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La vittoria contro il Benevento ha riacceso la speranza per una salvezza che fino a poco tempo fa sembrava un mezzo miracolo. Il secondo scontro decisivo per provare a evitare la retrocessione è rappresentato dalla sfida di sabato pomeriggio contro il Brescia (ore 14) al Paolo Mazza. La squadra di Oddo sa di non potersi lasciare sfuggire l’occasione d’oro di fare bottino pieno contro una diretta concorrente e punta sulla voglia di rivalsa di alcuni suoi elementi chiave. Di fronte troverà una squadra che quest’anno ha vinto solo sette partite da inizio stagione, di cui l’ultima però proprio nel turno precedente dopo 17 turni di astinenza. Per capire se le Rondinelle possono ancora ambire al mantenimento della categoria abbiamo chiesto informazioni a Cristiano Tognoli, giornalista del quotidiano Bresciaingol.com.

Prima del successo di sabato scorso il Brescia non vinceva da un girone intero. L’ultima vittoria era stata proprio contro la SPAL nella gara d’andata. I tre punti raccolti contro la Ternana possono rappresentare una svolta per questo finale di stagione?
“Possono essere sicuramente una spinta a livello psicologico per una squadra che non si ricordava nemmeno più come si faceva a vincere. È stata una vittoria molto sofferta, in cui rispetto ad altre volte gli episodi sono girati a favore della squadra. Mancano sei partite e la classifica è molto corta. La matematica non ha ancora condannato nessuno e di conseguenza si può ancora ambire ad una salvezza, che fino alla settimana scorsa sembrava poco più di un miraggio”.

Partita come candidata per un posto ai playoff, la squadra è incappata in una stagione drammatica che l’ha fatta scivolare in fondo alla classifica. Quali sono le cause principali che hanno portato il Brescia in questa situazione?
“Il Brescia di quest’anno non è la squadra che abbiamo ammirato nelle stagioni precedenti. La partenza con cinque vittorie nelle prime sei partite aveva illuso, poi le reali potenzialità sono emerse strada facendo. Va detto comunque che sulla carta questo Brescia non è sicuramente una squadra da primi posti, ma nemmeno una formazione da retrocessione. Il mercato di gennaio non ha portato dei rinforzi ma ha piuttosto indebolito la rosa, con la partenza di un elemento importante come Moreo che non è stato sostituito. Le responsabilità principali hanno un solo nome e cognome: Massimo Cellino. Il presidente prima ha sottovalutato la difficoltà del campionato attuale costruendo una squadra in economia, poi ha perseverato con una campagna acquisti invernale senza né capo né coda”.

La contestazione nei confronti del presidente Cellino continua senza sosta, quali sono stati i suoi errori per quanto riguarda la gestione della squadra bresciana?
“Elencare gli errori compiuti dal presidente richiederebbe fin troppo tempo. Sicuramente quello dominante è la presunzione. Ovvero la convinzione di sentirsi sempre il più bravo di tutti, di non rispettare i propri collaboratori con esoneri in serie sia per gli allenatori che per i dirigenti e in generale la testardaggine di voler sempre seguire il proprio pensiero. È da anni che il presidente mette in atto gestioni illogiche e in questa annata gli è stato presentato il conto. Purtroppo a farne le spese non sono soltanto il patron e le sue tasche, ma soprattutto la piazza e l’identità del Brescia calcio in sé”.

Tolte le questioni extra-campo, quali sono a livello tattico e di gioco le lacune principali di questa squadra?
“I problemi principali sono in difesa, dove l’assenza prolungata di Cistana ha evidenziato grosse difficoltà sul piano della solidità. In attacco Ayè, dopo aver mostrato qualche buona prestazione in passato, non riesce più a fare la differenza. Nonostante le performance scadenti, tuttavia, l’attaccante viene sempre fatto giocare, seguendo più le indicazioni che arrivano dai piani alti piuttosto che il giudizio di chi segue la squadra negli allenamenti quotidiani. In generale, poi, ricollegandomi al discorso sul mercato fatto in precedenza, risulta chiaro come uno dei problemi principali sia la mancanza di alternative valide”.

Su cosa e su quali uomini invece dovrà puntare il Brescia per cercare di inseguire fino all’ultimo la salvezza?
“Sicuramente il rientro di Cistana, che dovrebbe avvenire proprio con la SPAL, può essere fondamentale. Il Brescia deve sperare che Ayè riesca a segnare qualche gol non solo su rigore, visto che le statistiche riportano una solo rete dagli undici metri nelle ultime sedici partite. Altri giocatori che possono dare una spinta importante sono Bisoli, per il senso di appartenenza verso la città, Labojko e Jallow, questi utlimi due protagonisti di una buona gara nell’ultimo turno con la Ternana. Anche Ndoj potrebbe essere una risorsa importante per questo finale di stagione, ma il giocatore viene impiegato poco da Gastaldello”.

Cosa non ha funzionato invece nella seconda esperienza a Brescia di Pep Clotet?
“Il tecnico catalano era partito benissimo con una squadra che, come detto, non era sicuramente da primi posti. In seguito Cellino ha indirizzato troppa pressione sul mister, inserendosi nelle scelte tecniche come spesso fa, aumentando in generale la tensione in tutto l’ambiente. Come si è visto anche a Ferrara, il tecnico spagnolo non è un allenatore con cui scendere facilmente a compromessi. L’esonero quindi, complice anche i risultati negativi, è diventato una naturale conseguenza in seguito a queste dinamiche”.

Che bilancio si può tracciare in merito alla stagione dell’ex spallino Viviani?
“Viviani è arrivato a Brescia totalmente fuori condizione e nel momento in cui forse la stava ritrovando il presidente ha deciso di metterlo fuori rosa. Le motivazioni di questa scelta non sono ancora del tutto chiare, fatto sta che il regista, pur allenandosi e rendendosi disponibile, non è stato per lungo tempo considerato per le scelte di formazione”.

Il capo dell’area tecnica bresciana è Giorgio Perinetti, che ha lavorato in passato con Joe Tacopina. Pensi ci potrebbe essere la possibilità di un suo approdo a Ferrara in futuro, visto che prima o poi andrà ristrutturata l’area tecnica?
“Tutto può succedere, soprattutto quando si parla di un’amicizia di lunga data che può ovviamente tramutarsi anche in una collaborazione lavorativa. Con grandi probabilità l’esperienza di Perinetti a Brescia terminerà alla fine di questa stagione. Il ds non è riuscito ad incidere nelle scelte, ma ancora una volta torniamo alla difficile convivenza con il presidente, che con il suo carattere non consente di poter lavorare in autonomia e serenità”.

In vista della sfida di sabato che formazione possiamo aspettarci da parte del Brescia?
“Il Brescia dovrebbe schierare Andrenacci in porta. In difesa c’è da sostituire Huard che è squalificato, quindi potrebbe essere rispolverato Karacic a destra con Jallow spostato a sinistra. I due centrali dovrebbero essere Mangraviti e Cistana, quelli che ad oggi forniscono più affidabilità. In mezzo ballottaggio davanti alla difesa tra Labojko e Van de Looi, a destra sicuramente Bisoli e poi Ndoj a sinistra nell’altro ruolo di mezzala. Trequartista Listkowski dietro a Ayè e Rodriguez. Torna poi a disposizione Bianchi, che può rappresentare un’alternativa a partita in corso”.

PROBABILE FORMAZIONE (4-3-2-1): Andrenacci; Karacic (Mangraviti), Adorni, Cistana, Jallow; Bisoli, Van De Looi, Bjorkengren; Listkowski, Rodriguez; Ayé

INDISPONIBILI: Papetti
SQUALIFICATI: Huard

IN PIU’ DOPO IL MERCATO DI GENNAIO: Björkengren (c, Lecce), Rodriguez (a, Lecce), Listkowski (c, Lecce), Scavone (c, Bari), Coeff (d, Auxerre)

IN MENO DOPO IL MERCATO DI GENNAIO: Moreo (a, Pisa), Garofalo (a, Trento), Benali (c, Bari), Subustan (a, Pro Sesto)



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