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Tre gol al passivo col Perugia, altrettanti con la Juventus Next Gen. Con l’aggravante di prenderli in casa, in una partita che era stata caricata di significato. La SPAL conferma ciò che si poteva sospettare, ossia di essere tornata nel tunnel che ne aveva contraddistinto l’andamento nella parte centrale del girone d’andata.

VOTO DI SQUADRA 4 – Approccio da brividi e non certo per la rigida temperatura. La Juventus sfonda due volte sul fronte offensivo destro e mette la partita della SPAL su una livello di pendenza da tappa ciclistica sul monte Zoncolan. Le fasce si confermano il principale punto debole e da lì rimediare diventa una faccenda complicata, soprattutto con un clima d’alta tensione. Quello che i biancazzurri creano arriva quasi esclusivamente dalla forza dei nervi, anche se c’è la sensazione che la presenza di Zilli in attacco aiuti a trovare qualche soluzione. La sua uscita dal campo (in circostanze un po’ strane) apre una fase di confusione che si conclude col gol della Juve che fa scendere mestamente il sipario.

GALEOTTI 6 – Accolto con un’ovazione dai tifosi della Ovest, si ritrova trafitto due volte in venti minuti ma senza alcuna responsabilità. Vive una serata strana, nella quale deve intervenire poche volte ma comunque è costretto a raccogliere tre volte il pallone. Sicuramente il meno colpevole tra tutti.

FIORDALISO 5 – Deve darsi da fare per tenere a bada le avanzate di Rouhi. Passa anche lui la prima parte di gara in bambola, poi recupera un po’. Si deve a lui – con un bell’inserimento di testa – uno dei pericoli creati dalla SPAL nel primo tempo. Prova anche a mettere qualche cross, ma complessivamente non è serata.

VALENTINI 5 – Rimpiazza l’infortunato Peda e lo fa ampiamente rimpiangere, tra errori di posizionamento e letture in ritardo. Non basta qualche sortita sui piazzati per riscattare la sua serata.

BASSOLI 5 – Arretra troppo e in quello spazio gli attaccanti avversari trovano lo spazio per pasteggiare sui cross di Comenencia.

TRIPALDELLI 4 – Non c’è altro modo di dirlo: Comenencia lo asfalta e dalla sua parte arrivano tutti e tre i gol degli avversari. Non è ovviamente l’unico responsabile, ma chiaramente spicca come l’anello debole della catena. Anche in fase di spinta offre poco.

COLLODEL 5,5 – Quantomeno è vivace, seppure pasticcione. Prova a farsi trovare in tutte le zone del campo con rincorse, contrasti e anche qualche tentativo di conclusione. Gli tocca farsi ammonire per rimediare a un errore di Büchel. Rifinisce in maniera puntuale l’azione che porta al gol Rabbi. Tra i meno peggio.

BÜCHEL 4,5 – Se ci fosse stato uno tra Carraro e Bertini gli sarebbe stato possibile proseguire il rodaggio a piccole dosi e invece gli tocca fare il titolare, il che rivela una condizione atletica assolutamente inadeguata che finisce con incidere sulla sua efficienza, anche in impostazione. Non è mai stato un fulmine, ma in questo momento i tempi di reazione sono lunghi e il passo molto lento. Prova a inventare qualcosina, ma non funziona (dal 28′ s.t. CONTILIANO 5,5 – Tanta comprensibile foga e poca lucidità).

MAISTRO 5 – Tripaldelli si ritrova circondato anche perché lui non si spende granché in copertura. Incomprensibile che debba fare di nuovo la mezzala dopo un periodo di buone cose da attaccante esterno. Cerca lo spazio, ma davanti ha quasi sempre la strada sbarrata. Chiede il cambio a metà ripresa (dal 28′ s.t. ORFEI ng – Tocca probabilmente due palloni).

RAO 5,5 – È uno dei pochi ad avere il potere di far sparire il pallone, ma ha poche occasioni per farlo (dal 13′ s.t. DALMONTE 5 – Ne imbrocca poche).

RABBI 5,5 – Fa un gol di pura cattiveria e anche di buona fattura tecnica. Sembra tra i più infuriati dopo lo 0-2, tanto da andare pure a litigare. Peccato per quel pallone sparato in curva nel secondo tempo dopo la sponda di Bassoli, poteva dare un senso diverso alla sua partita (dal 21′ s.t. EDERA 5,5 – Dà subito la scossa con una rasoiata di sinistro, poi si piazza larghissimo e non ha più grandi opportunità di farsi vedere anche a causa della grande confusione generata dai cambi).

ZILLI 6 – Roba mai vista: un attaccante che protegge palla, si gira, avanza e calcia? Sostanza e sponde ci sono, così come un’occasione per far male di testa, al 42′. Poi inizia a toccarsi il flessore e Colucci decide per il cambio cautelativo. Purtroppo è la mossa che lascia la SPAL senza un riferimento fino a quel momento essenziale. (dal 13 s.t. ANTENUCCI 5 – Ci prova, ma non trova mai soluzioni).

COLUCCI 4 – Ok, perde Peda prima della partita e questo gli causa un problema, ma se una squadra fa venti minuti iniziali del genere gli occhi vengono necessariamente puntati sull’allenatore. Non convince nemmeno l’arretramento di Maistro a centrocampo con Contiliano e Parravicini seduti in panchina. Finisce contestato platealmente dal pubblico, principalmente per il cambio Zilli-Antenucci, che però era motivato da preoccupazioni sulle condizioni fisiche del nuovo attaccante. Il rendimento della squadra sotto la sua guida è da capolinea e non ci sono attenuanti sufficienti dalla sua parte. La società però sembra pensarla diversamente.



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