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Piano, piano, sommessamente, quasi sussurrando, vorrei soffermarmi – dopo molto tempo senza scrivere – sulle affermazioni post partita del presidente. Addirittura vorrei quasi prendere le difese di questa squadra, costruita male e pagata troppo. Mi sto mordendo le labbra, mi sto autoflagellando per cercare di mettere giù alcune parole cha abbiano un senso e che non siano solo il rabbioso sfogo di un tifoso deluso, come lo siamo tutti. Chi mi conosce da più un minuto sa che non sono cintura nera di moderazione, ma in queste poche righe cercherò di stupirvi, diventando tale.

Dalla mia gita fuori porta in Tirolo, per la precisione a Mones Tirolo, vorrei provare a ripercorrere alcune tappe importanti che ci hanno condotto a questo campionato di retroguardia in serie C. Ricordo le parole del subentrato direttore sportivo Lupo appena sbarcato nella città degli Este: “Occorre aprire le finestre per fare entrare aria nuova”. Aria nuova? Non la via del liceo Ariosto, ma proprio un ricambio d’aria in un ambiente che aveva vissuto anni al di sopra di ogni possibile sogno. Si era da poco retrocessi in serie B, un campionato fantastico e forse il nostro vero livello. Già in partenza non avere confermato Giorgio l’Imperatore era una bestemmia in chiesa durante l’omelia del vescovo. Quali erano le sue colpe? La S.P.A.L. e il suo pubblico vive di tradizioni, di amore, di legame col passato, di appartenenza, in cosa un direttore non espressione del nostro mondo poteva in una qualche minima maniera essere superiore allo zio? Misteri che la nuova proprietà mai riuscirà a spiegarci. Un altro nome che avrebbe rappresentato un vero legame con nostro passato era quello di Sergione Floccari: quale turbolento pensiero ha vietato di inserire un uomo di comprovata fede biancazzurra in società?

Mamma mia quante stupide questioni mi vengono alla mente in questa Pasqua, che spero sia di Rivoluzione, ma non ne ho le prove. E allora continuo: sempre all’epoca dell’apertura delle finestre perché nell’epurazione generale è stato incluso anche Luca Mora? Certo, l’età, ma un personaggio della sua autorevolezza, all’interno di un costruendo spogliatoio giovane, non avrebbe fatto comodo? A memoria non ricordo in quella stagione centrocampisti in grado di competere per la vittoria del Pallone d’oro, ma io notoriamente non ho una gran memoria. Il mio stanco neurone poi ultimamente è abbastanza incasinato. Sono abbastanza ingroppato e qui già sento gli amici che mi dicono: “Mettiti l’asciugamano intorno al collo, non si sa mai che per il sudore tu prenda una corrente d’aria“. Il mio gentile j’accuse vorrebbe proseguire e verrebbe spontaneo aggiungere che credo nell’impegno della proprietà e nei tanti soldi spesi, come pure è evidente che il secondo o terzo monte ingaggi di tutta la serie C sia assolutamente mal speso. Ma qui mi viene l’ennesima stupida domanda: tutto ciò è una scusante o addirittura un aggravante? Mi rispondo da solo, perché nessuno lo farà mai: è un’aggravante.

Screditare pubblicamente una squadra con molti problemi non mi pare sia il migliore degli stimoli, diciamo così. Ci occorrono i punti per cicatrizzare questa orribile categoria. Questa squadra che io critico, che molto spesso mi fa incazzare, che forse è pure uno dei motivi per cui quest’anno ho scritto poco, alla fine indossa la mia maglia. La squadra è stata costruita con i soldi e con le competenze dei dirigenti che il presidente ha messo nei posti di comando. Non l’hanno certo costruita i tifosi. I tifosi di questa magica Società Polisportiva che nasce dalle sacrestie dei salesiani e con i miracoli continui del mago di campagna diventa una realtà importante nel calcio italiano. Cade nella polvere ma si rialza mille volte, vince innumerevoli campionati di serie C. Approda ancora in B e poi ricade, fallisce due volte, vince la quarta serie, la terza, ricade e poi serie D, poi si vince ancora e follemente si arriva lassù dove osano le aquile. E poi si ricade. Ma noi non moriamo mai, siamo la storia, siamo la squadra di un territorio abituato a strappare la terra all’acqua con vanga e carriola. Forza vecchio cuore biancazzurro.



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