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L’avventura di Radja Nainggolan alla SPAL è iniziata già da qualche giorno, ma ha conosciuto un altro capitolo importante con la presentazione ufficiale alla stampa. Nella sala Hospitality Fortezza dello stadio Paolo Mazza tirata a lucido il Ninja ha avuto la possibilità di rispondere alle domande dei tanti giornalisti presenti.

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La parola l’ha presa per primo Joe Tacopina, in videochiamata dagli Stati Uniti: “Radja, benvenuto nella nostra famiglia” – ha detto il presidente collegato dai suoi uffici di Manhattan. “La trattativa è iniziata come uno scherzo, con De Rossi che mi ha detto ‘Proviamo a prendere Nainggolan’. La questione, grazie a Daniele, poi si è fatta seria perché abbiamo scoperto che la possibilità di fare questa operazione esisteva davvero. L’agente di Radja, Alessandro Beltrami, è stato fantastico e ha fatto tutto quello ch era possibile per far diventare realtà l’arrivo del giocatore alla SPAL”.

“Il campionato della SPAL inizia questo sabato e avere con noi uno come Radja ci darà la possibilità di fare cose straordinarie. In pochi giorni ha già avuto un impatto tangibile sul gruppo: è un campione di fama mondiale che ha giocato ai più alti livelli e i ragazzi lo ascoltano come si fa quando parla un vero leader. Quindi sono felicissimo di averlo alla SPAL”.

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Dopo le parole del presidente è toccato al direttore Fabio Lupo fare gli onori di casa: “Do anche io il mio benvenuto a Radja. È una giornata speciale, per cui va dato lo spazio soprattutto a lui, ma colgo l’occasione per ringraziarlo della disponibilità che ci ha dato fin dal primo istante, con grande entusiasmo e voglia di iniziare questa avventura. È stata chiaramente fondamentale e decisiva la relazione che Radja ha con mister De Rossi. Non era facile prevederlo ed è molto bello che lui si sia messo a disposizione nonostante il suo percorso, la sua carriera e le sua qualità per cui avrebbe potuto aspirare anche a categorie differenti o a guadagnare qualche soldo in più in giro per il mondo. Si è venuto a mettere in discussione e lo ha fatto per noi, per sé stesso e per il suo amico. Noi chiaramente per questo lo dobbiamo ringraziare e dobbiamo ringraziare anche il suo agente Alessandro Beltrami che ha dato disponibilità totale per chiudere le trattativa cercando di soddisfare tutte le parti”.

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Fin dal suo primo intervento Nainggolan ha subito fatto capire (per chi non ne fosse al corrente) di che pasta è fatto, rimettendosi alle parole dei giornalisti senza fare introduzioni personali “Io di solito rispondo alle domande, non le faccio (ride, ndr)”.

E si è partiti con il suo arrivo a Ferrara, ovviamente favorito dall’amico De Rossi: “Daniele un mesetto e mezzo fa ha iniziato a fare domande e battute chiedendomi di venire a dargli una mano e io gli dicevo che avrei valutato cosa potevo fare. Nemmeno io pensavo di potere arrivare a sedermi qua per giocare alla SPAL. Ho giocato per cinque anni con Daniele, abbiamo combattuto tante battaglie in campo e abbiamo stretto una grande amicizia. Per questo oltre ad altre offerte ho voluto venire qui perché mi è rimasta in testa la richiesta di Daniele. Lui avrebbe sempre giocare ‘alla Spalletti’ diciamo. Ci siamo sempre divertiti per cui eccomi qua. Poi mi ha parlato anche il presidente, mi ha convinto e ha fatto un grande sforzo per questa società: alla fine se si ha entusiasmo e tutte le parti si vengono incontro la soluzione si trova semplicemente”.

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Dopo i cinque anni di Roma Nainggolan ritrova appunto De Rossi sotto un’altra veste, non più fianco a fianco sul rettangolo verde: “Lo ritrovo un po’ ingrassato ma per il resto è quello di sempre (ride, ndr). Da giocatore diceva sempre quello che pensava, ora da allenatore lo fa ancora, ma in altro modo perché deve tenere insieme tutto il gruppo. Credo stia riuscendo a fare il suo lavoro, i risultati a volte sono arrivati e altre volte meno. Era già un allenatore in campo e aveva grandissimi valori, e come mister sta facendo la stessa cosa: anche se ero già maturo ai tempi della Roma lui mi ha comunque insegnato tanto. Adesso nella sua prima esperienza lo vorrei aiutare ad arrivare ad un traguardo importante”. 

“Quando dico che Daniele ha in mente il gioco di Spalletti intendo che sono due filosofie che si possono avvicinare. Daniele ha la sua idea di calcio, però lui come me stravede per Spalletti che ci ha allenati e la sua idea va verso quella del mister. Le squadre di Spalletti hanno sempre giocato bene: quest’anno sta dominando in Europa e in Italia e hanno sempre provato a giocare un bel calcio. Io penso che De Rossi voglia arrivare a dare spettacolo anche con il suo”.

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La personalità, il carisma e le note qualità di leadership che il Ninja ha sempre portato in campo si ritrovano anche nelle sue parole, quando alla richiesta dei tempi di attesa per il suo ritorno in campo e per il suo esordio risponde con un perentorio “Io sono nato pronto. Posso già giocare, ma ovviamente deciderà il mister. Penso che i risultati debbano arrivare il prima possibile: sono sempre stato abituato a guardare avanti e i playoff sono a sette punti. Non ho paura di guardare indietro perché ho sempre giocato per stare davanti e per vincere, quindi guardo in avanti”.

Inevitabile parentesi sul lato comportamentale che ancora lascia dubbiosi i più scettici, mentre Radja non si nasconde, giustamente: “Beh siete voi che scrivete quello che faccio (ride, ndr). Io sono un ragazzo semplice, l’aspetto di una persona non sempre rispecchia quello che è caratterialmente. Nell’arco della mia carriera ho avuto molte amicizie nel calcio e penso che quando succede è perché piaccio come persona. A tanti potrei anche stare sul cazzo, non saprei come altro dirlo, ma è normale. Con i miei compagni sono sempre andato in guerra e mi sono sempre aspettato lo stesso da loro. C’è sempre stato rispetto reciproco. Non ho mai fatto del male a nessuno e sono sempre stato accettato, poi la gente dice che posso essere uno spacca-spogliatoi come è stato scritto tante volte ma non è così. Ancora oggi parlo con compagni del Piacenza di vent’anni fa. Non sono mai stato un personaggio come mi hanno descritto sulla stampa”.

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Lo stesso Nainggolan spiega poi il motivo del suo celebre soprannome: “Beh Ninja è per via dei miei tratti asiatici, e forse anche per il mio stile di gioco come la scivolata che facevo all’epoca. Solo che se la faccio ora lascio il ginocchio lì per terra (ride, ndr). Il soprannome nasce a Cagliari e hanno continuato ad usarlo, mi fa piacere”. Proprio a proposito del Cagliari il belga ha ribadito come “Non ho sentito nessuno durante il mercato”. 

È uscito, come si può notare, anche il lato scherzoso del centrocampista, in particolare durante le sue prime impressioni sulla città: “Ferrara è una città molto tranquilla, vedo solo biciclette e io sono arrivato con un macchinone che la gente pensa ‘Cazzo ci vieni a fare con sto macchinone qua’ (ride, ndr). Io sono sempre stato in grandi città, ma penso che tanta tranquillità possa fare anche bene all’ambiente e a noi per lavorare. Spero solo di trovare casa perché sono qua da tre giorni ma per ora niente. Ma poi non fanno figli qui a Ferrara? Tutte le case hanno massimo due stanze, mai vista finora una casa più grande (ride, ndr)”.

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Passando ad un lato più tecnico-tattico, Radja ha mantenuto la linea comica, pur analizzando con criterio la sua situazione e quella di squadra: “Il mister vorrebbe farmi giocare sulla trequarti. Io ho già corso abbastanza nel passato, ora metto più qualità e ci sono i giovani che devono correre (ride, ndr). No a parte gli scherzi io cerco sempre di dare il massimo, questa squadra l’ho vista un paio di volte, l’ultima con il Cagliari. Hanno giocato un tempo, poi nel secondo si sono un po’ intimoriti: se giochi contro una squadra come il Cagliari che sulla carta deve salire devi rimanere novanta minuti in partita. Magari qui ci sono tanti ragazzi che non hanno l’esperienza per farlo e anche questo sarà un mio compito in campo”.

“Dentro gli spogliatoi sono uno che scherza sempre, fa le battute e fa le cose per star bene. Per me è importante far capire al gruppo ciò che si può dare e che bisogna sempre andare al massimo. Sono qui per dare una mano e loro sicuramente la daranno a me. Ho trovato un gruppo molto unito, disponibile e con tanti ragazzi giovani che mi hanno accolto benissimo. A me a esempio piace molto Prati: è molto giovane e Daniele ci sta lavorando tanto. Il mister stesso ci ha detto che non c’è un’età per fare le cose nel calcio e per questo penso che i ragazzi debbano capire che possono essere importanti anche se sono agli inizi”. 

I gol da avversario (SPAL-Roma dell’aprile 2018 e Cagliari-SPAL dell’ottobre 2019) non sono certo alla portata tutti. Nainggolan arriva anche per dare una mano negli ultimi metri e chissà, per altre prodezze balistiche di quello stampo: “Questa squadra ha bisogno di rifinitura in avanti. Siamo arrivati io e Fetfatzidis che abbiamo giocato in serie A e abbiamo comunque esperienza, perciò penso che siamo noi quei giocatori che devono dare quella spinta e quel qualcosa in più in attacco”.

Il ritorno in B 15 anni di Nainggolan arriva dopo l’esperienza al Piacenza: “Recentemente ho guardato principalmente il Cagliari e chi ha giocato contro di loro di conseguenza. A dire la verità il livello non è come 15 anni fa, quando trovavi giocatori che poi hanno fatto la differenza in A. Ora c’è una serie B molto giovane in cui viene data più possibilità ai ragazzi magari in prestito dalle squadra di A. C’è intensità, ma io sono tranquillo e sereno, sono qua anche per ritrovare entusiasmo del calcio perché ho avuto momenti in cui ero stanco. Ho sempre vissuto la mia vita come tutti gli altri perché siamo innanzitutto uomini. Purtroppo giornalisti e persone da fuori danno troppa importanza a ciò che accade fuori dal campo rispetto a ciò che accade dentro: credo che ciò che fa una persona normale lo posso fare anche io”.

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Alla fine il Ninja ha confermato la sua grande ambizione, evitando di nascondersi dietro le solite frasi di circostanza e puntando dritto verso l’obiettivo: “Sono molto legato con Pavoletti che fino a poco fa in era con il Cagliari poco più in alto di dove si trova la SPAL ora in classifica. Gli dissi che con poche vittorie sarebbero stati in zona playoff e adesso ci sono. Noi siamo nella stessa situazione: con tre-quattro vittorie, e la possibilità c’è, saremo lì anche noi. Dobbiamo guardare in avanti e puntare in alto”.

Infine da scartare a priori un’ipotesi per cui Radja possa essere venuto a Ferrara anche per imparare da De Rossi come allenatore: “Sono ancora integro come giocatore quindi non ho assolutamente pensato al dopo”, mentre la chiosa sulla Nazionale belga (con cui ha chiuso nel 2018), è in perfetta linea con il clima di tutta la conferenza: “Li ho visti al Mondiale e posso solo dire che hanno fatto cagare e quindi sono usciti. Tutto qui (ride, ndr)”.



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