questa fiducia”.

CITTÀ – “Giro tutti i giorni con la mia bicicletta alla ricerca di appartamenti. Sto conoscendo la città e non è ruffianeria se dico che è stupenda. Mi sto innamorando e vorrei innamorarmi anche dello stadio e dell’atmosfera, perché so che è molto calda quindi sono curiosissimo per la partita di domani. Sono stato a cena con Joe e il sindaco: c’erano diversi amici del sindaco, eravamo vestiti da battaglia (ride, ndr) e abbiamo passato una bella serata a parlare dei nostri percorsi. Poi abbiamo parlato soprattutto di Ferrara e della SPAL, di tutto ciò che non conosco e sono curioso di sapere. Questa è una cosa che ho fatto e farò sempre: sono curioso di natura, anche se un domani andrò in un’altra città mi piace l’idea di viverla e sono contento di scoprire cose nuove, perché magari capita che dopo mesi o anni vai via e non hai scoperto niente. Ho fatto lo stesso a Buenos Aires ed è stata un’esperienza fantastica. In ogni tappa mi vorrò portare via qualcosa: cibo, persone, cultura… perché poi alla fine la vita è questa, non solo ciò che succede in campo”.

DIFESA A 4 – “Vediamo perché siamo un po’ corti dietro come difensori, c’è qualcuno un po’ acciaccato. Non è comunque fondamentale giocare per forza a tre. Secondo me era la maniera più veloce per dare più sicurezza al reparto sia in fase difensiva sia in uscita dalla pressione avversaria. Questa squadra è stata palesemente costruita per fare il rombo a centrocampo e io devo rispettare questa cosa. Esterni di fascia di gamba con attitudine all’uno contro uno come piacciono a me ce ne sono pochi. Non escludo di ritornare al 4312 e per un momento l’ho anche già fatto a partita in corso. Non ci sono preclusioni da parte mia e anzi è sicuramente un modulo con cui i ragazzi hanno lavorato con un allenatore che lo conosce benissimo e potrebbero aggrapparcisi qualora ce ne fosse bisogno”.

MAISTRO – “Secondo me può fare sia mezzala che trequartista. Per me i giocatori di qualità vanno messi sempre al centro del gioco. Avere un trequartista così fa bene, ma avere una mezzala di questa qualità può darti grande slancio, a patto che lui riesca a trovare il posizionamento il campo. Ci stiamo lavorando, lui può fare entrambe le cose: è un giocatore importantissimo ma anche fantastico anche come ragazzo”.

PORTIERI – “Hanno giocato entrambi ottime partite, in passato ha giocato sempre Alfonso e ha fatto bene: secondo me la gerarchia è questa qui, gioca lui”.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (3412): Alfonso; Peda, Meccariello, Dalle Mura; Dickmann, Esposito, Valzania (Zanellato), Tripaldelli (Celia); Maistro; La Mantia, Moncini.



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