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Alla seconda casalinga consecutiva la SPAL non conferma la buona prova dell’esordio e cade davanti a un Perugia apparso non così superiore. I biancazzurri pagano un primo tempo in cui dopo aver trovato il vantaggio da calcio piazzato si sono rintanati in difesa limitandosi a subire gli attacchi ospiti che hanno poi portato inevitabilmente al ribaltamento del risultato.

VOTO DI SQUADRA 5,5 – Non è la SPAL vista contro la Vis Pesaro: dopo il vantaggio i biancazzurri si fanno schiacciare per quaranta minuti e subiscono meritatamente due gol in due minuti andando sotto 1-2. Nella ripresa gli attacchi ci sono, ma sono perlopiù disordinati e le lacune sono tante in un centrocampo che perde tutti i contrasti. Totalmente da rivedere l’atteggiamento arrendevole dopo l’1-0 e una difesa troppo incerta.

DEL FAVERO 5,5 – Nelle prime sortite del Perugia pare sicuro, fino al pareggio su cui forse poteva fare qualcosina di più in uscita. Anche sul gol dell’1-2 non è irreprensibile, mentre nel primo tempo con i piedi si rivela affidabile e viene cercato più volte dai compagni in situazioni di difficoltà. Nella ripresa va in blackout anche lui.

BRUSCAGIN 5,5 – Dalla sua parte la SPAL soffre un po’ troppo, anche perché davanti Parravicini e Siligardi faticano a trovare le misure giuste, ma è incolpevole sulla discesa di Kouan che innesca il gol dell’1-2. In avanti però non garantisce corsa e spinta necessarie per sostenere la manovra.

VALENTINI 6 – Pronti via e dopo cinque minuti porta avanti la SPAL con uno stacco di testa da calcio d’angolo. I due gol in due minuti certificano un reparto difettoso anche se lui di responsabilità ne ha poche in entrambe le occasioni. Si conferma il centrale che non disdegna la palla in curva e ci mette ruvidità: la sua esperienza sarà una delle chiavi per registrare un reparto oggi apparso davvero carente.

ARENA 5 – La dormita che lascia libero Vazquez a metà primo tempo è un’avvisaglia. Il gol del pareggio arriva nella sua zona e sul taglio di Iannoni non è propriamente reattivo, poi Vazquez segna girandosi per calciare proprio davanti a lui, anche se in questo caso sono più i meriti dell’attaccante che demeriti suoi (dal 44′ s.t. ORFEI ng – Mossa della disperazione per cercare il pareggio nel recupero).

TRIPALDELLI 5,5 – In una SPAL che costruisce solo a destra lui rimane una comparsa. Si fa tagliare fuori dalla palla per Iannoni che segna e non è esente da responsabilità, anzi. Prova a reagire nel secondo tempo e mette una bella palla arretrata per Antenucci che però non sfrutta a dovere l’occasione, poi sbaglia ancora tanto, ma perlomeno ha grinta e spirito di iniziativa.

PARRAVICINI 5,5 – Un passettino indietro rispetto all’ottimo esordio di due settimane fa, ma c’è anche da considerare il doppio impegno con la nazionale Under 19 per cui non poteva essere al 100%. La partita non è adatta alle sue caratteristiche di mezzala e infatti soffre la fisicità ed esce anzitempo dal campo (dal 12′ s.t. BERTINI 6 – In campo per cercare di mettere una pezza a un reparto che fa acqua. Rimane nell’ombra se non per un cambio di campo sbagliato e un po’ di normale amministrazione).

CARRARO 5 – Dopo un buon avvio in cui amministra e spezza il gioco, cala vistosamente giocando qualche pallone con sufficienza. Prova a mettere a disposizione la fisicità, ma anche nel secondo tempo è troppo lento e finisce col perdere palloni sanguinosi, difettando pure nelle giocate elementari. Finisce sempre risucchiato dal centrocampo più dinamico del Perugia e, insieme a tutto il reparto, non riesce mai a prevalere sulle seconde palle.

MAISTRO 5 – Si vede poco o nulla per tutto il primo tempo, anche perché è il Perugia a fare la partita. Sul gol del pareggio ospite si trova sul luogo del delitto arrivando in ritardo in chiusura su Bartolomei che imbecca Iannoni, ma in generale ci si aspetta ben altro da un giocatore del suo calibro. Fuori anche lui a metà secondo tempo dopo una brutta prestazione (dal 21′ s.t. ROSAFIO 5,5 – Con il suo ingresso la SPAL passa al 4231 e lui si presenta con una conclusione da fuori che finisce in curva. Viene sballottato a destra e sinistra per sfruttare l’imprevedibilità di Dalmonte, ma così spariscono entrambi. Nel finale prova a mettere dentro un paio di palloni per la mischia: nulla di fatto).

SILIGARDI 6 – Sale a due assist in due partite con la pennellata sulla testa di Valentini per l’1-0: era un po’ di tempo che non si vedeva qualcuno con le sue qualità sui calci da fermo. Prova a caricarsi la squadra sulle spalle con soluzioni personali ma i suoi tiri da fuori sono raramente pericolosi e quando ha la palla giusta a volte è troppo lezioso (dal 21′ s.t. RABBI 5,5 – In teoria dovrebbe entrare per aumentare la trazione offensiva: ancora una volta confusionario e incomprensibile nelle scelte. Un tiro sbilenco, un rischioso intervento in ritardo e poco altro).

ANTENUCCI 6 – L’intesa con Siligardi funziona alla grande anche se nel primo tempo il gioco di difesa e contropiede gli richiede uno sforzo in fase di sponda: ci riesce con alterne fortune. Manca anche a lui un po’ di freddezza in alcune scelte, come nella palla che gli mette Tripaldelli a rimorchio in cui fa un passaggio al portiere.

RAO 6 – Comprensibilmente contratto ed emozionato, fatica a sbloccarsi anche perché la SPAL gioca prevalentemente dall’altro lato. Nelle poche occasioni che gli capitano manca di lucidità e sbaglia spesso la giocata. L’inconsistenza del primo tempo rende inevitabile il cambio all’intervallo, ma è pur sempre un 2006 all’esordio assoluto tra i professionisti e gli si possono perdonare gli errori (dal 1′ s.t. DALMONTE 5,5 – Dentro nonostante la condizione fisica non ancora all’altezza. Prova ad incidere, ma rimane ben poco di concreto: le qualità si vedono, tuttavia manca ancora tanto per arrivare a poter essere l’elemento di spessore che deve essere).

DI CARLO 5,5 – Da capire se l’atteggiamento attendista del primo tempo fosse una scelta ragionata: in qualunque caso dopo il vantaggio si è confermata un’idea rischiosissima che ha portato la SPAL a perdere la partita. Rao era un azzardo che prevedeva margine d’errore, ma le scelte sui cambi sono sembrate tutte pezze che alla fine non hanno risolto il problema nonostante qualche occasione potenzialmente interessante.



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