foto Filippo Rubin
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Stavolta è toccato a Enrico Alfonso parlare a nome della SPAL intesa come gruppo di giocatori. Il portiere ha espresso notevole frustrazione sia per il risultato della gara di Bolzano persa 2-0 sia per la situazione generale che il club si trova a fronteggiare.

“I tifosi sono stati come sempre da applausi, sono venuti in tantissimi e ci hanno incitato per cento minuti. Nel confronto a fine partita ci hanno espresso l’attaccamento che hanno per la maglia e per la città, cosa che nei fatti è stata colta fin dall’inizio, almeno per quanto mi riguarda. La SPAL è loro e ci chiedono di tirare fuori le palle per queste ultime otto partite e di giocare da tifosi spallini”.

“È dura commentare l’ennesima sconfitta: siamo profondamente dispiaciuti e spero di parlare a nome di tutti. Mancano otto partite e ci sono tanti punti in palio. Alla luce delle ultime prestazioni dobbiamo fare di più a livello di atteggiamento che non è di menefreghismo o poca voglia, ma avverto una squadra che accusa ciò che sta vivendo e non riesce a rispondere in maniera aggressiva in campo. Questa situazione ci frena anziché stimolarci a dare qualcosa in più. Otto partite sono tante, abbiamo scontri diretti. Già al prossimo turno con la Ternana, poi avremo il Brescia che è a pari con noi. Dovremo vendere cara la pelle e giocare da ultimi in classifica: dispiace dirlo, ma non siamo mai riusciti a farlo. Non sta a me dire se abbiamo lacune tecniche: io però se guardo i nomi della SPAL non la trovo una squadra da ultimo posto anche se i risultati, purtroppo, dicono questo”.

“Per risollevarci da questi momenti serve l’atteggiamento: personalmente queste situazioni mi pesano e mi piange il cuore a vedere la SPAL in questa posizione che mai avrei pensato. Mi fa male anche dal punto di vista professionale. Sconfitte come quella di oggi insegnano che dobbiamo stare attenti su certi frangenti di gara: ad esempio con i compagni ho fatto notare che abbiamo spesso la testa bassa sui palloni che escono e poi subiamo gli altri che fanno la giocata. Siamo frenati e limitati dalla classifica e lavorare sulla testa non è facile, è stato cambiato anche tanto, ma non mi addentro nel discorso. Il mister cerca di spronarci sulla testa provando a renderci più grintosi. Un po’ come abbiamo visto il Sudtirol oggi: dispiace e volevo dirglielo in campo, ma Tait oggi mi sembrava Rambo con mani addosso a tutti e ogni fallo una protesta. Vorrei vedere le ultime otto partite una SPAL ‘ignorante’”.

Alfonso che entra in diffida dopo il giallo ricevuto per proteste, ma che lamenta un po’ la gestione del direttore di gara anche nella situazione del vantaggio del Sudtirol: “L’arbitro non ha spiegato nulla: io non giudico il suo operato, ma sicuramente una cosa che gli mancava era il dialogo, abbiamo capito poco di tutte le decisioni”.