foto Filippo Rubin
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Ahi, ahi, ahiahi, Sauro Fattori… È triste il mio cuore lontano da te, e pensa soltanto…” ad altro, diciamo che sei in altre faccende affaccendato. Comincia così il pomeriggio alla SPAL, con un doveroso saluto ad uno dei pochi bomber che può fregiarsi di avere un coro personalizzato. In tanti l’hanno cantata, non tantissimi la cantavano quando lui era in campo, una parentesi vintage per gente che ha già fatto almeno una volta l’esame della prostata.

Comunque. Una cosa che ho notato durante il riscaldamento sono stati i tantissimi “torelli” e i pochi tiri in porta, non so cosa c’entri ma ci ho fatto caso. I calabresi in buon numero e ben compatti sventolano la bandiera di Denis e dopo un po’ ci omaggiano con una pezza con il volto di Aldro. Rispettiamo chi ci rispetta e onore a chi pensa che la memoria debba essere sempre un fatto condiviso, nella speranza che anche i diritti civili divengano un karma su cui mai nessuno debba avere dubbi. Giochiamo contro una squadra che ha i nostri stessi punti, in teoria partita abbordabile, ma al solo pensiero nel tragitto tra il parcheggio e lo stadio mi strizzo svariate volte le gonadi. Partiamo e il campo sembra in discesa, sempre dalla parte della porta silana. Occupiamo tutti gli spazi del campo, sembra che ognuno sappia davvero cosa fare. I ragazzi si aiutano tra di loro e aiutano noi ad alzare i decibel in curva: maciniamo strofe e passaggi, il rombo pare un’enorme manta dell’oceano e saturiamo gli spazi (chissà che cazzo vuol dire?). Il flipper va in tilt dopo pochi minuti e il Moncio la rimbalza dentro. AldaVar come sempre deve metterci il naso ma il gol è confermato. Poco dopo Lollo prova l’ebrezza di essere lui a colpirla di testa su cross e siamo 2-0. Continuiamo a correre, il ritmo non cala. Al barino piccolo nell’intervallo mi faccio una salutare centrifuga di luppolo e bollicine, commentiamo a bassa voce l’andazzo della partita. Un grande abbraccio alla signora Rossella per la perdita della mamma Mili, il tempo è un killer bastardo.

Risalgo i gradoni giusto il tempo per vedere la saetta di Lollo rimbalzare nel sacco dopo una deviazione. E noi si canta. È un pezzo che non vivo una partita in surplace. Ma non è finita. Maistro fa un goal di rapina di quelli tanto cari al Volpino: mentre il portiere e il difensore cosentino se la raccontano due spanne fuori area, ci mette la zampa a sigla il poker. Ac figàda! Esce Murgino, finalmente quello del primo anno a Ferrara, il migliore in campo. Ovunque, su tutti i palloni, piazza i tacchetti in ogni contrasto. Bene, ora sempre così. DDR vorrebbe entrare lui: si vede, ma addirittura preserva i giocatori importanti facendoli uscire anzitempo. Nessuna differenza tra chi era in campo e i subentrati, tutti rincorrono gli avversari fino a sotto la doccia e fanno una corsa in più rispetto che una corsa in meno. Buon segno. Patrick Peda si eleva fino alla ionosfera che sembra Mazzo contro il Ruina nel 1985 e segna il pokerissimo. Bello, bello, noi cantiamo e loro corrono fino alla fine.

Doveroso omaggio dei ragazzi, del mister e del Boss, a fine partita. Salutiamo i modenesi con un coretto amichevole. Bella partita ragàzz, ora non ci resta che continuare a percorrerla questa strada, fino alla vittoria, sempre (cit.) P.s.: Criptico, Gaetano Ungarelli (dei mille) preserva e aiuta i tuoi figli, come hai fatto quando erano piccoli e dovevano imparare e camminare. Forza vecchio cuore biancazzurro.



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