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Una delle cose che l’opinione pubblica ha rimproverato a Joe Tacopina nell’ultimo mese è stata quella di aver perso tempo prezioso – di fatto un mese – per decidere quali sarebbero state le sue intenzioni con la SPAL. I giorni del post-retrocessione sarebbero potuti servire per delineare un piano di riassetto e di rilancio in vista della partecipazione alla serie C e invece il club è rimasto quasi immobile in attesa che venisse sciolta la riserva da parte del suo proprietario.

Ora che Tacopina ha detto di voler lavorare attivamente e con entusiasmo alla ripartenza è il caso di dare un’occhiata in casa delle altre retrocesse in serie C per capire se effettivamente ci sarà del terreno da recuperare oppure se la seconda metà di giugno rappresenti una finestra temporale più che sufficiente per fare ciò che il presidente ha in mente.

QUI BRESCIA – La retrocessione per il club di Cellino è arrivata quasi due settimane dopo quella della SPAL, attraverso i playout giocati col Cosenza. Solo dalla sera dell’1 giugno il Brescia ha avuto la certezza di essere sceso di categoria, anche se il presidente sembra voler percorrere ogni strada possibile per tentare una riammissione in serie B. Cellino infatti sta dando battaglia fuori dal campo per far escludere la Reggina, che è al centro di un caso estremamente controverso di conflitto tra leggi dell’ordinamento sportivo e leggi dello Stato. In parallelo a Brescia si è lavorato per dare un nuovo volto all’area tecnica: via Giorgio Perinetti (che si è accasato all’Avellino) e dentro Renzo Castagnini, che già aveva lavorato con Cellino dal 2015 al 2017. Il nuovo direttore sportivo – in carica già dal 6 giugno – non ha ancora scelto un allenatore, ma già da un po’ sta conducendo una ricerca che ha coinvolto, tra gli altri, anche Fabio Caserta, Massimiliano Alvini, Aimo Diana e Domenico Toscano. Il ritiro precampionato è già fissato, come ormai da tradizione, nella località di Torbole Casaglia.

QUI PERUGIA – In un momento in cui entrambe le squadre avevano disperato bisogno di punti, il pareggio per 1-1 a Ferrara tra SPAL e Perugia è sembrata quasi una condanna delle due contendenti che avevano visto materializzarsi la possibilità della retrocessione. Esattamente come a Ferrara, oggi a Perugia si vive una situazione tutto fuori che tranquilla. Il contestato presidente Santopadre ha ribadito di essere disposto a cedere il club, ma finora l’unico ad aver bussato alla sua porta sarebbe Massimo Ferrero, fresco di cessione della Sampdoria. Un personaggio che porta con sé molti dubbi visto quanto accaduto a Genova e infatti gli ultras del Grifo sembrano non aver affatto gradito la sua presenza in città nei giorni scorsi. Ferrero ha visitato stadio e centro sportivo. Complice questa situazione e le incertezze dello stesso Santopadre anche gli umbri non hanno ancora definito i loro quadri tecnici per la prossima stagione. Il ds Castagnini è passato al Brescia e per la sua sostituzione potrebbe essere favorito Jacopo Giugliarelli, oggi responsabile del settore giovanile dello stesso Perugia. Ma si è vociferato anche di Mattia Collauto (accostato anche alla SPAL), Moreno Zebi e Luca Matteassi. Dalla scelta del ds dipenderà anche quella dell’allenatore: Fabrizio Castori è stato liberato e per la sua successione non sembra esserci ancora un nome credibile.

QUI BENEVENTO – I sanniti sono retrocessi per primi e per primi hanno voluto muoversi per reagire. A fine campionato è arrivato un mea culpa del presidente Vigorito, il quale ha ammesso con estrema lucidità tutta l’amarezza per il pessimo risultato dopo anni di sacrifici per garantire alla società un presente e un futuro all’altezza delle aspettative della tifoseria. La stessa tifoseria alla quale ha chiesto di tenere duro e di mostrare proprio nel momento di massima difficoltà della storia recente del Benevento. Messe da parte le voci che volevano lo stesso Vigorito in allontanamento dalla guida della società, la programmazione è ripartita rapidamente. La linea è chiara: valorizzare i giovani che il vivaio negli ultimi anni ha saputo proporre e creare valore, attraverso le prestazioni o attraverso le cessioni. Già nella stagione in corso è stato buttato nella mischia il 2006 Lorenzo Carfora che si appresta ad affermarsi come uno dei perni per il futuro della squadra. Pronti in rampa di lancio altri diversi giovani del vivaio che nel corso della passate stagione erano in giro per l’Italia a farsi le ossa con l’obiettivo di effettuare una vera e propria iniezione di energia e voglia di meritarsi la maglia della prima squadra dopo averla sognata nel percorso giovanile. Fissate le condizioni di partenza Vigorito è passato alle persone che dovranno occuparsi di trasformare le intenzioni in fatti: ecco allora l’ingaggio di Marcello Carli, esperto direttore sportivo già in azione a Empoli, Cagliari e Parma che avrà il compito di tagliare il monte ingaggi (il Benevento era alla spalle delle sole big del campionato) e favorire l’inserimento dei nuovi talenti. In questo contesto giovane e con voglia di affermarsi doveva essere anche l’allenatore e quindi si è scelto di puntare sul 34enne Matteo Andreoletti, nell’ultimo anno alla guida di un’ottima Pro Sesto fermata ai play-off dal ben più quotato Vicenza. Molti rivedono in lui il nuovo De Zerbi per l’idea di calcio propositiva e a tratti spregiudicata, con la capacità di sapersi adattare ai giocatori in rosa. A aspetto non secondario in una delle squadra che dovrà necessariamente lottare per risalire immediatamente in serie B. Nel caso del Benevento il ciclo delle notizie non include solo tanti giocatori in uscita a causa dei pesanti contratti, ma anche potenziali profili per la prossima serie C. Tra questi: Ajeti (Pordenone), Bolsius (Fidelis Andria), Marotta (Viterbese) e Tascone (Virtus Entella).



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