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Dopo sei giornate in casa SPAL è già il momento di tirare la prima linea sul bilancio e fare le prime considerazioni sulla stagione iniziata lo scorso 20 agosto. Mercoledì è toccato al ds Davide Vagnati raccontare le sue impressioni, a partire dalla convinzione generalizzata che finora i biancazzurri abbiano raccolto più complimenti che punti: “Dobbiamo cercare di andare al di là dei numeri, soprattutto nella fase iniziale. Ci siamo catapultati in questo campionato con la consapevolezza di essere una neopromossa che doveva capire se disponesse o meno della forza, della mentalità e delle qualità per affrontare la massima serie e, a primo impatto, siamo contenti. Perché pur giocando contro squadre importanti, delle quali un paio si giocheranno lo scudetto con la Juventus, non abbiamo sfigurato e siamo riusciti a rimanere sempre in partita fino al triplice fischio. Sono soddisfatto di come la squadra è stata in campo finora, ma se devo rimproverare qualcosa ai miei ragazzi vorrei ricordare loro di evitare di dare tutto ciò che hanno a livello psicologico contro le squadre più blasonate, perché poi si rischia di sottovalutare, anche solo inconsciamente, le avversarie alla nostra portata. In serie A ogni partita ha una storia a sé, bisogna confermare le proprie potenzialità  partita dopo partita, perché, appena si affronta una gara sotto tono, qualsiasi avversaria dispone di un risolutore o di un paio di interpreti che possono risolvere il match a suo favore. Col Crotone non possiamo permetterci di abbassare la guardia nemmeno di un millimetro, perché ogni partita può essere determinante per la nostra salvezza. Nel complesso però mi sono piaciuti l’agonismo e il carattere che la squadra ha dimostrato contro i grandi club come Inter, Milan e Napoli”.

“Finora abbiamo tirato poco in porta, è vero – ammette Vagnati – ma ciò è dovuto anche al fatto che la SPAL non è un gruppo di ‘stoccatori’, piuttosto tendiamo ad avvolgere l’avversario. Se poi andiamo ad analizzare le gare nel dettaglio, ci accorgiamo che abbiamo guadagnato tanti corner e tanti calci da fermo”. Così come nel passato avvio di stagione ci si stupiva in positivo dell’impatto di giocatori ex Lega Pro, Mora e Lazzari su tutti, con il campionato di cadetteria, anche quest’anno gli elementi confermati della rosa della scorsa stagione sembrano non aver patito particolarmente il salto di categoria. Vagnati non si dichiara sorpreso: “Sono sempre stato convinto che tutti i ragazzi che abbiamo tenuto della rosa della scorsa stagione si sarebbero fatti valere anche in questo palcoscenico. Mi sono preso io stesso le responsabilità per chi è andato via, perché per giocare in serie A ci vogliono determinate qualità e non tutti gli ex ne erano dotati. Sono contento delle prestazioni di chi proviene dalla serie B, ma non sono stupito per nessuno in particolare. Se devo elogiare un singolo però faccio il nome di Bonazzoli, che mi sta piacendo molto in allenamento in settimana e sono convinto potrà diventare una pedina importante nella scacchiera del mister”.

Sul tema principale della settimana, le critiche di Maurizio Sarri al terreno del “Paolo Mazza”, Vagnati adotta una posizione all’insegna della diplomazia: “È stato fatto un campo nuovo ed è stato omologato dalla Lega, oltre a questo c’è ben poco da aggiungere. Certamente si può sempre migliorare, ma mi sono molto dispiaciute le allusioni dell’allenatore del Napoli sulle cause dell’infortunio di Milik, per il quale mi dispiace molto e gli porgo un augurio di pronta guarigione. Dovremmo essere noi dell’ambiente in primis a placare gli animi ed evitare polemiche che poi possono essere riprese dalla stampa e giungere infine ai tifosi. Quando ci sono dei problemi sarebbe buona cosa prendere il telefono e parlarne con i diretti interessati”.

Infine il ds biancazzurro ha analizzato le situazioni di due attaccanti di proprietà della Spal: prima Alberto Paloschi, che sta faticando ad esprimersi nella prima linea di Semplici, poi Jacopo Murano, acquistato dalla società dei Colombarini quest’estate e ceduto in Lega Pro a Trapani, dove sta conquistando la piazza a suon di gol: “Quando un attaccante non fa gol indubbiamente soffre e Paloschi è il primo a non essere felice di questa situazione, ma può contare sulla nostra fiducia e pazienza. Per quel che riguarda le critiche nei suoi confronti la realtà sta nel mezzo: chi gioca a calcio sa di dover convivere con queste problematiche e se alcuni atleti riescono a giocare in determinate piazze è anche perché nei momenti negativi riescono a tollerare la pressione mediatica nei loro confronti. Questa poca prolificità fa parte di un momento, anche Antenucci mi pare che l’anno scorso ci abbia messo un po’ ad ingranare e fortunatamente possiamo contare su di un reparto avanzato che ci permette di fronteggiare al meglio queste fasi di calo fisico. Invece Murano deve continuare il suo processo di crescita. Per un calciatore non è rilevante la partita singola, ma la conferma nel lungo periodo, l’equilibrio è determinante. È scontato il suo termine di stagione a Trapani, poi penso che abbia tutte le potenzialità per misurarsi a un livello superiore. È un giocatore di grande forza e frequenza, un po’ tardivo per la sua storia personale. Quello che mi preme alla SPAL è il costruire. Stiamo cercando di costruire un capitale per il nostro futuro, abbiamo mandato tanti ragazzi in prestito ad altre società e ovviamente mi auguro che qualcuno torni alla base, sarebbe la chiusura perfetta del cerchio”.



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