foto Filippo Rubin
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La leggera pioggia pomeridiana e la seguente afa soffocante da estate ferrarese non hanno impedito a un centinaio di tifosi di partecipare ai dibattiti del terzo giorno della festa della Curva Ovest. Protagonisti del primo appuntamento, intitolato “Siete voi la S.P.A.L” sono stati, come da programma, Massimiliano De Gregorio (responsabile del settore giovanile), Marco Aventi (responsabile del progetto We Love SPAL) e Nicolò Contiliano, centrocampista che quest’anno festeggia il suo undicesimo anno in biancazzurro dal momento del suo ingresso tra i ranghi di via Copparo. A moderare l’incontro il direttore de LoSpallino.com Alessandro Orlandin. In quasi un’ora di conversazione si sono toccati tanti temi riguardanti il settore giovanile e la parola chiave ha finito per essere senso di appartenenza che, in modi a volte diversi, è la colonna portante della spallinità per tutti e tre i protagonisti.
Di seguito i pensieri chiave di ciascuno di loro sui temi toccati.

LA SPAL E LA PROVINCIA DI FERRARA

  • Aventi: “Lavoriamo molto sul territorio, perché ci sono tanti ragazzi bravi anche nella nostra provincia. Spesso si guarda fuori, finendo per penalizzare i ragazzi del posto, che invece sono altrettanto capaci. Credere nella provincia è da sempre la filosofia della SPAL: negli anni Ottanta vincemmo un campionato giovanile con solo ragazzi del territorio, tra cui l’attuale allenatore della U17 Pedriali nelle vesti di giocatore. In questa fase vogliamo aiutare le società dilettantistiche ferraresi a migliorare i propri ragazzi già al loro interno e a creare giocatori potenzialmente pronti per la SPAL. Da quando sono arrivato, nel 2014, è stato un lavoro molto duro perché con la gestione-Butelli la SPAL agiva in modo predatorio e i rapporti con le società dilettantistiche del territorio erano al minimo. Oggi abbiamo 46 affiliate in tutta Italia, dalla Campania al Veneto. Facciamo incontri formativi con le società e organizziamo tornei. A Cesenatico quest’anno c’erano 100 squadre (di 30 società diverse) e la 40° edizione del Torneo Paolo Mazza, riservato solo a società della provincia di Ferrara, ha contato 78 squadre, più altre partite satellite riservate a bambini più piccoli. L’amore e il senso di appartenenza nasce a quell’età ed è lì che dobbiamo investire. Il senso di appartenenza si vede anche nelle scuole della provincia, piene di ragazzini con maglie biancazzurre. La nostra è una zona geografica complicata, perché ci sono tante società importanti e i ragazzi ne sono giustamente attratti, ma noi puntiamo su valori molto solidi”.
Luglio 2018 – Marco Aventi solleva un trofeo estivo coi pulcini classe 2008

SPALLINITÀ

  • De Gregorio: “La spallinità si riconosce già quando si vengono a vedere gli allenamenti e le partite dei più piccoli: alla fine vedi la squadra che si unisce e fa i cori che sentono la domenica dalla curva. Nei più grandi la spallinità invece si vede nella voglia e nella grinta di andare oltre al risultato che la società gli chiede, cercare di farne uno migliore per rappresentare al meglio possibile la SPAL e portarla in cima alle rispettive classifiche. La Primavera, con un’età media molto bassa e dopo essere stata decimata in estate a causa della retrocessione della prima squadra, si è trascinata dietro i ragazzi più giovani e ha lottato per i playoff per tutto il campionato. Per noi questo è motivo di grande orgoglio. La settimana scorsa piangevano tutti perché è finito per un anno straordinario. E vale anche per mister Grieco, che in carriera ha girato per tutta l’Italia ma ha subito sposato i nostri valori e li ha trasmessi ai ragazzi, facendo un lavoro straordinario”.
  • Contiliano: “Mi è molto difficile spiegare agli altri la sensazione di fare il settore giovanile ed esordire nella squadra del cuore. Il percorso è pieno di periodi difficili: il consiglio che do è di rimanere presenti con la testa, essere rispettosi con tutti e lavorare al 100% ogni giorno”.
  • Aventi: “Pochi ragazzi sono oggettivamente in grado di fare il percorso che ha fatto Nicolò. Quello che ha fatto la differenza nel suo caso è stata l’umiltà: non ha mai smesso di crederci e ha fatto il doppio dei sacrifici che doveva fare”.

Max De Gregorio sul campo con l’Under 15 – foto Aiello

LA FILOSOFIA DEL SETTORE GIOVANILE BIANCAZZURRO

  • De Gregorio: “Alla SPAL puntiamo molto a creare attaccamento alla maglia: è proprio alla base del nostro lavoro. Vogliamo creare e trasmettere nei piccoli la passione per la SPAL e creare un ambiente dove possano esprimersi al meglio. Con la retrocessione della prima squadra siamo stati costretti a cambiare il nostro modo di lavorare: prima in alcuni casi arrivavano ragazzi da altri luoghi d’Italia o dall’estero già pronti, mentre ora la base da cui partire è costituita da ragazzi del territorio come Nicolò, che hanno voglia di crescere con noi. Noi vogliamo far star bene i nostri ragazzi, anche a livello extra-calcistico. Ci interessa il loro percorso di crescita a partire dal livello umano. Chi lavora allla SPAL ha a cuore ogni giocatore, a prescindere dal minutaggio. La Lega Pro è il campionato dei giovani italiani e tante società prendono in prestito da grandi squadre o fanno la squadra U23; qui a Ferrara i giovani hanno la possibilità di fare un percorso importante e chiudere il percorso giovanile in Primavera2, che è un campionato di livello, per poi affacciarsi alla prima squadra. Lo dicono i numeri. Qui i giocatori non sono merce di scambio per altri calciatori, come accade in altre società”.
Giugno 2022: Nicolò Contiliano (2004) solleva il trofeo dei Campioni d’Italia U18 come capitano della SPAL

RAGAZZI CHE SE NE VANNO

  • De Gregorio: “Quando un ragazzo che hai visto tutti i giorni per più anni va via è una sconfitta: alcuni perché sono forti e portano beneficio alla società, ma ogni anno tanti entrano e qualcuno deve per forza uscire perché ha finito il proprio percorso nel calcio professionistico. Per noi è sempre motivo di grande tristezza”.
  • Aventi: “Quando sai che un ragazzo che hai visto crescere andrà a fare un altro percorso gli auguri solamente di trovare un ambiente come quello che c’è qui. Un ragazzo deve sentirsi a proprio agio: alcuni cambiano palcoscenico e giocano più o meno bene a seconda del contesto. Come società siamo orgogliosi di vedere alcuni dei nostri giovani giocare in serie B o serie A”.

STAGIONE PASSATA E STAGIONE FUTURA

  • De Gregorio: “In pochi anni siamo passati dal giocare contro squadre come Atalanta e Inter, dove i nostri ragazzi scendevano in campo con un po’ di timore reverenziale (ma hanno anche vinto, ndr) mentre noi tecnici e dirigenti cercavamo di imparare da loro, a queste categorie dove gli avversari arrivano a Ferrara col coltello tra i denti perché giocare in un centro sportivo come il nostro lì carica a mille. Quest’anno è stata una realtà nuova per tutti noi: c’è stato uno shock iniziale e ci siamo dovuti adattare. Alla fine abbiamo capito che non è un campionato inferiore, ma semplicemente diverso”.
  • Contiliano: “A livello personale è stato un anno difficile, per via soprattutto della mia condizione fisica. Ho sempre cercato di dare il massimo, e di carattere sono uno che non si accontenta, ma oggettivamente non è stata una stagione positiva anche per via di tante sfortune che ho avuto come infortuni e virus. Rispetto alla stagione scorsa, dove ho giocato in prima squadra soltanto due mesi, vivere ogni giorno lo spogliatoio mi ha fatto conoscere il mondo dei grandi, l’anno scorso non era stato possibile. Purtroppo sono ancora a quota zero gol: col Pescara ci sono andato vicino. Sogno di esultare sotto la Ovest: saltare le barriere e andare ad abbracciare i tifosi. Anche se dovessi segnare sotto l’altra curva, mi farei tutto il campo di corsa. Quali sono i miei obiettivi? Mi piace vivere un momento alla volta e ora dobbiamo concentrarci sulla prossima stagione per fare meglio, ma se chiudo gli occhi sogno di riportare la SPAL dove merita”.


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