foto Filippo Rubin

C’erano due uomini al tavolo dei relatori della sala stampa del centro “G. B. Fabbri”, ma alla fine è stato un vero e proprio one-man show di Sandro Federico, il direttore sportivo che la SPAL ha incaricato dopo aver salutato Mirco Antenucci.

La società aveva lasciato intendere che la conferenza stampa di martedì pomeriggio sarebbe stata dedicata in egual misura all’ultimo arrivato e al direttore generale Bruno Pradines – che lavora in via Copparo da luglio – ma quest’ultimo si è limitato a una brevissima introduzione, giustificandosi per il suo italiano ancora da perfezionare: “Mi scuso se ancora non parlo bene l’italiano, ma sto studiando e conto di migliorare per interagire sempre di più con voi. Prima di lasciare la parola a Sandro (Federico, ndr) ci tengo a ringraziare Mirco (Antenucci) per il lavoro che ha fatto e gli facciamo gli auguri per la sua prossima esperienza“.

Il dg Bruno Pradines – foto Filippo Rubin

Federico non ha mostrato il minimo segno di emozione e ha fatto un’introduzione che non ha certo risparmiato parole dal peso specifico assai rilevante: “Quello di oggi è un giorno particolare, perché siamo tutti concentrati sul campo e veniamo da una bella vittoria, per cui sarebbe bello parlare della prestazione di sabato e del futuro della società anziché di ciò che è accaduto. Penso che la mia presenza qui dimostri che come società ci stiamo strutturando, anche a fronte di qualche dubbio circolato nelle scorse settimane. La mia figura è stata vicina fin dal primo giorno, già nella fase embrionale dell’acquisizione delle quote per via di alcune conoscenze in comune. Anche la  manifestazione di interesse è stata seguita mano nella mano“.

Conosco bene la forza di questa proprietà, le idee, la filosofia: sono convinto che possiamo fare un percorso importante. Qui ci sono uomini di calcio che hanno una filosofia precisa di armonia, confronto e condivisione. Linee guida che sono anche mie e fin da subito ci siamo trovati bene. Oltre a questo c’è stato immediatamente una grande sintonia con l’amministrazione, con Alan (Fabbri, il sindaco – ndr) e Francesco (Carità, l’assessore allo sport) è nato un rapporto un po’ per caso, ma che poi abbiamo consolidato nel tempo. Avete davvero un grande sindaco e Francesco (Carità) è un suo validissimo collaboratore“.

In questo mesi ho lavorato da consulente esterno, rimanendo vicinissimo nelle scelte e in tutto quello che è stato fatto. Siamo convinti che Ferrara sia una piazza importante con blasone e storia. Faccio questo mestiere da vent’anni, sono stato qui da avversario e ho visto il calore del pubblico. Ringrazio i tifosi perché hanno manifestato affetto da subito, anche inaspettato. Il potenziale a Ferrara è enorme. Insieme vogliamo costruire e fare più che parlare. Non siamo una proprietà che promette, ma che piuttosto preferisce realizzare le cose e poi annunciare ciò che è stato fatto. Lavorare dietro le quinte, senza apparire. Esiste un gruppo e non una serie di singoli. Questa è stata la linea di questi due mesi e così continuerà, anche per non alzare troppo le aspettative. Abbiamo ripetuto questo concetto anche alla squadra. Siamo contenti di ciò che stiamo facendo, anche se c’è ancora tantissimo da fare con grande umiltà“.

foto Filippo Rubin

Quindi Federico ha risposto a diverse domande, tornando in alcuni casi ad approfondire temi di cui aveva già accennato.

ANTENUCCI – “Ciò che è successo tra Mirco e il club lo spiego con la massima serenità, anche se onestamente ci interessa di più il futuro e penso sia così anche per i tifosi. Mirco era un anello della catena che ha composto questa nuova realtà. Siamo partiti insieme e con lui c’era un’idea precisa di crescere insieme. Essendo alla prima esperienza gli volevo dare una mano: da parte sua lui doveva mettersi a disposizione per ricevere una formazione e al tempo stesso maturare una conoscenza reciproca. Perché un conto è essere stato un grande calciatore e un altro fare il dirigente, cambia completamente il mondo. C’era l’idea di continuare questo percorso insieme, ma probabilmente dopo un periodo di conoscenza la proprietà non ha più condiviso il modus operandi. Può succedere e lo attribuirei all’inesperienza. Ciò non toglie che Mirco rimane un grande calciatore e un ragazzo perbene che stimiamo. Ma c’era anche bisogno di una persona con una certa esperienza soprattutto nel ruolo di direttore sportivo. I ruoli erano definiti con chiarezza, ma qualcosa è venuto meno nel corso del tempo perché non si è capito che i personalismi in questa fase devono essere messi da parte. Conta soprattutto la proprietà e l’idea che la proprietà ha del progetto sportivo e societario. Mirco ha accettato malvolentieri questa filosofia condivisa fin dall’inizio. A me è stato chiesto di essere vicino e infatti avevo progettato di arrivare a Ferrara un po’ più in là, verso la fine dell’anno. Però la proprietà ha voluto accelerare anche per via del blasone della piazza e l’esigenza di raggiungere determinati risultati“.

Capisco il malcontento dei tifosi per quanto accaduto con Mirco, ma alla fine dei conti al tifoso interessa di più avere una determinata persona adatta a quel ruolo o che ci sia una bandiera in società? Per fare determinate cose servono persone di fiducia ed esperte. La proprietà ha ritenuto che era arrivato il momento di affidare il ruolo a uno che lo fa da tanti anni“.

Purtroppo tra le parti non c’era più una condivisione di idee. Si è arrivati a trovare un accordo per terminare il contratto e mi dispiace. Abbiamo provato in tutti i modi a far funzionare questo rapporto. Non è stato possibile, ma bastava poco, perché la proprietà non ci fa mancare nulla. Non ci sono stati paletti di alcun tipo sul mercato. Con calma faremo quello che c’è da fare, ma bisogna fare attenzione. Il budget è importante per la categoria ma non significa spendere senza logica. La società non si tirerà indietro quando verrà il momento: vogliamo però fare le cose per bene, con logica, perché la fretta è cattiva consigliera. Un attaccante arriverà nel momento in cui riteniamo ce ne sia il bisogno. Stiamo valutando bene i ragazzi in rosa perché Gaetani e Carbonaro hanno 100 gol nei dilettanti. Poi non è detto che tra 5-10 giornate non si debba integrare l’organico o fare delle uscite per accontentare chi vuole partire“.

foto Filippo Rubin

DS OMBRA – “Come detto, in questi mesi ho lavorato come semplice consulente esterno e persona di fiducia della società perché si è presentata questa possibilità. Non ci vedo nulla di strano e anche la Clodiense era al corrente di questa situazione. Avevo messo in preventivo di arrivare qui a fine anno, magari con dei risultati già raggiunti. Ciò non toglie che io abbia partecipato fattivamente dal primo secondo nella scelta di ogni singolo calciatore, così come dell’allenatore. Non si è certo trattato di scelte casuali. La selezione è stata veloce, ma durissima per ciascuno. L’obiettivo, pur in poco tempo, era quello di mettere insieme 24 ragazzi con un’idea ben precisa, condividendo ogni scelta con mister Di Benedetto“.

LA PUNTA – “Sabato scorso la squadra ha dimostrato di essere una squadra di valore. Ne fanno parte calciatori che hanno nel curriculum campionati di serie C, serie D e alcuni casi l’Eccellenza. Io penso che ogni organico necessiti di 5, anche 10, partite per formarsi adeguatamente ed esprimere il suo potenziale. Tutti i calciatori necessitano di tempo e nelle prestazioni di alcuni di loro lo stiamo vedendo. Fin dal principio abbiamo voluto darci una linea che puntasse sull’organizzazione di gioco e sulla qualità e penso sia un’idea giusta, che ci porterà lontano. La punta arriverà, ma non è che l’ingaggio di un singolo giocatore può risolvere i problemi di una squadra in fase offensiva. Fossilizzarsi su questo secondo me è sbagliato. Stiamo lavorando da un po’ su questo genere di profilo ma non vogliamo farci condizionare dalla fretta perché la scelta deve essere quella giusta“.

Quella del 30 settembre è una scadenza teorica, ma che di fatto non rappresenta un ostacolo. Anche dopo la chiusura del mercato un calciatore può andare a chiedere la risoluzione del contratto e se questa viene concessa gli è consentito giocare con un’altra società già il giorno dopo. Questo è un problema per i dirigenti in generale e penso sia una legge abbastanza stupida perché crea problemi nella gestione del gruppo. Ma così funziona e ne siamo consapevoli da tempo. Vuol dire che fino al 30 marzo possiamo trovare chi fa al caso nostro“.

CAMPIONATO – “Ci siamo resi conto tutti che c’è equilibrio tra le squadre e ogni avversario andrà affrontato con lo spirito giusto, senza presunzione. Secondo me nelle ultime settimane abbiamo capito che attraverso il gioco e la qualità si può fare un percorso vincente. Speriamo di riuscire a portare tutti allo stesso livello di condizione, sappiamo che è campionato di grandissimo equilibrio e non sottovalutiamo nessuno. Speriamo di dare continuità domenica contro il Cava Ronco e di avere continuità anche dai tifosi. In casa possiamo avere davvero una marcia in più. Cozzari? L’ecografia ci ha detto che il problema è meno grave di quanto si pensava. Non ci sono problemi muscolari, solo una contrattura. Vedremo se per domenica riuscirà a essere disponibile“.

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