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Con un morale sicuramente alleggerito dalla vittoriosa trasferta di Benevento, la SPAL si ritroverà di fronte un’altra delle dirette concorrenti per la salvezza: il Brescia, altra formazione protagonista di un’annata turbolenta e al di sotto delle attese. Il risultato di sabato al Paolo Mazza sarà fondamentale per le sorti del campionato e mister Massimo Oddo ha analizzato la situazione nella consueta conferenza stampa prepartita.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – A parte i soliti Varnier e Valzania non dovrebbero esserci problemi: “Abbiamo ancora un allenamento davanti, non mi aspetto differenze rispetto ai convocati di Benevento. Al momento sono tutti disponibili“.

LA PARTITA – “Dal punto di vista tecnico e tattico ci aspetta una partita completamente diversa rispetto a quella con il Benevento. Il Brescia ha altre caratteristiche e adotta un modulo diverso. Dal punto di vista mentale il nostro approccio deve essere il medesimo che abbiamo avuto nell’ultima gara, ovviamente con un morale un pochino più alto. Una vittoria ti dà consapevolezza, soprattutto se arriva contro una diretta concorrente: diciamo che stiamo un po’ meglio mentalmente. Ora non bisogna commettere gli errori commessi in passato. Da quando ci sono io mi riferisco soprattutto alla partita venuta dopo la vittoria con il Cittadella. C’è un filo sottile che non bisogna superare tra l’entusiasmo, che ci deve essere ed è giusto che ci sia, e l’euforia che può portare a commettere errori“.

FORMAZIONE – “Squadra che vince non si cambia? Se fosse così ci sarebbe sempre lo stesso vincitore del campionato. Stiamo valutando, non è un principio che vale in ogni circostanza: ci sarà davanti un avversario diverso e bisogna vedere quali saranno le caratteristiche su cui impostare la partita“.

RITIRO – “Abbiamo optato per un altro ritiro, in realtà a partire dal giorno prima della vigilia per abituare il gruppo alla lotta. Non penso che il ritiro sia un’arma per vincere, anzi, a volte può essere anche deleterio per la testa dei giocatori. In questo momento, come abbiamo detto in altre circostanze, ci sono squadre che lottano per salvarsi e hanno quel tipo di mentalità dall’inizio dell’anno e squadre che si devono abituare a questa idea e a questo obiettivo. Noi, intesi come società e staff, siamo concordi sul fatto che per creare una giusta mentalità a volte ci sia bisogno anche di questo. Non è stato un ritiro lungo e magari fatto in queste modalità può essere utile, non ai fini della vittoria ma per la consapevolezza del momento che stiamo vivendo e che tutte le cose, anche piccole, possono essere utili“.

LAVORO SETTIMANALE – “Abbiamo continuato sulla strada che stiamo percorrendo da quando sono arrivato: quella di cercare di trovare un’identità che vada al di là del modulo. Una squadra un po’ più battagliera, con caratteristiche che servono in momenti come questo: cercare di interpretare la partita, per capire che ci sono fasi anche sporche in cui bisogna combattere un po’ di più e magari preferire la sciabola al fioretto. Se ti abitui ad usare la sciabola poi magari ti ricordi pure come usare il fioretto, come è successo nell’ultima gara in cui abbiamo saputo soffrire nei momenti di difficoltà ma poi siamo anche stati bravi fare qualcosa di carino che ha portato i suoi frutti“.

NAINGGOLAN – “Il contributo di Radja a Benevento me l’aspettavo io e se lo aspettava la società: è un giocatore che è stato ingaggiato in un momento in cui non c’ero io perché lo si considerava come un calciatore importante. Ognuno affronta delle annate diverse e lui si è calato bene in questa situazione. Come sappiamo non è al 100%, ma purtroppo ha avuto uno stop di diversi giorni che ne hanno frenato il completo recupero della condizione fisica. Sappiamo tutti che Radja è un giocatore che ci può dare tanto, lo si è visto dal punto di vista tecnico in campo, ma anche dalla mentalità, dall’esperienza e dall’aiuto ai compagni. Speriamo che possa continuare questo suo percorso e che possa contribuire al nostro obiettivo finale“.

PANCHINA – “Generalmente quando un allenatore decide di effettuare un cambio si aspetta che i giocatori che entrano possano cambiare le cose o migliorare qualcosa che non sta andando come sperato sotto l’aspetto dell’atteggiamento o della posizione. So benissimo che non è semplice entrare a partita in corso, c’è chi ci riesce meglio e chi peggio, chi riesce ad incidere facendo il cosiddetto lavoro sporco e chi lo fa con giocate particolari che rendono il suo ingresso da palcoscenico. Questo dipende anche dai ruoli e da cosa l’allenatore si aspetta in campo. Spero più che altro che da qui alla fine io riesca a fare qualche cambio realmente voluto più che richiesto dai giocatori. Questo è ciò che mi auguro perché finora ho fatto veramente fatica a fare cambi voluti da me, sono sempre stati un po’ condizionati“.

TACOPINA – “Innanzitutto ci fa piacere che abbia deciso di trascorrere il compleanno qui con noi, preferendoci alla sua famiglia in America. Penso sia un bel segnale da parte del presidente, vuol dire che ci tiene. Sappiamo che sta passando un momento burrascoso per quanto riguarda il suo lavoro e quindi non è sicuramente facile staccarsi in questi momenti, eppure lui lo ha fatto: il che significa che è presente per noi. Un regalo? Facciamocelo prima noi e poi a lui indirettamente (ride, ndr). Serve prima a noi intesi come SPAL, così ce lo prendiamo tutti, anche chi non deve festeggiare compleanni“.

SALVEZZA – “Prima della partita di Benevento avevo detto che se avessimo vinto ci saremmo salvati: io sono convinto di questo. Se manca la convinzione dell’allenatore è finita. Io sono convinto e lo sono sempre stato. Ovvio che non dipende solo dalle mie convinzioni, ma le ho perché vedo determinate cose in campo, so che tipo di squadra ho e, pur con poche partite, so che questa squadra può crescere. Penso sia normale che io dica questo perché una vittoria come quella di Benevento, grazie a cui ti lasci alle spalle una diretta concorrente, fuori casa, su un campo difficile e con altri scontri diretti a stretto giro, le possibilità di salvezza sono notevolmente cresciute. Questo è normale e quindi diciamo che realisticamente abbiamo molte più possibilità rispetto all’ultima partita, idealmente io sono sicuro di salvarmi“.

BENEVENTO – “Inevitabilmente quando fai questo tipo di prestazioni che coincidono con una vittoria è normale che il morale si alzi: prendi consapevolezza e hai maggiori convinzioni. Però non è solo frutto del caso. In settimana ci lavoriamo su questi aspetti: quando c’è qualcosa che in campo non funziona, come successo nell’ultima mezz’ora della partita contro la Ternana, l’allenatore analizza, si mette davanti ai video e li riguarda per cercare di capire quale possa essere stato il problema. A caldo dopo la partita avevo detto che la condizione fisica era un po’ precaria per quella che è la mia richiesta: è una verità, ma non è tutta la verità. Rivedendo la partita ho cercato di capire se fosse la difesa ad abbassarsi o fosse il centrocampo che non riusciva più a dare pressione. Quindi ho pensato che fosse la condizione fisica, ma poi ho riflettuto sul fatto che 2/3 dei centrocampisti fossero freschi appena entrati e quindi non coincideva totalmente con quello che avevo detto. Il problema era quindi strutturale e in settimana ci abbiamo lavorato: sul coraggio dei centrocampisti di non stare in braccio ai difensori, ma di premere un po’ di più. Inevitabilmente quando il centrocampo riesce a dare pressione al portatore di palla, la difesa inevitabilmente non può salire perché la palla è sempre scoperta“.

RITORNO AL MAZZA – “Mi auguro che dietro le prestazioni al Mazza non ci sia una tendenza della squadra a soffrire una particolare pressione. Sappiamo che il nostro è un pubblico veramente caldo e attaccato alla maglia e lo ha dimostrato anche in momenti più complessi di questo. Veniamo da una vittoria fuori casa e quindi immagino che ci sia un entusiasmo esponenziale rispetto alle altre partite, perché nelle altre occasioni venivamo da sconfitte. Il pubblico sarà ancora più caldo e ancora più pronto. Questa è un’arma che dobbiamo sfruttare, perché questo calore ce lo dobbiamo guadagnare sul campo, minuto dopo minuto, e se la curva canterà fino al novantesimo significherà che stiamo facendo una buona partita. Il nostro obiettivo, al di là del risultato, della prestazione e di tutto, deve essere quello di farli cantare per novanta minuti“.

IPOTESI DI FORMAZIONE (4312): Alfonso; Dickmann, Arena, Meccariello, Celia; Nainggolan, Contiliano, Prati; Maistro; Moncini, La Mantia.



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