Sabato sera al Paolo Mazza si giocherà per la storia. O meglio: per proteggere la storia. Quella della SPAL, che nel caso di un risultato diverso dalla vittoria contro il Milan Futuro scenderà tra i dilettanti per la seconda volta nell’arco di oltre un secolo d’attività sportiva. Intanto la storia la stanno già facendo tifosi e appassionati con numeri da capogiro in prevendita: al momento del fischio d’inizio del signor Allegretta potrebbero esserci circa 10mila spettatori o più. Per una squadra che ha vinto 4 partite in casa su 19 e ha alienato gran parte del pubblico con prestazioni sconcertanti è qualcosa ai limiti del miracoloso. Per di più dopo cinque lunghi anni di picchiata dalla serie A ai cancelli del dilettantismo. Un qualcosa che dovrebbe smuovere almeno un sussulto di dignità, non certo di ansia.
Entrare in campo sabato sera e vedere tutta quella gente significherà notare un contrasto violentissimo con i 1.000 paganti di Solbiate Arno e del suo campetto di provincia. Ci sono realtà di serie B che 10mila spettatori se li sognano anche nei giorni belli e altre che hanno toccato questa quota solo grazie a big match o derby molto sentiti. Qui invece c’è una testimonianza della forza della tifoseria biancazzurra anche in tempi nerissimi. C’è una città intera che ci vuole essere col corpo e con la voce, e ci vuole credere in qualche modo, anche se la SPAL – intesa come squadra – negli ultimi mesi ha fatto di tutto per demolire speranze e farsi quasi detestare per il suo modo profondamente irritante di stare in campo.
Le agenzie di scommesse quotano la SPAL come favorita per una vittoria che garantirebbe un altro anno di serie C, ma purtroppo i bookmakers non sono andati alla SPAL tutto l’anno. Non hanno presente per davvero quanto è fragile questa squadra, quanto è incline a deludere le aspettative. Lo ha fatto inopinatamente una settimana fa nella gara d’andata e il rischio che possa complicarsi la vita da sola anche al ritorno sembra altissimo. Non sorprenda se a Ferrara e dintorni si respiri la sensazione di dover fare un’impresa e si arrivi all’appuntamento considerando la SPAL ampiamente sfavorita a causa dei suoi tanti difetti di fabbricazione.
Le premesse sono desolanti, al di là delle percezioni lo dicono i dati:
* Il Milan Futuro ha vinto 3 confronti stagionali su 3, sempre con un gol di scarto
* In casa la SPAL ha preso più gol (28) di quanti è riuscita a segnare (19)
* In media al “Paolo Mazza” vengono prodotti 4 tiri nello specchio della porta a partita. Sarebbe comunque un progresso significativo rispetto agli zero del playout d’andata.
* Le partite vinte a porta inviolata sono state due: con la Torres (grazie a una botta di fortuna) e col Gubbio parzialmente già in vacanza.
* Nel corso della stagione la SPAL non ha mai ricevuto un rigore a favore al Paolo Mazza.
* Su 40 partite stagionali la SPAL è andata in svantaggio 27 volte. Solo una volta ha ribaltato completamente il punteggio. In altre 6 è riuscita a pareggiare.
* La SPAL è la peggior squadra del girone B di serie C per i gol presi nei primi 15 minuti e una delle peggiori anche per quanto riguarda i gol segnati nello stesso arco di tempo.
* Le partite casalinghe stagionali considerate come decisive per la classifica sono state fallite tutte tranne una – quella col Pineto vinta 2-1 e a fatica. Nel girone d’andata arrivò l’1-1 con la Pianese, in quello di ritorno c’è l’imbarazzo della scelta: 1-1 con Perugia, Sestri Levante, Legnago e Pontedera; sconfitte per 2-1 con Milan Futuro e Campobasso.
Si potrebbe andare avanti ancora un po’ con i record negativi di questa squadra disfunzionale e ansiosa. Sabato c’è una città intera che vuole dargli un’ultima apertura di credito. Fargli capire che retrocedere, per di più contro avversari del genere, significherebbe umiliare tanta, tanta, tanta gente che è orgogliosa di tifare SPAL e vorrebbe vedere teste alte e spirito combattivo. Agli americani piacciono gli slogan e tempo fa s’inventarono “Failure is not an option” (“Il fallimento non è un’opzione”) per raccontare la storia dell’Apollo 13. Facciano loro questo principio se gli può essere d’aiuto. Proteggano la storia, non gli si chiede di riscriverla.